2020-03-21
Il delirio delle Ong. Giocano agli eroi e scaricano stranieri su un Paese sfinito
L'Ue ha precisato che si deve fermare tutto, meno gli sbarchi. Il capo di Open Arms si paragona ai medici: andiamo avanti.Non ci basta il flagello del coronavirus, ci tocca pure quello delle Ong. Sì, contro le organizzazioni non governative che continuano a scaricarci carrettate di extracomunitari non ci sono vaccini o precauzioni che funzionino. Per qualche giorno sono state tranquille, forse perché telecamere e giornali avevano gli occhi puntati altrove e non su di loro, tuttavia, da quando la Commissione Ue ha precisato che il blocco degli ingressi in Europa vale per tutti ma non per i richiedenti asilo, i volontari del pronto intervento pro migranti si sono risvegliati dalla quarantena, dichiarandosi pronti a imbarcarsi per andare a pesca di profughi. Mentre gli italiani sono costretti in casa dagli arresti domiciliari disposti da Giuseppe Conte, i bravi ragazzi delle Ong invece sono liberi di scorrazzare in mare aperto alla ricerca di naufraghi da portare in Italia nonostante l'epidemia. Che cos'abbiano in testa è presto detto: si sentono eroi, tanto da porsi sullo stesso piano di medici e infermieri che ogni giorno mettono a repentaglio la loro vita pur di salvare i malati da coronavirus. Sentite qui che cosa ha detto Riccardo Gatti, presidente di Open Arms, una delle Ong più attive nel rifornirci di migranti: «Cosa accadrebbe se medici, infermieri e infermiere non facessero il lavoro straordinario che stanno facendo in questi giorni? Cosa potrebbero fare i singoli stati europei da soli? La solidarietà è un sentimento imprescindibile e non perché dimostra quanto siamo buoni, ma perché serve per continuare a essere una comunità di uomini e donne. Per questo, rispettando tutti i protocolli medici necessari e le direttive governative, è importante tornare in mare e faremo di tutto per farlo il prima possibile». Il senso è chiaro: Gatti e compagni pensano davvero di essere come quei camici bianchi e blu che combattono nella trincea degli ospedali contro il coronavirus. Certo, su una nave non si rischia la vita e non ci si deve bardare con tute antivirus, guanti, occhiali e mascherine. Al massimo si deve prendere qualche precauzione quando si imbarcano i profughi, ma poi si può stare all'aria aperta, non in una sala di rianimazione.Sì, fatte le debite differenze, i giovanotti si considerano dei missionari dell'immigrazione, coraggiosi paladini dei più deboli, moderni Robin Hood che si battono contro il nuovo sceriffo di Nottingham travestito da Salvini. I volontari di Ong tipo Open arms ardono dal desiderio di fare del bene e di aiutare chi sta peggio di noi, proprio come medici e infermieri. Però, non si capisce come mai quel sentimento di solidarietà che straripa dai loro discorsi non lo indirizzino verso Bergamo, Brescia, Cremona e Milano. Lì c'è una comunità di uomini e donne che soffre, con persone che non contano nemmeno più le ore di lavoro pur di rendersi utili. Non sono tutti professionisti dell'assistenza, operatori sanitari inquadrati da un contratto. Fra di loro ci sono anche molti volontari, che in queste ore si sono rimboccati le maniche pur di aiutare. E allora perché i bravi ragazzi che desiderano evadere dagli arresti domiciliari non fanno altrettanto? In ospedale c'è molto da fare e anche sulle ambulanze. Non c'è bisogno di imbarcarsi su una nave delle Ong per rendersi utili. Lo si può fare anche restando nei paraggi di casa. O forse si ritiene che restare a pochi chilometri di distanza sia meno avventuroso? Il capo di Open Arms, oltre a dichiarasi pronto a salpare per i mari, precisa nella sua nota che la sua Ong rispetterà i protocolli medici e le direttive governative. Ecco, bene. Ma i protocolli medici e le direttive governative dicono una sola cosa: state a casa e se non lo fate siamo pronti a denunciarvi per procurata epidemia. Ecco, perché quello che vale per gli italiani non deve valere per chi va a spasso per non farci mancare nuovi profughi? Chi va al lavoro o anche solo al supermercato è costretto a esibire una sorta di lasciapassare che testimoni lo stato di necessità che ha motivato l'uscita di casa. E questi giovanotti che lasciapassare hanno? Quello del loro ego o della loro indifferenza di fronte a ciò che accade in Italia?Ps. Qualcuno può incaricare Chi l'ha visto? di ritrovare Laura Boldrini e i suoi amici? Da quando siamo alle prese con il coronavirus, Nostra signora dei migranti e i suoi seguaci sono spariti dalla circolazione. Ci farebbe tanto piacere sapere se il loro repertorio si limita ai profughi o c'è qualche cosa anche per gli italiani.
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