2021-11-26
I turisti stranieri più liberi degli italiani. A loro può bastare il lasciapassare base
Il paradosso delle nuove norme: per l'Ue chi ha il pass europeo, quindi anche solo il tampone, è esonerato dalle restrizioni.Si erano appena risollevati e speravano di fare il bis della stagione estiva che aveva segnato una leggera ripresa. Invece ecco l'ennesima bastonata. Per gli alberghi il decreto sul super green pass è una mannaia. Fino ad ora si poteva soggiornare in qualsiasi hotel senza doverlo esibire. Dal 6 dicembre, invece, sarà giro di vite: green pass obbligatorio anche in zona bianca. Gli albergatori si consolano dicendo che poteva andare peggio. Nei giorni scorsi era circolata la voce che anche nelle strutture ricettive sarebbe stata imposta la versione più stringente del certificato. All'ultimo momento il governo deve aver avuto uno slancio di considerazione della crisi profonda in cui versa il settore. Così è uscita dal Consiglio dei ministri una soluzione «soft», si fa per dire. Per soggiornare negli alberghi, anche in zona bianca, serve il pass «base», quello usato finora per tutti i locali chiusi, cioè rilasciato a chi si è vaccinato e a chi è guarito dal Covid, oppure avere un tampone con esito negativo (molecolare valido 72 ore o antigienico, valido 48 ore). Restrizioni anche per le strutture interne. Al ristorante, certificato base per gli ospiti e «super» per gli esterni. Resta confermato il lasciapassare semplice per piscine, palestre, saune e centri benessere.Non finisce qui. Paradossalmente i turisti stranieri potrebbero essere avvantaggiati rispetto agli italiani. Il super green pass favorirebbe chi entra in Italia che non dovrebbe sottostare alle restrizioni. Il pass europeo, ottenuto con vaccinazione, guarigione o tampone negativo, è accettato da tutti gli Stati membri e consente «di essere esonerato dalle restrizioni alla libera circolazione», come dice la normativa. Sul sito Ue si legge anche che gli Stati membri devono astenersi dall'imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di un certificato Covid della Ue «a meno che esse non siano necessarie e proporzionate per la tutela della salute pubblica». In questo caso occorre, per «giustificare tale decisione, che la Commissione e tutti gli Stati membri ne siano informati». Quindi con il certificato rafforzato può verificarsi la situazione che i turisti stranieri possono accedere a ristoranti e cinema, mentre gli italiani no. Inoltre potrebbero mangiare negli alberghi anche senza soggiornarvi.In un anno «normale» i turisti internazionali contribuiscono per il 50,5% al totale dei pernottamenti (dati Istat) e la loro spesa influisce sul saldo della bilancia commerciale con 44,3 miliardi di euro. E infatti, nei primi otto mesi del 2021, è diminuita di quasi 19 miliardi di euro, con un calo del 61,4% rispetto al 2019 (dati della Banca d'Italia). A vantaggio di quelle località che hanno come priorità di fare il pieno di incassi nel periodo festivo. Mentre da noi si allargano le restrizioni, rimangono in vigore i corridoi turistici Covid free, per destinazioni delle quali non si hanno notizie particolareggiate sull'andamento della pandemia, come Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Egitto nelle zone iperturistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam. Con tanti ringraziamenti dai loro albergatori.Il decreto natalizio penalizza gli hotel anche su un altro fronte, quello della concorrenza con i b&b e le case vacanza. Non è dato sapere se il green pass sarà obbligatorio anche per queste locazioni brevi. È un settore che finora ha beneficiato di scarsi controlli sulle misure di sicurezza. A settembre 2021, nonostante la pandemia, erano disponibili su Airbnb 440.785 alloggi, in aumento rispetto a agosto 2018 del 10,9%. «A Natale le famiglie si spostano con i bambini ed è evidente che chi non vuole vaccinare il figlio o fargli il tampone, sceglierà una delle tante case vacanza invece che andare in albergo. Così si accentua una concorrenza sleale che il settore già subisce», sottolinea il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Gli albergatori temono un crollo delle prenotazioni e c'è il rischio che una parte di queste vadano a strutture che offrirebbero il vantaggio di essere green pass free e comunque in grado di sfuggire alle verifiche. La crisi del settore è pesante. Federalberghi riferisce che nel primo quadrimestre dell'anno le presenze sono diminuite dell'85,6% rispetto al 2019 e anche se l'estate ha visto un maggiore dinamismo, il secondo quadrimestre si è chiuso con una flessione dei pernottamenti del 31,2% rispetto a due anni fa. Il segno negativo, è continuato a settembre (-7,3%) e a ottobre (-8,7%). Nei primi dieci mesi del 2021 sono andati persi 9 miliardi di euro, come se 416.000 persone non avessero percepito lo stipendio per un anno. Con questi numeri sulle spalle, il settore affronterà le ennesime restrizioni. Già prima del decreto, Federalberghi di Roma aveva preannunciato che a Natale nella Capitale resterà chiuso il 50% degli alberghi e il 20% delle camere sono state disdette. Tante strutture sono sull'orlo del fallimento e a dicembre finisce la cassa integrazione.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)