2019-08-31
Il Cav azzanna Salvini per riacquistare un peso determinante nel centrodestra
L'attacco: «No a sovranisti e populisti». L'obiettivo è recuperare i voti moderati e rinsaldare il traballante asse con la Lega e Fdi.C'è aria di tensione tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Ieri, in occasione delle consultazioni con il premier incaricato Giuseppe Conte, il leader di Forza Italia ha dichiarato: «Noi continuiamo a credere che solo un centrodestra vero e nuovo rappresenterebbe la vera maggioranza degli italiani», per poi affermare: «No a sovranisti e populisti, solo Fi può ricostruirlo». «Il fatto che la Lega abbia proposto di risuscitare l'esperienza gialloverde rappresenta per noi un problema politico molto serio, su cui tutti gli elettori di centrodestra devono riflettere seriamente perché così si è consegnato il Paese alla sinistra». Berlusconi è sembrato inoltre prendere le distanze dal Carroccio anche sulla strategia di opposizione da mettere in campo con il nascituro governo giallorosso. Se Salvini e Giorgia Meloni hanno già indetto delle manifestazioni di piazza, sul tema il Cavaliere è apparso più defilato. «Faremo un'opposizione ferma, coerente, senza sconti ma composta», ha sostenuto, «La condurremo innanzitutto in Parlamento ma saremo pronti a mobilitarci se aumenteranno l'oppressione giudiziaria o la pressione fiscale mettendo le mani nelle tasche degli italiani».Insomma, pur ribadendo la sua contrarietà a un Conte bis, il Cavaliere ha tirato non poche bordate all'alleato leghista. Un atteggiamento che potrebbe sorgere da alcune considerazioni di natura tattica nell'ambito di un contesto generale ancora piuttosto ambiguo. Le dure dichiarazioni rilasciate ieri pomeriggio da Luigi Di Maio, con le conseguenti reazioni furibonde esplose in casa dem, hanno d'altronde messo nuovamente in forse la nascita del governo giallorosso. Segno di come il futuro sia al momento tutt'altro che definito. In questo bailamme, Berlusconi si trova quindi davanti a una duplice possibilità. Da una parte, se l'esecutivo targato Pd e Movimento 5 stelle dovesse naufragare, il Cavaliere teme l'eventualità di una nuova convergenza tra Salvini e Di Maio. Si tratta per ora di un'ipotesi abbastanza irrealistica, è vero. Ma neanche troppo. Come ha lasciato intendere qualche giorno fa il ministro leghista Gian Marco Centinaio, potrebbe infatti darsi il caso che il forno del Carroccio non sia ancora del tutto chiuso. Del resto, non è un mistero che anche alcuni settori interni al Movimento 5 stelle tornerebbero volentieri all'esperienza gialloblù, piuttosto che allearsi con il nemico di sempre. E lo stesso Salvini ha per ora appuntato i suoi strali più su Conte e il Pd che sugli ex alleati di governo. Dall'altra, il Cavaliere sta cercando di muoversi anche in vista di uno scenario opposto, quello cioè in cui l'esecutivo giallorosso dovesse vedere la luce. A quel punto, i partiti del centrodestra andrebbero tutti all'opposizione e il tema di dibattito risulterebbe la strategia da adottare per mettere efficacemente i bastoni tra le ruote a Conte. In quest'ottica - lo abbiamo in parte visto - il Cavaliere mira a ritagliarsi uno spazio autonomo, rispetto a Salvini e alla Meloni. Al di là delle sue dichiarazioni di ieri, già altri esponenti forzisti sono del resto intervenuti nei giorni scorsi contro quello che Antonio Tajani ha per esempio definito il «calderone del sovranismo». In un'eventuale coalizione di centrodestra, Berlusconi punta quindi a giocare la carta centrista ed europeista, con l'obiettivo di attrarre i voti di quelle quote elettorali che - pur essendo contrarie alla convergenza tra dem e grillini - non si sentono del tutto a proprio agio con le proposte politiche di Salvini e della Meloni. La strategia, sulla carta, un senso ce l'ha. E mira a ricostituire il vincente schema tattico della Casa delle libertà nel 2001. Sotto questo aspetto, il problema per Forza Italia è tuttavia duplice. Se all'epoca era Berlusconi il leader con Gianfranco Fini e Umberto Bossi al seguito, oggi i rapporti di forza si sono nettamente invertiti. Ciononostante svariati esponenti azzurri non paiono troppo intenzionati a prenderne atto. In secondo luogo, non bisogna trascurare che, all'interno di Forza Italia, non si assiste a una linea univoca. Le anime presenti nel partito sono molteplici e faticano da tempo a trovare una visione organica. Se alcune aree premono per una maggiore convergenza con Lega e Fratelli d'Italia, altre propongono un'autonomia che rasenta a tratti la rottura.La recente scissione di Giovanni Toti sta del resto a testimoniare proprio questo stato di cose. Senza trascurare che tale dibattito interno sta - e non da oggi - producendo ripercussioni non sempre positive nel rapporto con gli alleati. Basti pensare alla freddezza mostrata dalla Meloni verso Forza Italia negli ultimi mesi.Berlusconi si trova quindi a dover mediare tra due linee difficilmente conciliabili. E, per questa ragione, la via che sta cercando di seguire appare particolarmente stretta (anche se magari non del tutto impraticabile). Il Cavaliere vuole infatti evitare di restare totalmente schiacciato sulle posizioni di Salvini e della Meloni. Ma sa al contempo che Forza Italia può sperare oggi in un reale futuro politico soltanto all'interno di una coalizione che includa entrambi gli alleati. Altre strade il suo stesso elettorato non le capirebbe.
L’amministratore delegato di Fs Stefano Donnarumma (Ansa)