2022-04-20
I vescovi sfatano il tabù Le Pen. La Chiesa ora scopre la «rive droit»
I prelati francesi non si accodano ai tifosi del presidente uscente: votate chi volete.Il rapporto tra i vescovi francesi e la cosiddetta estrema destra, incarnata oggi da Marine Le Pen, non è mai stato facile. Specie negli anni in cui il Front national, fondato nel 1972, e diventato nel 2018 Rassemblement national, era guidato dal padre di Marine, Jean Marie. In quella lunga stagione, i cattolici erano divisi a metà. La parte più progressista della Chiesa francese guardava a sinistra, verso i socialisti e i comunisti. E questo alla luce dell’interpretazione che davano del Concilio Vaticano II e dell’opzione preferenziale per i poveri. La parte moderata invece era fieramente gollista. In nome di Dio, patria e famiglia che quegli ambienti sembravano tutelare meglio. La destra lepenista era associata ad una forma di neo-paganesimo politico, eretico e a-cristiano, occultando però le plusvalenze etiche che conteneva. Si sono sprecate quindi le condanne episcopali contro i nazionalisti, «scomunicati» non solo dalla totalità dei media, ma anche negli ambienti del cattolicesimo ufficiale.Negli ultimi anni però si è registrato un riavvicinamento dovuto a fattori diversi e convergenti. Anzitutto la lezione identitaria di Benedetto XVI che ha fondato il suo magistero proprio sul recupero delle radici cristiane dell’Europa e sulla difesa dei valori. In primis vita, famiglia e libertà educativa. Tutti valori a cui la destra è certamente più sensibile di questa sinistra, e non raramente dello stesso centro. Parallelamente, i gollisti sono ormai in tutto simili alla gauche, in fatto di costumi e di principi. Emmanuel Macron oggi è sostenuto sia dai socialisti storici, sia dai neo gollisti di Valérie Pécresse, sia dall’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Potrà apparire alle anime belle più accogliente ed europeista della Le Pen. Ma resta il simbolo del tecnocrate che vorrebbe iscrivere l’aborto tra i diritti umani della Carta dei principi dell’Unione europea! Così, mentre importanti istituzioni ebraiche, mussulmane ed il Grand’Oriente hanno fatto dei comunicati contro Marine Le Pen, la dichiarazione ufficiale del consiglio permanente dei vescovi è assolutamente più equilibrata. E la cosa appare come una vera novità nei rapporti, storicamente conflittuali, tra Chiesa francese e destra politica.A proposito del ballottaggio, i presuli si rivolgono «all’intelligenza, alla coscienza e alla libertà di ciascuno». E «ricordano ai cattolici l’importanza di votare e di farlo secondo coscienza, alla luce del Vangelo e secondo la dottrina sociale della Chiesa». Senza alcun pregiudizio verso nessuno. Il presidente della Conferenza episcopale, Eric de Moulins-Beaufort ha aggiunto, ormai disincantato, visto il tasso di secolarizzazione e di ateismo francese, che «domenica non eleggeremo né un salvatore della Francia, né un messia, né qualcuno che incarnerà tutto il bene da fare». I cittadini, secondo lui, si limiteranno a scegliere «un responsabile politico, uomo o donna, che guiderà il nostro Paese nei tempi sempre incerti verso cui l’umanità avanza». Anche nell’accennata possibilità della «donna presidente» si nota la volontà di non essere servilmente schierati con il sistema liberal-socialista di Macron. Cosa che ha notato, con vivo dispiacere, La Croix, organo del progressismo cattolico parigino. Il quale, con un editoriale di Pierre-Louis Choquet ha definito il comunicato dei vescovi una «dichiarazione di principio che sfiora l’indigenza». E questo proprio per la mancata condanna della candidata di destra. Destra che in verità non ha più nulla di estremo. Neppure per il libertario Michel Onfray o il sociologo Marcel Gauchet. Ma che anzi potrebbe rappresentare domenica una nuova sintesi, diciamo alla Orban, tra modernità politica, identità culturale e tradizione nazionale.
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)