2023-02-04
Il governo incassa l’assist di Intesa: «Giusta attenzione sui conti pubblici»
L’ad Carlo Messina annuncia «il miglior risultato della storia» del gruppo: 4,35 miliardi di utile. Deliberato un buyback da 1,7.«Il Paese rimane con un debito pubblico molto elevato, ma sicuramente sostenibile. L’approccio di giusto rigore alla politica del debito pubblico, applicato da questo governo in continuità con il governo Draghi, è secondo me molto saggio e molto apprezzato anche dagli investitori internazionali». La benedizione a Giorgia Meloni è arrivata ieri dall’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Che già a giugno dell’anno scorso aveva lanciato un appello a Palazzo Chigi per far sì, appunto, che l’Italia continui ad avere la forza di fare le cose in autonomia senza essere attaccata al bocchettone di Francoforte. Insomma, per garantirci margini di libertà strategici. E ieri ha insistito su questo punto: «Sono positivo sul fatto che non sia stato aumentato il debito pubblico. Noi siamo debitori della Bce e una politica di bilancio attenta reiterata dal presidente del Consiglio è un fattore positivo assoluto per il Paese e per la sua credibilità».Di certo, quando parla il timoniere della principale banca italiana - nonché l’unica oggi in grado di poter mettere sul tavolo oltre 400 miliardi di nuovo credito nel periodo dal 2021 al 2026 - le parole lasciano un solco assai più profondo rispetto alle solite esternazioni di esperti o di politici. Il gruppo Intesa di fatto è il secondo creditore dello Stato e dunque un importante stakeholder del governo Meloni. L’occasione per fare un punto sul contesto italiano è stata offerta conferenza stampa sul bilancio del 2022, archiviato con 4,35 miliardi di utile, in crescita del 4% rispetto al 2021. Rispondendo alla raffica di domande, Messina ha anche commentato un recente studio di Oliver Wyman, commissionato dalla Federazione bancaria europea, che auspicava una semplificazione della cornice regolamentare in Europa. «Non c’è dubbio», ha detto l’ad, «che se si procedesse a una semplificazione e a un percorso che potesse portare a un sistema bancario unico potrebbe essere accelerato anche un M&A europeo che oggi non si realizza e lascia le banche europee come nani rispetto ai concorrenti globali'» soprattutto americani. Incalzato infine su Mps, e sull’ipotesi di un terzo polo bancario citata di recente anche dalla premier, Messina ha dichiarato di non sapere «nulla di progetti di poli attorno a Mps, ma più operatori di peso specifico ci sono nel nostro Paese meglio è per il sistema economico». Detto questo però, se qualcuno venisse a bussare alla sua porta chiedendogli di partecipare a un’operazione sul Monte «io apro per cortesia ma poi la richiudo». Nel frattempo, Intesa Sanpaolo ha archiviato il 2022 con un utile netto pari a 5,5 miliardi se si escludono 1,4 miliardi di euro di accantonamenti e rettifiche di valore per Russia e Ucraina, superando così l’obiettivo del piano di impresa 2022-2025 di oltre 5 miliardi per il 2022. Ed è confermato il target di 6,5 miliardi di utile netto nel 2025, con «un chiaro e forte rialzo derivante dall’aumento dei tassi di interesse», si legge nella nota diffusa dalla banca. L’istituto prosegue lungo la strada della sterilizzazione del rischio Russia: nella seconda metà dell’anno scorso l’esposizione verso Mosca è stata ridotta del 68% (circa 2,5 miliardi) ed è scesa sotto lo 0,3% dei prestiti alla clientela del gruppo. Intanto, Messina farà distribuire ai soci 1,6 miliardi di saldo dividendi 2022, in aggiunta agli 1,4 miliardi di acconto per i dividendi 2022 pagato a novembre. Il cda della banca ha inoltre deliberato l’esecuzione del buyback per il restante ammontare di 1,7 miliardi autorizzato dalla Bce. «Remunerare gli azionisti mantenendo una solida posizione patrimoniale resta la nostra priorità», ha sottolineato ieri. Aggiungendo che nei prossimi giorni verrà lanciata la seconda tranche del riacquisto di azioni proprie, portando l’importo complessivo a 3,4 miliardi. «Ciò significa che quest’anno restituiremo almeno 5,3 miliardi tenendo conto del dividendo che pagheremo a maggio previa approvazione dell’assemblea di fine aprile, della seconda tranche del buyback e dell’acconto sul dividendo che pagheremo a novembre». Messina ha definito quello del 2022 il «miglior bilancio della storia di Intesa» con un quarto trimestre che «è stato il miglior trimestre di sempre per ricavi - in aumento del 13% sull’anno precedente - con una forte accelerazione della componente da margine di interesse».I conti sono stati apprezzati dagli analisti ma in Borsa ieri il titolo ha chiuso la seduta con un calo del 2,9 per cento. «Sono in questa banca per rimanerci nei prossimi anni, non sono interessato a far muovere il titolo nel breve termine», ha commentato Messina. Ricordando che il titolo era salito prima dell’annuncio dei risultati e che «nel momento in cui si presentano i risultati e non si fanno sognare gli investitori con prospettive teoriche, alcuni vogliono prendere beneficio rispetto ai rialzi realizzati».