2019-04-07
Il giornale dei vescovi difende le famiglie. Quelle degli immigrati
Avvenire ha trattato con sufficienza il Congresso di Verona. Adesso però elogia gli stranieri e i loro nuclei: «Forza sana».Finalmente abbiamo capito quali siano le famiglie che piacciono ai vescovi italiani e, di conseguenza, al giornale che li rappresenta: sono quelle degli immigrati. Le altre, specie quelle che nutrono simpatie destrorse, non sono molto gradite alla Cei e ad Avvenire. Nei giorni del Congresso mondiale delle famiglie che si è svolto a Verona, infatti, il quotidiano dei prelati ha mostrato l'entusiasmo di un merluzzo sotto sale. Anzi, a dirla tutta ha raccontato la manifestazione scaligera come una specie di circo, una riunione di barbari da trattare con sufficienza e pure con una certa superficialità. Leggendo gli articoli dedicati all'evento si avvertiva perfino una punta di fastidio. Domenica scorsa, per esempio, Avvenire ha titolato: «Il documento finale del Congresso delle famiglie. Ed è un “libro dei sogni"». Come a dire che tutto l'evento è stato uno spreco di tempo. Nei giorni precedenti non è andata meglio.Venerdì, quando la kermesse è stata inaugurata, il giornale vescovile ha scritto: «Parte oggi il Congresso mondiale, forte il rischio che la contrapposizione politica oscuri tutti i contenuti». Di nuovo, una bella stilettata agli organizzatori: troppo politicizzati, ovvero troppo «di destra» per i gusti della Cei.Insomma, il foglio che si definisce «di ispirazione cattolica» ha in parte snobbato e in parte fustigato un raduno dedicato a un tema (in teoria) non proprio secondario per i cristiani: la difesa della famiglia tradizionale. Ecco perché ieri ci siamo sorpresi di trovare, sulla prima pagina di Avvenire, un robusto editoriale dedicato alla famiglia, firmato dal sociologo Maurizio Ambrosini. Solo che poi, leggendo meglio, abbiamo chiarito l'equivoco. Non si trattava di un articolo sulla famiglia naturale punto e basta, bensì di un elogio dei migranti intitolato «L'altra famiglia che fa l'Italia». Sempre nel titolo veniva specificato: «Gli immigrati e i loro nuclei: forza sana». Molto bene: le famiglie migranti sono una «forza sana». Le famiglie italiane - quelle di Verona, ma non solo - dunque sono una «forza malata»? A quanto pare, sì. Nei pressi dell'Arena si sono riunite persone con idee «un po' inconcludenti e molto velleitarie» (Avvenire dixit, 31 marzo), ma per fortuna ci sono gli stranieri che «fanno l'Italia». «Di famiglie immigrate», scrive Maurizio Ambrosini, «si parla quasi soltanto in occasione di sciagurati episodi di cronaca nera, come le circoncisioni casalinghe dall'esito tragico, o di tragedie della povertà. Oppure a livello locale se ne paventa l'assalto alle esangui risorse delle politiche sociali». Beh, veramente delle donne migranti picchiate dai mariti, delle figlie ammazzate perché «troppo occidentali», dei figli morti per circoncisione e quant'altro si parla troppo poco, e sempre assolvendo i poveri stranieri, «appartenenti a culture diverse». Anche delle famiglie italiane - almeno fino all'altro ieri - si è parlato solo in casi di cronaca nera. Oppure se n'è parlato per definirle antiquate, fuori dal tempo, un modello da superare concedendo più spazio alle nuove «famiglie arcobaleno». Inoltre, non è che l'assalto alle risorse pubbliche ci sia bisogno di «paventarlo». Vogliamo ricordarci delle straniere che hanno avuto accesso ai «bonus mamma» benché prive di permesso di soggiorno di lungo periodo? Vogliamo parlare della marea di bambini italiani che vengono esclusi dalle mense scolastiche e per cui non si è mai mobilitato nessuno?Ovviamente, ad Avvenire tutto ciò non interessa. In compenso, però, il giornale è molto lieto di spiegare che l'arrivo di tante famiglie straniere sul suolo italiano «favorisce l'integrazione, la sicurezza, la mescolanza, oltre che il benessere degli individui». Pensate: le famiglie dei migranti svolgono servizi importantissimi: «Sempre più spesso stabiliscono legami di parentela “sostitutiva" con vicini italiani, soprattutto anziane “nonne" rimaste sole. [...] Le nonne italiane adottano silenziosamente migliaia di nipoti delle più varie provenienze». Evviva le famiglie straniere, evviva! Garantiscono il benessere, ci rendono sani, fanno l'Italia, si prendono cura delle vecchine abbandonate. Mica come le famiglie italiane che sono brutte, noiose e - cosa che più di tutte indispone i vescovi - talvolta hanno il vizio di votare a destra.
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