2025-01-29
L'Ia cambia il commercio: consumatori pronti, Pmi in ritardo
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Al Campus Einaudi di Torino, il convegno dell'Oice ha riunito esperti e istituzioni per discutere l'impatto dell'Intelligenza Artificiale su consumatori e aziende.Lo scetticismo che attornia generalmente le innovazioni tecnologiche. Le chatbot che iniziano a cannibalizzare le interazioni sui social network e sui motori di ricerca. L'impatto che l'Intelligenza artificiale esercita sulle scelte dei consumatori e delle piccole e medie imprese.Questi sono stati alcuni dei temi affrontati nel corso di «Come l'Intelligenza Artificiale sta sostituendo i motori di ricerca», il convegno che l'Osservatorio Italiano per il Commercio Elettronico (Oice), associazione di categoria aderente a Confindustria, ha organizzato ieri pomeriggio a Torino, presso il Campus Luigi Einaudi. Imprese ed esperti hanno anche presentato la nuova ricerca realizzata con il supporto di Gbs Group, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, e patrocinata dalle istituzioni locali.Ad aprire l'incontro sono stati proprio i saluti istituzionali del vicesindaco di Torino, Michela Favaro, dell'assessore regionale al Bilancio, Andrea Tronzano, e del vicesindaco della Città metropolitana, Jacopo Suppo.Una forte maggioranza, pari al 62,2%, mostra una propensione agli acquisti sia online sia offline in contrapposizione a due più risicate quote del 16,2% e del 21,6% che prediligono, rispettivamente, i negozi fisici e l'e-commerce. Con tutta probabilità, è questo il dato più rilevante emerso dai questionari sottoposti a 802 individui rappresentativi della popolazione italiana.Questa maggioranza segnala, innanzitutto, una transizione tecnologica, frenata solo in parte da barriere economiche, scarsa consapevolezza e l'arroccamento a strumenti tradizionali come Word ed Excel.In tal senso, secondo gli autori della ricerca, spicca una vera e propria asimmetria tra, da una parte, la capacità dei consumatori di adattarsi alle innovazioni tecnologiche, e, dall'altra, il ritardo delle piccole e medie imprese nel recepire le novità.I numeri confortano questo scenario. Infatti, il 35% degli intervistati afferma di effettuare sempre più acquisti online rispetto al passato. Su questa tendenza incidono le aree del Sud e delle Isole e, più nello specifico, i residenti in città di medie dimensioni (il 39,8%), in piccoli centri (il 22,5%) e perfino le fasce più anziane della popolazione. L'innovazione riesce, dunque, a penetrare nei cuori più insospettabili e non solo tra i più giovani e le metropoli.Anche la stessa Intelligenza artificiale mostra ampi margini di diffusione raccogliendo già l'80% di valutazioni positive, il 42,2% delle promesse intorno a un suo futuro maggiore utilizzo e un 25,3% di pareri incerti.In una più ampia prospettiva, Roberto Leombruni, docente di statistica dell'Università di Torino, ha dimostrato l'eccezionalità di ChatGPT nel raggiungere il 40% degli americani dopo soli due mesi dal suo lancio. Infatti, PC e Internet hanno impiegato, rispettivamente, tre e due anni per raggiungere la metà delle persone. D'altra parte, il docente ha sottolineato la complessità nell'interpretare le innovazioni in corso ricordando che perfino Nokia sottovalutò il mercato degli smartphone.Nessuna voce del convegno, però, ha mai intravisto il consumatore indirizzato verso uno strumento a senso unico, sottratto a quella dimensione pluralistica dei social network e dei motori di ricerca. E, in tal senso, sarebbe valsa la pena chiedersi «chi dirige le trasformazioni in atto?» e tenere a mente che mai si è assistito a un'innovazione tecnologica realmente «neutra».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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