2021-06-13
Il cuore di Eriksen si ferma in campo. La gioia all’Europeo è durata un giorno
L'interista si accascia in Danimarca-Finlandia: 15 minuti di massaggio cardiaco sul prato. Ricoverato per accertamenti. Scorre il minuto 43 allo stadio Parken di Copenaghen. La partita DanimarcaFinlandia, prima sfida del Gruppo B dei gironi eliminatori degli Europei di calcio, sguscia via sotto gli occhi dei tifosi scandinavi senza particolari guizzi. Viene fischiata una rimessa laterale, Christian Eriksen, stella del centrocampo danese in forza all'Inter, riceve il pallone, lo tocca, poi sembra che qualcuno lo spinga alle spalle, come un colpo di vento improvviso, troppo forte per essere retto persino da un atleta poderoso. Le gambe si attorcigliano in modo innaturale, il calciatore cade in avanti, la faccia sul campo, la caduta mostra la banalità di un imprevisto che in pochi secondi viene da tutti, giocatori e arbitro, classificato come gravissima situazione d'emergenza. Eriksen non si muove, i compagni di squadra fanno cenno ai soccorritori di accelerare il passo, alcuni di loro si riuniscono in cerchio attorno a lui per proteggerlo dalle telecamere senza guardarlo direttamente in volto. Solo il capitano Simon Kjaer gli dà uno sguardo, controlla la posizione della lingua, fondamentale nei casi estremi di attacco cardiaco. Poi si gira a sua volta, onorando la sua fascia, dà disposizioni agli altri, in attesa dei soccorsi. Nello stadio non vola una mosca, si scorge a malapena lo staff medico impegnato a praticare il massaggio cardiaco, operazione ripetuta diverse volte. Il commissario tecnico danese Hjulan parla concitato al telefonino, poi corre verso la tribuna opposta alla sua panchina. All'altro capo della linea, la moglie di Eriksen, Sabrina Kvist Jensen, chiede il permesso di entrare in campo. Nei secondi successivi la si vede a fianco della panchina, abbracciata ai colleghi del marito Kjaer, leader indiscusso anche nelle emergenze, Schmeichel e Hjiulmand, con lo sguardo teso come una corda di violino e le lacrime ben visibili. Trascorrono una quindicina di minuti, sui social si diffonde la notizia, c'è chi teme il peggio. Il match viene sospeso. Mentre i giocatori si apprestano a rientrare negli spogliatoi, arrivano alcuni infermieri con una barella su cui caricare Eriksen e sopraggiunge un'immagine confortante: l'atleta pare cosciente, si passa una mano sulla fronte, riceve la mascherina dell'ossigeno e accenna a ulteriori movimenti. Poco dopo le 19.40, il messaggio ufficiale della Uefa: è stato trasferito in ospedale, il Rigshospitalet, è in condizioni stabili, ha parlato con suo padre. La Federcalcio danese puntualizza che verrà trattenuto sotto osservazione per accertamenti approfonditi. Dagli spalti si intonano cori, all'unisono tutti gli spettatori scandiscono: «Eriksen, Eriksen!». Poco prima, la paura serpeggiava nel mondo del pallone. La Federcalcio inglese ha deciso di annullare la conferenza stampa di rito in vista del match contro la Croazia, in attesa di ulteriori comunicazioni sullo stato di salute del danese. Sui social si sono subito diffusi messaggi di incoraggiamento: «Forza Chris», ha scritto su Twitter Steven Zhang, plenipotenziario interista, pubblicando una foto in cui stringe la mano al suo giocatore. Poi è toccato a Lautaro Martinez, Arturo Vidal, Alessandro Bastoni, tutto l'universo nerazzurro. Beppe Marotta è rimasto in costante collegamento con l'equipe medica dell'ospedale, comunicando di volta in volta le notizie che sono apparse sempre più confortanti: Eriksen se la starebbe cavando, la faccenda resta seria, ma il pericolo pare scongiurato. Poi parla Martin Schoots, l'agente del fuoriclasse: «Respira e può parlare, è sveglio», ha dichiarato a Npo Radio 1. «Suo padre e sua moglie sono con lui. Enorme spavento e choc, ma è fuori pericolo». Gli spettatori sugli spalti vengono invitati a rimanere ai loro posti per la ripresa della sfida, avvenuta alle 20.30. Fino al colpo di scena più atteso. L'indicazione a proseguire le ostilità sul campo - ha confermato la Federcalcio danese - è giunta proprio su richiesta di Christian Eriksen, che avrebbe esortato i compagni di squadra a riprendere la partita, dichiarando di sentirsi meglio e di poter superare il brutto momento. Quel genere di momenti, la retorica lo consentirà, che fanno comprendere come basti qualcosa di simile a un soffio di vento per demolire le certezze di chiunque, pure quelle di un atleta all'apparenza inscalfibile. Ma se c'è il lieto fine, quei momenti possono essere raccontati con sollievo.