2022-12-08
I sindacati salgono sulle barricate: la via crucis di scioperi anti manovra
Tensione dopo l’incontro con Giorgia Meloni: la Cisl è più morbida, Cgil e Uil organizzano mobilitazioni in tutta Italia dal 12 al 16 dicembre. Il premier apre a modifiche a Opzione donna ma tiene il punto sul testo.Giorgia Meloni apre a qualche modifica sull’anticipo pensionistico di Opzione donna, ma per la premier il cuneo fiscale per il momento non si tocca perché la coperta delle risorse a disposizione è troppo corta per ulteriori tagli alle imposte che gravano su imprese e lavoratori. Quanto al limite di 60 euro al Pos, si può discutere ma in sede Ue. Mentre la manovra verrà esaminata dall’Aula di Montecitorio dal 20 dicembre, in vista del via libera definitivo da parte del Senato atteso tra Natale e il 31 dicembre. Nel frattempo, la piazza è destinata a surriscaldarsi perché ieri l’incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Cgil, Cisl, Uil e Ugl non ha accorciato le distanze. Anzi, Cgil e Uil hanno già annunciato proteste e scioperi. «Per cambiare una legge di bilancio sbagliata e contro il lavoro, per rivendicare una legge di bilancio più giusta per le persone e più utile per il Paese, la Cgil promuove dal 12 al 16 dicembre, insieme alla Uil, una serie di manifestazioni e scioperi organizzati a livello regionale», si legge in una nota della confederazione guidata da Maurizio Landini che fa l’elenco delle richieste. Dall’aumento dei salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali alla tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà, passando per la rivalutazione delle pensioni. «L’85% dei lavoratori nel nostro Paese vive con meno di 35.000 euro lordi l’anno e su questo siamo a quello che già c’era, poco più», ha attaccato Landini , spiegando di aver posto anche un problema sul fisco perché c’è bisogno di più lotta all’evasione e di una vera riforma fiscale. La logica della flat tax, secondo il segretario della Cgil, sarebbe «sbagliata e non fa che aumentare le differenze e aumentare il carico sui lavoratori dipendenti senza dare diritti agli altri». La prima regione a mobilitarsi sarà la Calabria con lo sciopero e la manifestazione in programma per lunedì 12, martedì 13 sarà la volta della Sicilia e dell’Umbria dove terrà un comizio lo stesso Landini. La Puglia sciopererà giovedì 14 dicembre e lo stesso giorno si terranno mobilitazioni anche in Trentino, Valle d’Aosta e Veneto. Giovedì 15 dicembre incroceranno le braccia le lavoratrici e i lavoratori di Abruzzo, Marche e Piemonte. Venerdì 16 dicembre scenderanno in piazza tutte le altre regioni: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio. Landini concluderà con la manifestazione che si terrà sempre venerdì 16 a Roma. Nel corso del confronto di ieri durato oltre un’ora con i sindacati la Meloni ha però ribadito che le risorse della manovra di bilancio sono limitate. «La nostra intenzione è quella di fare di più, ma dobbiamo confrontarci con margini di spesa ridotti», ha spiegato alle parti sociali. Sottolineando che «spetta al governo la responsabilità di fare delle scelte» di emergenza «e se mettessimo in fila tutte le richieste non ci sarebbero le risorse per fare tutto». La Meloni ha poi assicurato che la flat tax «non introduce alcun discrimine e non penalizza i lavoratori dipendenti», mentre sul fronte del voucher ha spiegato che «non deve diventare uno strumento per sottopagare i lavoratori». Il tema è molto delicato e l’esecutivo si è riservato un ulteriore approfondimento e un supplemento di riflessione. Quanto, infine, al capitolo sull’indicizzazione delle pensioni «ci riserviamo un ulteriore valutazione sulle soglie. Difendiamo le scelte fatte perché abbiamo deciso di aiutare chi non ce la faceva», ha precisato ai sindacati. Che però hanno confermato il giudizio negativo sulla manovra lamentando di non aver ricevuto le risposte che si attendevano su salari e lavoro. «Non c’è stata alcuna risposta all’emergenza dei salari e delle pensioni, né un intervento sul cuneo fiscale. E quanto ai confronti tematici che saranno avviati dai ministeri il prossimo gennaio, il 16 sulla salute e sicurezza e il 19 sulle pensioni, dico che con i tavoli non si pagano le bollette né si mangia», ha detto il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri. Più morbida la Cisl, che ha parlato di «grande disponibilità del governo».La manovra ieri è stata anche al centro di un vertice di maggioranza che si è tenuto nella mattinata a Palazzo Chigi. Al tavolo erano presenti il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i capigruppo di maggioranza e i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e delle Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati. La palla passa adesso al Parlamento dove verranno discussi i 3.104 emendamenti al ddl Bilancio che sono stati depositati ieri nella commissione Bilancio della Camera entro i termini previsti. La maggioranza ne ha presentati 617 (Forza Italia 136, Fratelli d’Italia 285, Lega 151, Noi moderati 45). Le opposizioni propongono 2.480 modifiche (957 dal Pd, 772 dal M5s, 191 da Alleanza verdi e sinistra, 311 da Azione Italia viva, 23 dal gruppo misto, 93 da Misto +Europa, 133 dalle minoranze linguistiche). Dalle commissioni ne sono infine giunti 7. Ora si apre un’altra partita che è quella di decidere, da qui a domenica, quali di questi emendamenti verranno sottoposti al voto dell’Aula e quali invece no. Una scrematura complicata su cui si dovrà trovare la quadra sia all’interno della maggioranza, sia tra le forze di opposizione.
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