2021-09-13
I vaccinati infettano. Il governo tace sui numeri
Per spiegarvi quanto siano in malafede tutti coloro che parlano di immunità di gregge, di percentuale di vaccinati e di green pass, vi voglio raccontare la storia di un professore universitario immunizzato contagiato da un altro immunizzato. Premetto che non si tratta di farina del mio sacco, nel senso che la testimonianza non è stata raccolta da me o da qualche collega della Verità, ma dal Quotidiano del Sud, e mi è stata segnalata da un lettore. Il docente in questione si chiama Battista Sangineto ed è un archeologo che insegna all'Università della Calabria.È stato lui stesso a scrivere un articolo sul quotidiano di Cosenza e, prima di descrivere ciò che gli è successo, ha chiarito di non essere un antiscientista o, peggio, un no vax. Tanto meno, ci ha tenuto a dire, un sovranista-leghista, ma un «vecchio illuminista e marxista». Ciò detto, veniamo ai fatti. Sangineto racconta di essere stato immunizzato con due dosi di vaccino mRna fin dall'aprile 2021, in quanto appartenente alla categoria «fragili», ma di «aver contratto il virus (con una carica virale altissima, 49 milioni di copie di virus per ml) pur avendo sviluppato in precedenza, grazie al vaccino, una buona quantità di anticorpi IgG anti-Covid 19: (33 per ml), da un suo giovane familiare immunizzato da luglio 2021 con due dosi di vaccino mRna senza aver avuti con lui contatti diretti di alcun genere se non quelli che si hanno condividendo, senza mascherine, il desco all'aperto in due o tre occasioni». In pratica, i due congiunti si sono incontrati e, certi di essere entrambi protetti perché vaccinati, hanno mangiato all'aperto. Risultato, martedì 31 agosto, dopo tre giorni trascorsi a casa con sintomi abbastanza severi (la diagnosi parla di febbre superiore a 39 gradi, dispnea, forte emicrania, raucedine e tosse secca, mialgia e artralgia, ageusia e anosmia, sudorazione, spossatezza e disordini della pressione arteriosa), il professore è stato ricoverato all'ospedale di Cosenza. E qui ha scoperto come funziona la Sanità. O meglio: quanti pochi mezzi abbiano i dottori per curare le persone che si ammalano di Covid. Nonostante nella città calabrese ci sia uno dei 199 centri che in Italia sperimenta l'uso degli anticorpi monoclonali, i medici di base e le Usca (cioè le unità speciali per l'emergenza antivirus) non sono stati informati dall'azienda sanitaria della «vera e propria cura che ha una percentuale di guarigione senza ricovero vicina al 90% in tutti i casi affrontati dal 10 marzo al 3 settembre 2021». Non fosse stato per la moglie del professore, Sangineto mai avrebbe saputo qualcosa della possibilità di essere curato con gli anticorpi monoclonali. Ma la consorte, dimostrando tenacia e competenza, ha coinvolto i medici del reparto di malattie infettive (il docente li cita e li ringrazia) e a dieci giorni dalla somministrazione degli anticorpi monoclonali l'archeologo si dichiara «fuori pericolo rispetto alla possibilità di sviluppare la malattia grave».Non so se Sangineto sia ancora ricoverato o sia stato dimesso: è possibile che abbia scritto la sua testimonianza direttamente dal letto dell'ospedale. Di certo, oltre a raccontare ciò che gli è successo, il professore si è fatto una cultura sull'epidemia, sui mezzi per combatterla e su tante verità nascoste. Il suo racconto infatti è ricco di riferimenti a studi o interventi che mi pare interessante citare. Il primo è quello della dottoressa Rochelle Walensky, direttore dei Cdc americani (Centers for disease control e prevention), che già a fine luglio, sulla base delle sue ricerche, raccomandava l'obbligo delle mascherine al chiuso anche per gli immunizzati, dicendo che «la variante Delta si comporta in modo diverso dai ceppi passati nella sua capacità di diffondersi tra persone vaccinate e non vaccinate». Il docente cita anche le dichiarazioni di Anthony Fauci: «La variante Delta ha capacità più efficienti nella trasmissione da persona a persona, perché le nuove prove scientifiche in possesso dei Cdc mostrano che il livello di infezione nelle mucose di una persona immunizzata è lo stesso di una persona non vaccinata». Sangineto aggiunge anche il passaggio di uno studio di Nature: «La vera questione, infatti, è capire se, e di quanto, la vaccinazione possa ridurre la probabilità di trasmissione e di contagio: nel caso della variante Delta, la risposta di cui disponiamo è che una certa riduzione di trasmissibilità può esserci, anche se troppo piccola per poterci permettere di allentare le misure di contenimento anticontagio, per ribadendo che il rischio di malattia grave e di morte sia ridotto di dieci volte o più negli immunizzati rispetto ai non vaccinati». In pratica, la massima rivista scientifica, ma anche Fauci e Walensky, stanno dicendo che le decisioni del governo sul green pass, ma anche l'annuncio del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi («se in una classe sono tutti completamente vaccinati ci si potrà togliere la mascherina»), sono non soltanto sbagliate, ma anche pericolose. Perché i giovani in classe potranno contagiarsi, anche se vaccinati, per poi tornare a casa e contagiare i familiari. Come dice Luca Ricolfi, sull'epidemia i politici ci prendono per il naso.Ps. Visto il caso del professor Sangineto, il ministro della Salute sarebbe così cortese da farci sapere quanti sono le persone che si sono contagiate nonostante fossero vaccinate? Tempo fa aveva promesso di fornire il dato, ma ad oggi non ci risulta che lo abbia fatto. Il numero, per quanto ridotto, visto ciò che sta accadendo in Israele, sarebbe utile per diradare dubbi o cancellare pericolose certezze, come quella, per esempio, che un immunizzato non rischi nulla.
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