2020-10-14
Il Cts contro il limite agli ospiti in casa. «Non esiste nessuna evidenza scientifica»
Bocciata nel Dpcm la linea dura di Roberto Speranza e Dario Franceschini, Anche il Colle contro il veto anticostituzionale nelle abitazioni Il presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: «Le regole esistono già, devono solo essere rispettate»Lo speciale contiene due articoliIl nuovo Dpcm contenente le misure anti contagio è stato firmato l'altro ieri notte e sarà valido fino al 13 novembre. Nei giorni scorsi, lo scenario attorno all'atteso provvedimento era quello di un film già visto: anticipazioni, smentite, margini di ambiguità volutamente ampi, anticipazioni per sondare il terreno, circolari interpretative, la polemica sui runners, la sottolineatura delle prefetture sulle attività di controllo e repressione. La vera novità, e pure la più eclatante, ha riguardato l'ipotesi di imporre il divieto di invitare nelle proprie mura domestiche più di sei persone oltre al convivente. Fortunatamente, nel nuovo decreto del presidente del Consiglio, non è previsto divieto alcuno, ma solo una forte «raccomandazione». Non è passata dunque la linea dura del ministro e capo delegazione del Pd nel governo, Dario Franceschini, e soprattutto del ministro Roberto Speranza. Il quale, candidamente, da Fabio Fazio aveva annunciato l'intenzione di affidarsi al controllo del rispetto del veto ai cittadini tramite «segnalazioni», ovvero, un invito alla delazione dei vicini. La voglia di arruolare gli italiani come spie aveva scatenato l'ironia del Web e la perplessità di molti. Probabilmente, se lo scenario delle forze dell'ordine alla porta per contare quanti amici stanno guardando sul divano la partita in tv fosse stato disegnato da Matteo Salvini o da un ministro del centrodestra, si sarebbe urlato al ritorno al Ventennio e sarebbero stati organizzati sit in di protesta intonando Bella ciao, ma tant'è. Alla fine, la linea poliziesca non ha prevalso, ma solo dopo un aspro scontro. Oltre alla contrarietà di Giuseppe Conte e di alcuni esponenti dei partiti di maggioranza come Italia viva, l'alt era arrivato anche dal Quirinale. Il Colle aveva infatti fatto notare al governo che nel decreto del 7 ottobre, la cornice giuridica al Dpcm, si parla di nuove regole per i luoghi pubblici, ma non si fa cenno ai luoghi privati. Inoltre, la stretta avrebbe conflitto con gli articoli 12 e 42 della Costituzione. Senza contare che per perquisizioni, ispezioni e sequestri, è necessario il mandato di un giudice e non la chiamata al 112 di un vicino livoroso. Tuttavia, se il pericolo di un divieto anticostituzionale è stato scampato, l'intento di moral suasion no. La «forte raccomandazione» è stata messa nero su bianco nel decreto e ieri Conte è tornato a ripetere che «dobbiamo migliorare i comportamenti anche in abitazioni private, l'evoluzione della curva si è innalzata soprattutto per dinamiche in ambito famigliare e amicale. Vogliamo scongiurare un lokdown generalizzato, dobbiamo rispettare le regole e muoverci in modo fiducioso. Dobbiamo indossare mascherine se ci si avvicina a persone fragili, se si ricevono ospiti e vi invitiamo a limitare il numero di ospiti non più di sei e di non svolgere feste e party in casa, sono situazioni di insidie pericolose. Ma non manderemo la polizia nelle case per controllare». Sulla scelta di invitare a limitare gli ingressi nella propria casa, è risultato critico persino il Comitato tecnico scientifico che, nel parere trasmesso al governo prima della firma del decreto ha comunicato che non c'è alcuna «evidenza scientifica» che la limitazione possa servire a limitare i contagi. Per questo il Cts ha «preso atto» della scelta ma non l'ha condivisa.Le altre restrizioni in vigore da ieri confermano quanto trapelato prima della firma: ristoranti e bar dovranno chiudere a mezzanotte, ma dalle 21 sarà vietato consumare in piedi, quindi potranno continuare a servire i clienti solo i locali che abbiano a disposizione dei tavoli, al chiuso o all'aperto. Restano chiuse le sale da ballo e discoteche, all'aperto o al chiuso, mentre sono permesse fiere e congressi. Vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all'aperto. Restano consentite, con le regole fissate dai protocolli già in vigore, le cerimonie civili o religiose come i matrimoni, ma con la partecipazione massima di 30 persone. Divieto anche per le gite scolastiche e stop al calcetto e agli altri sport di contatto, come il basket, svolti a livello amatoriale. Confermato l'obbligo di avere sempre con sé la mascherina e di indossarla al chiuso, tranne che in casa, e in tutti i luoghi all'aperto dove non sia garantito l'isolamento. Escluso chi fa attività sportiva, i bambini sotto i sei anni, i soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l'uso della mascherina. Resta per gli spettacoli il limite di 200 persone al chiuso e di 1.000 all'aperto, con un metro tra i posti. Per legare sportive è consentita la presenza di pubblico, «con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1.000 spettatori all'aperto e 200 al chiuso». Critici i governatori Fedriga, Fontana, Toti e Zaia, che accusano l'esecutivo di non averli ascoltati. Il presidente del Veneto, in particolare, aveva proposto la reintroduzione della didattica a distanza alternata per le classi degli ultimi anni delle superiori per cercare di ovviare al problema del sovraffollamento sui mezzi, ma il ministro Azzolina ha escluso a priori l'ipotesi.