2022-04-13
Se il centrodestra non cede, oggi
Draghi può perdere la sua maggioranza
Matteo Salvini, Antonio Tajani e Giorgia Meloni (Ansa)
Oggi Lega e Forza Italia da Draghi con l’obiettivo di trovare un accordo che eviti la fiducia sulla delega fiscale Inaccettabile passare dal calcolo reddituale a quello patrimoniale degli immobili, cioè più tasse sulla casa.Giornata di riunioni quella di ieri sia sul fronte del centro destra sia su quello governativo. Da entrambe le parti ci si prepara alla riunione più complessa dal giuramento di Mario Draghi. Sul tavolo l’obiettivo di trovare un accordo politico sulla riforma del fisco e la relativa legge delega ed evitare che, una volta giunta in Aula, sul testo venga messa la fiducia. A quel punto Lega e Forza Italia sarebbero costretti a ingoiare il rospo oppure cercare di far cadere il governo. Così ieri pomeriggio si è tenuta una riunione tra i rappresentanti dei due partiti, riunione che riprenderà stamattina verso le 9, con l’obiettivo di trovare un punto di caduta rispetto alle richieste del governo sull’articolo 7, quello che imporrebbe un aumento della base imponibile e la revisione delle aliquote duali. L’effetto dell’ultima versione sarebbe un netto aumento delle imposte sui Btp, ma anche sulla cedolare di alcune locazioni immobiliari. D’altro canto, sul tema più bollente di tutti, quello del catasto, il centrodestra sembra compatto e pronto ad accettare soltanto il primo comma dell’articolo 6. Muro totale sul secondo comma. Per essere più chiari il primo riguarda la mappatura degli immobili fantasma, considerata da tutti i partiti necessaria e urgente. Il secondo invece prevede il passaggio dal calcolo reddituale degli immobili a quello patrimoniale. Esattamente il dettaglio che permetterà una volta terminata la riforma, nel 2026, di consentire all’Agenzia delle entrate, tramite un semplice decreto, di calcolare l’Imu e le altre imposte sul mattone sul valore di mercato. A quel punto scatterebbero gli aumenti percentuali a due cifre stimati da numerosi studi delle associazioni di categoria, ma anche dei sindacati. Con buona pace di tutti coloro che continuano a sostenere che il futuro catasto non causerà un aumento della pressione fiscale (compreso il governo) è bene ricordare che esiste un allegato al testo della delega prodotto lo scorso novembre. Nel quale si scrive che le modifiche sono coerenti con le disposizioni e le raccomandazioni Ue inserite nel Pnrr. Raccomandazioni che mirano a ridurre le imposte del lavoro e compensare le minori entrate del cuneo «con una revisione delle agevolazioni fiscali e una riforma dei valori catastali non aggiornati». Il virgolettato è parte integrante del testo redatto dal ministero dell’Economia e dovrebbe bastare a certificare gli allarmi dei partiti di centrodestra e al tempo stesso le millanterie della sinistra che continua a negare l’obiettivo di fondo: alzare le tasse sulla casa. Nella riunione che si è tenuta ieri pomeriggio a Palazzo Chigi non sembra invece che su questo tema si voglia fare un passo indietro. Attorno al tavolo oltre a Mario Draghi anche il ministro Daniele Franco e il capo di gabinetto, Giuseppe Chinè. Appurato che sull’articolo 6 il governo sembra pronto al muro contro muro, sulla riformulazione duale delle aliquote Draghi avrebbe colto una serie di sfumature. Avrebbe anche compreso di essere stato informato in modo parziale, soprattutto sulle eventuali modifiche della base imponibile. Da qui insomma potrebbe nasce il margine di trattativa con Lega e Forza Italia. Lo scopriremo oggi quando il premier incontrerà Matteo Salvini e Antonio Tajani. Se il gioco è stoppare la riforma del catasto è comprensibile che si giochi la trattativa sulle aliquote e cercare di ridurre la pressione sulle voci dei titoli di Stato e delle cedolari. Sarebbe cedere qualcosa in cambio non di una vittoria politica ma di una decisione che il Parlamento ha preso in modo unanime quando a giugno del 2021 ha redatto un documento congiunto sulla delega fiscale. Il Parlamento ha detto in maniera chiara che non accetta le raccomandazioni Ue e il relativo scivolamento dal calcolo reddituale a quello patrimoniale degli immobili. Il risultato sarebbe solo una ridistribuzione della ricchezza e non creazione di valore. Per spiegare meglio, ridistribuzione significa perdita di ricchezza dei ceti medi e dispersione verso mille rivoli improduttivi. La battaglia sul catasto è semplicemente questo. Quando i grandi media scrivono che Draghi incontrerà Lega e Forza Italia e magari farà qualche concessione invertono l’onere della democrazia. Quando il governo descrive quelli del centrodestra come capricci elettorali fa un falso storytelling. È vero: c’è di mezzo l’impegno con gli elettori, gli stessi che hanno votato un Parlamento che negli ultimi anni si è limitato a fare il passacarte. Se oggi i partiti non vogliono fare harakiri dovranno tenere il punto.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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