2022-06-29
Il centrodestra ha i biglietti vincenti della lotteria. Però adora bruciarli
La scarsa unità è costata alcune città e minaccia regionali e politiche. Assurdo, visto che è la forza prevalente nel Paese.Può succedere che uno vinca la lotteria e perda il biglietto. Ci vuole impegno, dedizione, non una particolare intelligenza, ma può succedere. Ad esempio, sulle ruote di Verona e Catanzaro è successo al centrodestra. Per perdere in queste due città, avendo il biglietto vincente della lotteria elettorale, ci voleva di mettere insieme un gruppo di cervelli esperti in un gioco delle carte un po’ particolare, che si chiama «Tresette alla meno» e cioè, vince chi fa meno punti. A Catanzaro e a Verona il centrodestra potrebbe vincere il Nobel di Tresette alla meno. Sono stati di un’abilità nel buttare via il biglietto che neanche l’inceneritore più avanzato del mondo. Hanno incenerito un consenso amplissimo alla velocità con la quale il tronco di un albero scompare in un altoforno, siamo nei micron di secondo.Va beh, uno dice, ci sta. D’altra parte, le coalizioni si chiamano coalizioni perché mettono insieme soggetti politici diversi, anche profondamente diversi tra loro, per fronteggiare e possibilmente sconfiggere un avversario comune, cioè il centrosinistra. Quindi ci sta che in alcune occasioni la coalizione abbia le cosiddette «frizioni» interne, ma in questo caso non hanno tenuto conto che la parola frizione viene dal latino fricare che vuol dire fregare e sono riusciti a fricarsi da soli. Sarebbe come se uno, giocando al solitario, si ingannasse per perdere. Complimenti. Vivissimi. Dicevamo che può capitare. Ma se dopo Verona e Catanzaro (solo per citarne due dove la vittoria non era proprio a portata di mano ma era in mano) sempre il solito centrodestra comincia a litigare per la Lombardia e per la Sicilia, a circa un annetto dalle elezioni politiche nazionali, allora vien da pensare che non si tratta più di un caso ma si tratta di quello di cui si occuparono due studiosi tedeschi nell’Ottocento, ma anche Sigmund Freud, e si chiama masochismo, che è una degenerazione psichica che associa il piacere a condizioni di sofferenza e di mortificazione. Tale soggetto gode delle umiliazioni. Poiché riteniamo i leader del centrodestra tutti psichicamente sani e anche dotati di intelligenza politica, francamente ci sfugge il perché non si decidano a mettere nero su bianco - va bene anche bianco su nero - una base comune, due regolette di comportamento e così scongiurino le sconfitte e ottengano le vittorie. Si dice che sia per questioni di ripicche di tipo personalistico. Ad esempio, una certa invidia nei confronti della Meloni per i risultati dei sondaggi. Ma cos’è l’invidia? È provare dispiacere per il successo altrui. Va bene, ma se il successo altrui, essendo una coalizione, può favorire anche la tua vittoria, allora si torna a quel famoso fenomeno che nel 1869 due studiosi tedeschi chiamarono masochismus, che deriva proprio da un tale von Sacher-Masoch la cui vita, nonché i suoi scritti, costituiscono un celeberrimo esempio di masochismo. Almeno von Masoch nel cognome c’aveva anche la Sacher che addolciva il tutto, qui di dolce c’è il caffè col sale dentro. Tra l’altro c’è un altro piccolo particolare che è descritto nel titolo di un libro dello storico Roberto Chiarini sulla nostra Repubblica e che reca come sottotitolo il seguente: Perché la cultura politica è di sinistra e il Paese è di destra. Sottotitolo azzeccatissimo, non so se ancora ci sia a sinistra una cultura politica, mi sembra che ci sia un gran casino, ma la seconda parte del sottotitolo rimane valida e cioè la maggior parte del Paese non è di sinistra, è di destra, anzi, di centrodestra. Insomma, se non accade un cataclisma oggettivamente - come dicevano i vecchi comunisti - il centrodestra italiano ha la vittoria delle prossime elezioni politiche a portata di mano. Dipende dal centrodestra se prendere questa occasione nella mano oppure se usare il piede dandole un bel calcione e buttandola via. Non è che è chiesto ai leader del centrodestra di fare quello che è uno dei problemi maggiori classici della geometria greca, cioè costruire un quadrato avente un’area uguale a un cerchio - si chiama, appunto, «quadratura del cerchio», cioè non è chiesto di fare una cosa impossibile a farsi, si tratta più semplicemente di redigere un programma comune e di stabilire una regola, un fatto, un accordo, un che cacchio ne so, per presentarsi alle elezioni non con il biglietto della lotteria in una mano e l’accendino nell’altra. Ce la possono fare i nostri eroi? «Ai posteri l’ardua sentenza» (Alessandro Manzoni).