2025-07-16
Iervolino non molla il tax credit e va al Tar
Andrea Iervolino (Imagoeconomica)
Il produttore contesta la decisione del ministero della Cultura di revocare 60 milioni di sussidi per le sue pellicole: «Tutto in regola, i finanziamenti sono legittimi». Anzi, spera che il dicastero non aspetti il pronunciamento dei giudici e gli restituisca prima i soldi.È guerra aperta tra il produttore cinematografico Andrea Iervolino e il ministero della Cultura. Ieri il Mic, con una nota diffusa dal sottosegretario Lucia Borgonzoni, aveva sbandierato che i controlli annunciati dal ministro Alessandro Giuli sull’ormai famigerato tax credit (scattati dopo lo scandalo provocato dal caso Francis Kaufmann, il presunto killer del duplice omicidio di Villa Pamphili a Roma che, sotto il falso nome di Rexal Ford, aveva avuto accesso al credito d’imposta per il film Stelle della notte per un totale di poco superiore a 860.000 euro) avevano portato alla revoca di 66 milioni di euro di credito d’imposta precedentemente concessi a diverse opere cinematografiche.Di questi 66 milioni, Open era riuscito a sapere che quasi l’intera «torta» di sussidi (pari a 60 milioni di euro) da restituire appartiene alla Sipario movies spa, società fondata da Andrea Iervolino e Monika Waldner Gomez Del Campo Bacardi, nota nell’ambiente dello spettacolo come «Lady Bacardi». Il documento di revoca del sussidio, invece, porta la firma di Nicola Borrelli, «dimissionato» e ormai (quasi) ex direttore generale del settore Cinema e audiovisivo del ministero. Si tratta di un testo i cui contenuti sono stati anticipati alla stampa dalla Borgonzoni ma non ancora reso pubblico sul sito del Mic.Contro questa mannaia ministeriale, Iervolino ha replicato con una lunga lettera preannunciando l’intenzione di opporsi legalmente alla mossa del defenestrato Borrelli annunciando il ricorso al Tar e, anzi, auspicando addirittura un «ravvedimento» da parte del ministero attraverso la cancellazione della decisione di revoca: «Contro il provvedimento sarà depositato ricorso al tribunale amministrativo regionale che, data l’infondatezza delle accuse appurate da ben cinque perizie contabili di altissimo livello, sono sicuro che accerterà l’illegittimità della revoca e la riattribuzione dei tax credit, sulla base di verifiche documentali e testimonianze tecniche indipendenti», spiega Iervolino nella sua lettera. E ancora: «Tutti i tax credit oggetto di revoca si riferiscono a opere animate prodotte regolarmente consegnate e depositate presso la Cineteca nazionale. Le stesse sono state sottoposte a comparazione con benchmark tecnici e finanziari, commissionati a primarie società di consulenza internazionali, i cui pareri attestano inequivocabilmente la qualità e legittimità delle produzioni e il fair value del loro costo».Assistito in questa battaglia legale dall’avvocato Sergio Santoro, presidente onorario di Consiglio di Stato e già presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture in Anac, il produttore di pellicole quali il biopic Ferrari sulla vita del Drake di Maranello o di quello in uscita sulla storia dei fratelli Maserati, sottolinea come la decisione di revocare i 60 milioni di sussidi alle sue produzioni «si basa esclusivamente su dichiarazioni e documentazione presentate dal signor Davide Peretti, ex amministratore prima ed ex liquidatore poi (della Sipario, ndr), nominato da Monika Bacardi», l’ex socia con cui Iervolino ha iniziato una feroce guerra legale, tra accuse reciproche e cambi di nome del gruppo, che va avanti da diversi mesi. «A seguito delle gravi irregolarità accertate nella gestione della società da parte di Peretti, il tribunale civile di Roma, con il provvedimento numero 4323/2025 del 10 giugno 2025, ha disposto la sua revoca dalla carica di liquidatore. Quindi, le uniche irregolarità accertate da un tribunale in questo momento sono quelle compiute da Peretti, che si presenta come “consulente legale”, che esercita in Lussemburgo, non iscritto ad alcun albo professionale e privo di qualunque competenza ed esperienza nel settore», attacca lancia in resta Iervolino, «Tra le varie gravi irregolarità, cito anche quella di aver trasmesso al ministero, volutamente in danno alla società, alcuni giorni prima di essere revocato documenti su presunte irregolarità compiute dalla Sipario per chiedere e ottenere il tax credit cinema. L’infondatezza di tali accuse risulta dal fatto di non essere state nemmeno prese in considerazione dal tribunale e dal curatore speciale di Sipario movies, l’avvocato Enrico Caratozzolo, nominato dal tribunale stesso», chiarisce il produttore.Insomma, un giallo in piena regola che rischia di diventare un boomerang per il ministero visto che, come sottolinea Iervolino, «tutte le presunte irregolarità contestate dal Peretti, sono state puntualmente smentite dalla documentazione messa a disposizione dell’amministratore giudiziario che sta operando una corretta e puntuale ricostruzione delle vicende della società e del suo patrimonio e che metterà prontamente a disposizione del ministero, dal quale ci si attende, quindi, prima ancora del provvedimento del Tar, l’annullamento di un provvedimento frettoloso e fondato su allegazioni non veritiere, provenienti da un liquidatore che si è macchiato di gravi irregolarità».
Carlotta Vagnoli (Getty Images)