2019-01-17
Il caso del «Corriere» dal Senato arriva alla Procura di Milano
Dopo l'interrogazione in Aula sui pezzi del giornalista Federico Fubini e le possibili ripercussioni negative per i Btp, un esposto-denuncia del M5sFinisce in Procura la vicenda degli articoli apparsi durante lo scorso novembre sul Corriere della sera, a firma di Federico Fubini, vicedirettore ad personam del quotidiano diretto da Luciano Fontana. Era il periodo più incandescente della trattativa tra Italia e Commissione europea sulla legge di bilancio. Fubini, secondo quanto ha raccontato Ivo Caizzi, corrispondente da Bruxelles dello stesso giornale, avrebbe dato per certa l'apertura della procedura di infrazione contro l'Italia (cosa che poi, come tutti sanno, non si è verificata) mentre in realtà era stato dato il via libera alla trattativa.Sulla vicenda un gruppo di 30 senatori del M5s, della Lega e del gruppo Misto, guidati dall'esperto di banche e rating Elio Lannutti, ha presentato un'interrogazione parlamentare rivolta al presidente del Consiglio, che ieri è stata inviata dallo stesso Lannutti, via Pec, al procuratore capo di Milano, Francesco Greco, insieme a un esposto-denuncia. «Le invio doverosamente il testo dell'interpellanza», scrive Lannutti al procuratore capo, «affinché possa verificare se le notizie enfatizzate dal vicedirettore Federico Fubini, facente parte, come risulta dal sito ufficiale, del board dei consiglieri di Open Society Europe, il ramo europeo dell'associazione di George Soros, e membro della task force della Commissione Ue contro le fake news, (…) abbiano potuto alterare i mercati e contribuire al rialzo dello spread».Lannutti chiede di verificare «se le reiterate e inesatte informazioni propalate e ripetutamente pubblicate dal Corriere della sera a firma di Federico Fubini, smentite e ridimensionate dal corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi, condivise dal direttore Fontana, non abbiano negativamente influenzato i mercati, favorendo gli speculatori che in quei giorni, in assenza della piena operatività della Consob priva di presidente, scommettevano sul crac dell'Italia, configurando i possibili reati di aggiotaggio e manipolazione dei mercati; in particolare, l'attentato contro la integrità, l'unità e l'indipendenza dello Stato».Lannutti allega all'esposto l'interrogazione parlamentare, nella quale si ricorda che il primo novembre Fubini diede per certo, in prima pagina, che la procedura d'infrazione fosse «pronta». Eppure, tre giorni dopo, Caizzi, corrispondente da Bruxelles del Corriere, «rivelava che i governi più influenti avevano incaricato di mediare un compromesso con l'Italia sulla manovra il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, che guida l'organo politico che di fatto decide sull'eventuale procedura d'infrazione». Il 6 novembre, la notizia data da Caizzi, che confermava la scelta dell'Eurogruppo di trovare un accordo con Roma, veniva confinata in poche righe. «Fubini», prosegue l'interrogazione inviata in Procura da Lannutti, «il 20 novembre, ovvero alla vigilia del collocamento dei Btp Italia, con l'asta chiusa il 21 (raccontata dai mass media come il peggior risultato delle 14 edizioni) sentenziava che “il governo starebbe generando stress finanziario per produrre recessione e nuove tensioni sul debito"». L'interrogazione fa inoltre rilevare che «il 7 novembre, il Corriere della sera pubblicava, con risalto e ampio spazio, un retroscena a firma di Fubini in cui si sosteneva che “non c'è stato nessun passo avanti verso un compromesso fra Commissione Ue e Italia, né alcun vero negoziato" e si rilanciava l'ipotesi di dimissioni in tempi rapidi del ministro dell'Economia, Giovanni Tria». Eppure, lo stesso giorno, sullo stesso giornale, «in una breve si riportavano le decisioni dei 28 ministri finanziari Ecofin, che con il presidente Hartwig Loger confermavano la trattativa e l'aspettativa di sviluppi positivi con l'Italia». Sullo stesso argomento, ieri, l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio ha presentato un'interrogazione al Parlamento Europeo, attraverso la quale si solleva la questione della «crescente influenza del finanziere George Soros e della Open Society, volta a influenzare i mercati e le istituzioni». Per Borghezio, «nell'incontro svoltosi il 26 novembre scorso a Bruxelles tra George Soros ed il vicepresidente della Commissione Franz Timmermans, il discusso finanziere avrebbe chiesto di bocciare la manovra economica italiana, dando spazio ad un intervento diretto della Troika in Italia». «Una manovra di questo genere», prosegue Borghezio, «avrebbe sicuramente fatto esplodere lo spread Btp-Bund oltre i 400 punti base e consentito ad operatori “ben informati" speculazioni simili a quelle già attuate dallo stesso Soros fin dal 1992». «Come rivelato da un corrispondente di quella testata», scrive Borghezio, «il vicedirettore del Corriere Federico Fubini, ha più volte negato nei suoi corsivi l'esistenza della trattativa sulla manovra economica tra Commissione e governo Italiano, dando per scontata l'apertura di una procedura di infrazione».
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.
Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)