2020-10-21
Il coprifuoco fa litigare gli alleati di governo
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
A sinistra è tutti contro tutti: Vincenzo Spadafora critica Vincenzo De Luca ed è a sua volta rimbrottato duramente da Nicola Zingaretti: «Pensi allo sport e non dia pagelle». Matteo Salvini a denti stretti è costretto a difendere Attilio Fontana. Ma con Fdi dà la responsabilità all'esecutivo inefficiente.«Non mi piace la parola “coprifuoco". Come non mi piacciono tutte le limitazioni della libertà personale. La vera emergenza? Il trasporto pubblico». Il leader della Lega, Matteo Salvini, ribadisce quanto detto qualche giorno fa prima che il «suo» governatore, Attilio Fontana, emanasse un'ordinanza più restrittiva rispetto alle misure, poche per la verità, già contenute nel Dpcm del 18 ottobre firmato dal premier Giuseppe Conte, chiedendo di fatto un coprifuoco per la Lombardia dalle ore 23 alle 5 del giorno dopo. «Credo sia opportuno prendere un'iniziativa come questa che è simbolicamente molto importante», ha detto il presidente Fontana, davanti ai numeri di contagi e ricoveri. La decisione di fermare tutte le attività e gli spostamenti notturni nella regione «non dovrebbe avere delle conseguenze di carattere economico particolarmente gravi che non lasciare che la situazione peggiori». Per Salvini però «se Regioni e Comuni sono costretti a chiudere è perché sul trasporto pubblico, che è la vera emergenza ora, il governo non ha fatto nulla e sulla scuola ha fatto poco e male».«Questo è un governo che va alla cieca, che sapeva da luglio della recrudescenza del problema coronavirus avendo in mano gli atti del Cts e li aveva secretati, eppure non ha fatto nulla», dice Francesco Lollobrigida capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, positivo asintomatico al Covid19. Per «niente», il deputato intende per i trasporti (pensando ai monopattini) per cui sono stati stanziati 350 milioni per tutta Italia e su cui oggi alla Camera ci sarà un question time, per la scuola solo banchi a rotelle, nessun aumento delle terapie intensive né dell'assistenza domiciliare né un piano per salvaguardare le persone a rischio. «Hanno colpito le palestre dando una settimana per adeguarsi non si capisce a cosa visto che già si attengono ai protocolli nazionale, regionale e federale». E infatti, aggiunge Lollobrigida, «venerdì, 2 giorni prima della scadenza fissata dal Dpcm, lo spiegherà in Aula il ministro Vincenzo Spadafora. Colpiscono a prescindere dal rischio comprovato». Secondo Lollobrigida, ex assessore regionale ai trasporti, «la maggioranza giallorossa ha passato l'estate a dividersi poltrone e partecipate, a litigare su posizioni ideologiche, a rifiutare il confronto con l'opposizione e ora scarica su Regioni e Comuni le decisioni politiche ed economiche che non ha la forza di prendere». Tipo il coprifuoco? «L'etimologia di questa parola non è drammatica però certo che fa pensare al pericolo. Ora che alcuni amministratori oltre a provvedimenti sensati, ne possano prendere altri eccessivi è possibile, anche in regioni dove noi governiamo. In Lombardia, infatti, il nostro capogruppo in Regione ha già chiesto a Fontana cosa intende fare e il perché di scelte così radicali, quali le ragioni tecniche e perché non concentrarsi invece su interventi più puntuali, far capire alla popolazione la differenza tra sintomatico e asintomatico, i veri rischi, la prevenzione…».Ma c'è il pericolo di una limitazione delle libertà personali? «Ci vuole trasparenza a cominciare dal governo, deve essere chiaro perché si chiedono certi sacrifici e spiegare perché si chiede di rinunciare alle nostre libertà. Non imporre come hanno rischiato di fare con le multe se a casa ci sono più di 6 persone. Queste sono depravazioni mentali, di un governo allo sbando». Un governo che in attesa del patto di legislatura ha i nervi piuttosto tesi. L'ultimo motivo di tensione interno alla maggioranza è stato scatenato dalle critiche del governatore campano Vincenzo De Luca su Juve-Napoli. Su questo ieri, il ministro dello sport Spadafora, ha commentato: «Inviterei il presidente De Luca a occuparsi del sistema sanitario campano, perché non mi pare che soprattutto durante l'estate abbia fatto granché e in questo momento i dati della Campania lo confermano. È stato facile chiudere, anche per De Luca è stato facile farsi tanta pubblicità dicendo “chiudiamo tutto" e diventando noto con le sue famose frasi. Ma adesso che bisogna riaprire in sicurezza non sta reggendo il sistema dei trasporti né quello sanitario. De Luca ha fallito». Immediata la reazione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti: «Spadafora pensi allo sport e non dia pagelle ai presidenti di Regione. Non ne ha titolo. I ministri del governo in questo momento dovrebbero lavorare per la coesione e l'unità del Paese e non perdersi in stupide e provocatorie polemiche». Un'altra randellata per il responsabile dello sport, che già era incappato nel «bugiardo» lanciatagli dal positivo al Covid Cristiano Ronaldo, accusato di aver violato i protocolli perché «questi grandi campioni si sentono un po' al di sopra di tutto». La reazione stizzita di Zingaretti segue quella sulla bocciatura del Mes di Conte: «Questi temi non vanno affrontati in una conferenza stampa». Mentre la maggioranza litiga, in un vertice che si è tenuto negli uffici del leader della Lega Salvini, con Giorgia Meloni, Antonio Tajani e, in video conferenza, Silvio Berlusconi, il centrodestra ha analizzato più di venti nomi di possibili candidati per le principali città che andranno al voto in primavera. L'occasione è stata utile anche per fare il punto della situazione politica, anche alla luce dell'ultimo Dpcm perché «il centrodestra intende avviare un ancora più efficace coordinamento per offrire proposte e soluzioni costruttive al governo, con la consapevolezza di guidare 15 Regioni su 20 e di essere maggioranza nel Paese».
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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