2022-10-19
Il Cav ributta tutto all’aria
Silvio Berlusconi (Getty images)
Il fondatore di Forza Italia spara: «L’intesa prevede la Casellati Guardasigilli». Ma non è vero. E a 24 ore dal patto di via della Scrofa torna a lamentarsi della «signora Meloni»: «Sui dicasteri mi ha riso in faccia». Infine la stilettata: «Il suo uomo lavora in Mediaset».Annunciare un accordo per farlo saltare: la tregua sottoscritta l’altro ieri da Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi ha resistito meno di 24 ore. Ieri pomeriggio Berlusconi ha fatto saltare di nuovo il tavolo del centrodestra, con uno show davanti a microfoni e telecamere. Sono le 14 quando il leader di Forza Italia, a Roma per partecipare all’elezione dei capigruppo, decide di dare fuoco alle polveri: «In Forza Italia», sottolinea Berlusconi, «c’è profonda amarezza perché a parità di elettori con la Lega, il modo in cui sono stati distribuiti i collegi uninominali ci ha portato 20 deputati in meno e dieci senatori in meno. Per questo», aggiunge, riferendosi alla mancata partecipazione dei forzisti alla votazione per il presidente del Senato, «non io ma i miei senatori hanno voluto dare un segnale su questo tema chiedendo pari dignità con la Lega. Eravamo tutti convinti di votare La Russa, ma al secondo turno, poi la sinistra avete visto tutti cosa ha fatto. Ieri (l’altro ieri, ndr) con la signora Meloni abbiamo parlato di tanti programmi e delle prime cose da fare e lei mi ha chiesto di essere suo consigliere e io mi sono messo assolutamente a disposizione». Berlusconi va in crescendo: «Il ministro della Giustizia sarà Nordio? No», afferma, «c’è la ex presidente del Senato, Elisabetta Casellati, su questo con la Meloni c’è accordo, assolutamente. Meloni ha suggerito: c’è Nordio che è bravissimo, magari ti convinci che è la scelta giusta, ma io sono già convinto che la scelta giusta è Casellati perché conosco le cose che ci sono da fare per la riforma della giustizia. Ho insistito che tutte le cariche», prosegue l’ex premier, «siano date secondo il numero degli elettori». Berlusconi è un fiume in piena: passa poco più di un’oretta e ribadisce che «la Meloni ha detto di sì alla Casellati come ministro della Giustizia». Poi snocciola la lista dei ministri che spetterebbero a Forza Italia: «Casellati alla Giustizia», ripete ancora Berlusconi, «Antonio Tajani agli Esteri e anche vicepresidente del Consiglio dei ministri, Gloria Saccani all’Università, Anna Maria Bernini alla Pubblica amministrazione e Gilberto Pichetto Fratin alla Transizione ecologica. Salvini sarà l’altro vicepremier». Berlusconi nega che tra lui e la Meloni ci siano dissapori, e tira in ballo il compagno della leader di Fdi, Andrea Giambruno, giornalista a Mediaset: «Non c’è stata mai distanza fra noi e la signora Meloni», sottolinea il leader di Forza Italia, «io ho un rapporto di amicizia con lei, mio figlio ha un rapporto di amicizia, il suo uomo lavora a Mediaset. Sono tanti i punti di contatto». Un riferimento che, conoscendo la proverbiale riservatezza della Meloni sulla sua vita privata, certamente non avrà fatto piacere alla premier in pectore. Intanto, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, smentisce l’accordo sulla Casellati alla Giustizia: «La signora Casellati», dice La Russa ai cronisti, «può avere diversi ruoli; qualunque ruolo riterranno di assegnarle, sono certo che lo svolgerà in maniera adeguata. Non c’è solo il ruolo di ministro della Giustizia naturalmente. Per quanto mi hanno riferito quella della Casellati era una delle posizione sub iudice». Da Fratelli d’Italia trapelano conferme: sulla Casellati alla Giustizia non c’è alcun accordo con Berlusconi, il nome preferito dalla Meloni è quello di Carlo Nordio. Ancora La Russa, a Porta a Porta, su Rai 1, ribadisce il concetto: «Ho collaborato nella composizione delle candidature di Fdi», sottolinea il presidente del Senato, «Nordio stato candidato solo con la previsione di essere nominato ministro della Giustizia e questa mi pare l’intenzione di Giorgia Meloni. Non mi pare sia stata presa una decisione definitiva e penso che le cose si possano risolvere». In sostanza, è di nuovo tutto in alto mare: uno sconsolato Antonio Tajani ammette che «ci vorranno ancora due o tre giorni», mentre circola l’indiscrezione di un duro sfogo di Berlusconi rivolto ai deputati di Forza Italia: «Con la signora Meloni», avrebbe detto Berlusconi, secondo La Presse, «abbiamo parlato anche di ministri, che erano quattro e sono saliti a cinque. Ma io ho insistito perché la Lega ha già avuto qualcosa più di noi perché la signora Meloni si è tenuta la presidenza del Senato. Io ho fatto quattro volte il presidente del Consiglio, e il premier deve essere aperto e generoso nei confronti degli alleati se vuol tenere unita la coalizione. La presidenza della Camera l’ha data alla Lega e, da che mondo è mondo», avrebbe aggiunto Berlusconi, «la presidenza del Senato vale due ministeri per chi non ce l’ha, vale un ministero la presidenza della Camera. Quindi noi gli abbiamo chiesto tre ministeri, mi ha riso in faccia; ne ho chiesti due, ha riso ancora; ne ho chiesto uno, ha detto ok. Questa è la situazione che ho trovato». Fonti parlamentari di Fdi riferiscono alla Verità che la Meloni ha accolto con «un po’ di freddezza» le dichiarazioni di Berlusconi, mentre dai piani alti di Forza Italia ci dicono che «si continua a trattare». L’unica cosa certa è che Berlusconi pretende pari dignità con la Lega che, ricordiamolo sempre, oltre alla presidenza della Camera per Lorenzo Fontana starebbe per incassare il ministero dell’Economia con Giancarlo Giorgetti e altri dicasteri pesanti come le Infrastrutture per Matteo Salvini e l’Interno con Matteo Piantedosi, oltre agli Affari regionali o le Riforme con Roberto Calderoli, l’Istruzione con Giuseppe Valditara, forse anche la Famiglia con Simona Baldassarre.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)