2023-08-27
«Il governo grazi i medici puniti perché curavano i malati»
Il sindacato Farmacisti indipendenti: «Un decreto per annullare i provvedimenti contro chi rifiutò paracetamolo e vigile attesa».Nel Mondo al contrario, per dirla alla Roberto Vannacci, i medici non visitano i pazienti né li curano. Si limitano a seguire ed eseguire il protocollo Speranza. Il termine non è un sostantivo ma un cognome. La diagnosi viene affidata soprattutto - se non solo - a un tampone acquistabile in farmacia. Basterebbe in pratica una scimmia anziché un medico a dare il responso. Tutti sanno che il Covid è una sindrome respiratoria virale e come tale va trattata precocemente. Gli avversari possono moltiplicarsi. Non c’è solo il virus. Ma anche altri agenti patogeni - quali i batteri - che colonizzano gli organi infiammati con facilità stupefacente. Per questo servono anche gli antinfiammatori e gli antibiotici. Ma nel mondo al contrario, ciò che prima sarebbe stato curato con quei medicinali e - se necessario - con cortisone, eparina e altri farmaci (da banco o comunque di frequente utilizzo), viene invece affrontato con della banale Tachipirina. Accanto alla vigile attesa. Che, come il nero, sta bene su tutto. Sempre nel mondo al contrario Guido Rasi, esperto medico al servizio del ministro Roberto Speranza già a capo dell’Ema, sosteneva in tv che la Tachipirina era un antinfiammatorio. Falso. E veniva contraddetto da Andrea Stramezzi che di pazienti ne aveva seguiti circa 6.000. E visti morire solo quattro, peraltro ultraottantenni, di cui tre con precedenti metastasi polmonari. Il tutto dopo averli visitati e prontamente curati con antinfiammatori, antibiotici ed eparina senza aspettare il tampone. Tantissime le testimonianze raccolte dalla trasmissione Fuori dal Coro. Ma sempre nel mondo al contrario quel medico ora rischia la radiazione definitiva dopo la sospensione. Di fronte a quegli ingiusti provvedimenti, Giorgia Meloni - una volta visto il servizio mandato in onda da Mario Giordano - si oppose duramente. Il responsabile sanità per Fratelli d’Italia Marcello Gemmato promosse un’interrogazione parlamentare dai banchi dell’opposizione. La parola d’ordine di allora era «andremo in fondo». E oggi, che la Meloni e Gemmato sono rispettivamente presidente del Consiglio e sottosegretario al dicastero della Salute, quella possibilità di andare concretamente in fondo si è materializzata. Magari riportando le cose al loro ordine. Viene loro offerta la possibilità su un piatto d’argento. Anche e soprattutto grazie a una lettera aperta del sindacato Farmacisti indipendenti d’Italia rappresentata dal dottor Giancarlo Stival. «Le persone che l’hanno votata si aspettavano un cambio di passo, che non sempre è stato possibile, se non altro sulla gestione della pandemia» sono le parole con cui inizia la missiva a difesa del caso forse più emblematico ma tutt’altro che unico: quello del medico Andrea Stramezzi, appunto. Inizialmente sospeso dall’Ordine per 12 mesi. Oggi quel provvedimento è stato prorogato a 17 mesi, poiché le commissioni disciplinari gli imputano violazioni deontologiche del tipo: «Non ha seguito e ha osteggiato le linee guida, Tachipirina e vigile attesa». Stramezzi avrebbe prescritto - secondo l’accusa - «farmaci che potenzialmente avrebbero potuto avere effetti avversi gravi». Effetti avversi, che Stramezzi non ha mai riscontrato. E che soprattutto non ha mai riscontrato chi lo accusa e vorrebbe radiarlo. Sempre nel mondo al contrario non si parte dai casi specifici realmente accaduti per risalire alle responsabilità, ma da casi ipotetici peraltro non suffragati da nessuna letteratura. La lettera riporta come la stessa Meloni avesse definito «scioccante» il servizio di Fuori dal Coro ricordando anche una frase del suo discorso di insediamento alle Camere: «È più importante ascoltare i medici che hanno curato sul campo, che le linee guida scritte da un burocrate dietro una scrivania». Stival ricorda come a breve Stramezzi, assieme con gli altri colleghi sospesi o radiati, «sarà convocato, per il secondo grado di giudizio, davanti alla Cceps (Commissione centrale esercenti professioni sanitarie)». Organo però nominato dall’allora premier Mario Draghi su indicazione del ministro Speranza nel novembre 2021. Gli anni forse più bui della gestione pandemica, quando imperversava la follia del green pass. E la Cassazione, quale eventuale terzo grado di giudizio, non potrà entrare nel merito della decisione della commissione se non in presenza «di errori formali». L’allarme dei farmacisti è chiaro: «Se il governo e la maggioranza non intervenissero, sarebbe un duro colpo ai tanti elettori che hanno creduto che ciò fosse folle, come dichiarato anche dal presidente del Consiglio. Ma soprattutto lo sarebbe per la libertà di ogni medico, di curare in scienza e coscienza, come previsto dal giuramento d’Ippocrate». Una questione tutta politica e niente affatto sanitaria. Per questo motivo il sindacato avanza una proposta politica. Anzi due. La prima, nel solco della continuità normativa, chiede al governo di utilizzare il cosiddetto spoil system azzerando la Cceps e nominando membri più liberi da condizionamenti. La seconda - più di sistema e rivoluzionaria - potrebbe consistere in «un decreto che annulli totalmente tutti i provvedimenti disciplinari comminati ai medici che si erano discostati dai protocolli Speranza». Per anni abbiamo accostato la pandemia a una guerra? Tanto vale pensare a «una specie di amnistia, come quella politica concordata da De Gasperi e Togliatti».
Jose Mourinho (Getty Images)