2023-04-17
Il G7 smentisce gli ecodeliri Ue e dà il via libera ai biocarburanti
Assist all’Italia sulla decarbonizzazione. Gilberto Pichetto Fratin: «Ora Bruxelles riapra il dialogo».Al G7 di Sapporo l’Italia incassa un decisivo successo che è anche una sonora bocciatura per la Commissione europea sui biocarburanti. Nel documento finale con cui i sette grandi si impegnano ad abbattere le emissioni e a lottare contro la plastica c’è un passaggio fondamentale. «È necessario» - si legge nel documento «garantire che i nostri sforzi per decarbonizzare i veicoli siano in linea con le traiettorie per mantenere un aumento della temperatura di 1,5° a portata di mano e siano coerenti con l’integrità ambientale e climatica». Tra questi sforzi c’è anche «promuovere combustibili sostenibili a emissioni zero, compresi i combustibili biologici e sintetici sostenibili». È uno schiaffo al duo Ursula von der Leyen - Frans Timmermans, che aveva cassato i biocarburanti su cui l’Italia detiene un primato tecnologico, favorendo invece i combustibili sintetici di cui ha di fatto l’esclusiva produttiva la Germania. L’Italia con Eni, ma non solo, è uno dei maggiori produttori di biocarburanti, peraltro in linea con le politiche agricole green dell’Ue. Riaprire la strada al bioetanolo significa salvare la produzione e l’uso dei motori endotermici: per l’Italia vuol dire ridare prospettiva alla filiera automotive che vale all’incirca 90 miliardi di euro, il 5,6% del Pil, per 300.000 occupati in oltre 5.000 aziende. Il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha commentato: «Già da domani occorre far ripartire il dialogo con i Paesi europei per arrivare con dati scientifici certi alle soluzioni migliori. I biocarburanti potranno sostituire benzina e diesel e mantenere viva l’industria dell’automobile italiana. La battaglia condotta finora in Europa, assieme ai ministri Matteo Salvini e Adolfo Urso, ne è testimonianza. Nel documento del G7 c’è il riconoscimento, che abbiamo voluto e che apprezziamo, di percorsi che valorizzano la specificità dei diversi Paesi». Cosa che Bruxelles si è sin qui rifiutata di fare, consegnando di fatto l’Europa nelle mani di Cina e Germania per quanto riguarda la mobilità. Anche il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso soddisfazione: «Sono certo che le ragioni della scienza e della tecnologia, le ragioni del buon senso, prevarranno presto anche in Europa. È significativo che la posizione italiana sia stata pienamente condivisa dal G7. Rivolgo un plauso al ministro Pichetto Fratin». Anche la Coldiretti chiede un’immediata riapertura delle trattative in Europa. Ora tocca alla Commissione von der Leyen spiegare perché ha bocciato i biocarburanti. Sarà interessante capire come motiverà il no a Roma e il sì a Berlino, che peraltro per ottenere il via libera ai suoi e-fuel ha giocato di sponda col governo di Giorgia Meloni. Anche perché c’è uno studio recentissimo - rilasciato la scorsa settimana dall’Enea e dalla Cattolica di Piacenza - che conferma: «Le emissioni di gas serra delle auto che funzionano con bioetanolo prodotto con miscanto e salice sono vicine allo zero, variando da 17 a 13,5 g CO2, mentre le tecnologie alternative vanno da 100,2 per il veicolo a batterie alimentato a rinnovabili, a 200,4 per il veicolo a batterie alimentato dal mix elettrico nazionale, fino a 343,2 g CO2 dei veicoli a benzina». Il miscanto è un’erba, il salice un albero che crescono nei terreni marginali non coltivati, le cosiddette fasce tampone che l’Italia prevede da anni come aree verdi, che hanno la funzione di rinnovare i terreni e assorbire anidride carbonica. Producono per oltre venti anni e non hanno bisogno di nulla. Ma chissà se a Bruxelles lo sanno.
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