2021-01-23
Il commissario «baciato» dall’insuccesso
Domenico Arcuri (Cosimo Martemucci/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)
Domenica scorsa, durante la puntata di Live Non è la D'Urso, su Canale 5, ho sentito raccontare dall'ex portavoce di Romano Prodi, Sandra Zampa, ora sottosegretario alla Salute del governo Conte, che i vaccini anti Covid si faranno in farmacia. Sì, testuale: le persone potranno essere vaccinate tra la vendita di un'aspirina e un Voltaren. Sarà sufficiente accomodarsi su una sedia e attendere un quarto d'ora dopo l'inoculazione per vedere l'effetto che fa, ossia se la fiala produca o meno conseguenze. Mentre l'onorevole Zampa descriveva l'incredibile soluzione escogitata dal governo per eseguire le vaccinazioni (immagino le reazioni dei farmacisti e degli italiani vaccinati in pubblico), mi sono chiesto che fine avessero fatto le primule che dovevano sbocciare in ogni città. Ricordate? All'inizio di dicembre i giornali diedero con grande enfasi la notizia che l'archistar Stefano Boeri aveva disegnato dei padiglioni per conto del commissario Domenico Arcuri: così si sarebbe somministrato il farmaco contro il coronavirus. Beh, la nostra Camilla Conti ha indagato un po' e ha risolto il mistero. Le primule non sono mai sbocciate. Dei 1.500 tendoni annunciati, il commissario all'emergenza si è ricordato solo l'altroieri, pubblicando un bando che si chiuderà il 27 gennaio, cioè con due mesi di ritardo rispetto all'annuncio. Ciò significa che se tutto va bene i tendoni li vedremo fra qualche mese, quando la campagna vaccinale non dico che sarà conclusa, ma ci si augura perlomeno bene avviata. Qualcuno forse si stupirà del ritardo con cui il signore che dovrebbe fronteggiare un'emergenza decide gli interventi, ma è sufficiente dare un'occhiata ai precedenti appalti per le forniture di materiale contro la pandemia per rendersi conto che lo svelto Domenico Arcuri sta procedendo alla solita velocità, ossia al rallentatore. Tradotto, se il flop manager a cui Giuseppe Conte ha delegato ogni cosa fosse una linea ferroviaria, di sicuro vincerebbe il titolo di treno più lento d'Italia, battendo perfino i convogli della linea Messina-Siracusa, una tratta in cui è facile accumulare anche 100 ore di ritardo. Non ci credete? E allora guardate come sono andate le precedenti gare, quelle che ci hanno accompagnato in un anno di epidemia. Fast and Furious Arcuri, a fine maggio, mentre l'Italia si prepara a riaprire i battenti, annuncia che «da settembre ci saranno sul mercato solo mascherine chirurgiche italiane». Il Superpippo anti Covid ci tiene ad aggiungere che da giugno, cioè di lì a un mese, le 51 macchine acquistate dallo Stato per la produzione dei dispositivi saranno in grado di produrre 31 milioni di mascherine al giorno. Risultato, a ieri risultavano importate 3,7 miliardi di mascherine, il 90% delle quali dalla Cina. In pratica, l'autarchia annunciata non s'è mai vista. Ma i disastri del commissario ai disastri non si limitano ai dispositivi di protezione. Quando si è dovuto occupare di scuola ha fatto anche peggio. Per esempio, a luglio, in vista della riapertura delle scuole, il nostro assicura che entro i primi di settembre, data prevista per l'inizio delle lezioni, ci sarebbero stati banchi per tutti. Prima di Ferragosto, il super fenomeno che passa dalle mascherine all'acciaio di Stato, comunica che sono stati definiti i contratti di affidamento e le consegne di 2,5 milioni di banchi a rotelle (le ruote non si sa perché vengono considerate la soluzione per consentire il distanziamento fra gli alunni) sarebbero avvenute entro il 12 settembre. Il 14 gli studenti tornano a scuola, ma all'appello mancano i famosi banchi, la cui consegna, essendo i tavoli ancora in fase di costruzione, è spostata a fine ottobre. Il 27 novembre viene annunciato che 2,3 milioni di banchi sono stati consegnati: peccato che nel frattempo le lezioni siano state sospese. Non si poteva partire prima, cioè a giugno, quando già si sapeva del Covid e dell'obbligo di distanziamento a scuola? La domanda è senza risposta. Così come senza alcun chiarimento è passato il ritardo delle terapie intensive, il cui potenziamento Arcuri annunciò il 2 ottobre, fissando la scadenza per la presentazione delle offerte al 12 ottobre, quando già la seconda ondata aveva fatto sentire i primi effetti. E che dire della gara per recuperare ambulanze e barelle? Anche quella è stata fissata fuori tempo massimo.Con il bando per reclutare medici e infermieri per i vaccini, l'uomo dei disastri si è addirittura superato, pubblicandolo l'11 dicembre, con scadenza per il 28 dello stesso mese. Già, perché fare le cose in fretta quando non ci sono i vaccini? E in effetti, oltre alla lentezza con cui ha ordinato le siringhe, scegliendo quelle più difficili da reperire, Mister emergenza non si è scaldato troppo neppure per trovare i frigoriferi che devono conservare le dosi della Pfizer a meno 70 gradi. L'ordine sapete quando è partito? Ai primi di gennaio. Certo, per affrontare i guai ci vuole un uomo dai nervi di ghiaccio. Sì, ma non un tizio che procede con la velocità di un ghiacciolo. Ps. Un'ultima domanda: c'è una ragione se dopo ogni flop il super commissario rimedia un nuovo incarico?
Jose Mourinho (Getty Images)