2022-12-17
I sindacati medici muti sull’austerità adesso chiedono un altro eurocappio
Anaao e le sigle di Cgil e Uil, dopo i silenzi sui tagli voluti dall’Ue e la complicità con Mario Draghi su pass e obbligo vaccinale, protestano per gli organici carenti e i pochi fondi. Invocando il Mes, per farci strangolare ancora.In questi giorni sta circolando in alcune sale cinematografiche italiane il nuovo film di Federico Greco e Mirko Melchiorre, già autori di un lungometraggio intitolato Piigs che ha avuto un certo successo. La pellicola mostra lo scempio compiuto nella sanità italiana per tutti gli anni Duemila, che ha portato ai tagli disastrosi di cui oggi siamo tutti vittime. Tra il 2010 e il 2020, come hanno mostrato alcuni report pubblicati in queste settimane, in Italia sono stati chiusi 111 ospedali e 113 pronto soccorso, e tagliati 37.000 posti letto (ma quest’ultima sembra essere una stima al ribasso, visto che c’è chi parla di 70.000 posti). Il film prende le mosse dall’ospedale calabrese di Cariati, occupato da un gruppo di attivisti che da lungo tempo ne chiedono a gran voce la riapertura, a beneficio di una larga fetta di popolazione. A margine di questa vicenda dolorosa ma emblematica, gli autori ricostruiscono l’origine dell’ideologia (perché di ideologia si tratta) che ha imposto l’austerità, e mostrano come sia stata sostenuta da tutti i partiti liberal-progressisti d’Italia e d’Europa.Ebbene, la visione con successivo dibattito di C’era una volta in Italia farebbe molto, molto bene ai dirigenti di Cgil e Uil che nelle ultime ore stanno animando una protesta dei lavoratori diffusa in tutta la nazione, concentrata in particolare sulla mancanza di finanziamenti per il comparto sanitario. Giovedì a Roma sono scese in piazza le sigle che rappresentano medici e sanitari, sia quelle che fanno capo a Cgil e Uil sia quelle autonome come Anaao-Assomed (e il ministro Orazio Schillaci ha annunciato un incontro a stretto giro per ascoltarne le ragioni). Ieri altri professionisti della salute si sono presentati in strada a Milano, per un’altra radiosa mattina di mobilitazione. Le loro rivendicazioni, in fondo, sono anche giuste e condivisibili: che alla sanità italica manchino soldi è verissimo, così come ci sono micidiali arretrati di ferie non pagate, mancanza di letti e di macchinari. Disastri a cui si aggiunge la clamorosa carenza di medici, che si traduce in disservizi e in ulteriori costi a carico dello Stato.Come abbiamo più volte raccontato, infatti, gli ospedali privi di personale si rivolgono a cooperative che forniscono medici a chiamata. Si tratta di una spesa enorme, e spesso inutile. In molti casi, come abbiamo denunciato, arrivano nei reparti persone non sufficientemente preparate. In altre occasioni, si assiste a vere e proprie irregolarità. Un’inchiesta svolta dai Nas e rimbalzata ieri anche su Quotidiano sanità ha acceso un riflettore su ben 367 coop e imprese in tutta Italia. Il risultato, dopo i controlli effettuati su migliaia di medici, è che sono state segnalate alle autorità 205 persone, e sono state individuate 165 posizioni lavorative irregolari.Questo è il quadro, effettivamente tetro. Da un lato, dunque, è difficile non dare credito alla protesta dei professionisti. Ci sono però alcuni altri elementi che dovrebbero essere presi in considerazione, i quali emergono con chiarezza dalla visione del film che citavamo prima e che riguardano direttamente il sindacato.Per prima cosa, dobbiamo chiederci ancora una volta dove fossero le sigle che oggi si mostrano tanto battagliere con il governo di destra quando l’esecutivo di Mario Draghi imponeva l’obbligo vaccinale costringendo centinaia di migliaia di persone a perdere lavoro e stipendio. L’avete sentita, voi, la voce della Cgil? Avete visto manifestazioni di protesta contro le sospensioni ingiuste e forzose? Ovviamente no. In compenso, la Cgil e le altre sigle hanno chiesto a gran voce l’obbligo vaccinale, e si sono molto coccolate con l’amico Draghi, come dimostrano le foto che lo ritraggono abbracciato a Maurizio Landini. Inutile girarci intorno: i sindacati (o almeno i loro vertici) durante la pandemia hanno abdicato al ruolo, e lo hanno fatto nuovamente nelle scorse settimane, quando i sospesi sono rientrati al lavoro e sono stati immediatamente attaccati dagli ordini professionali e dai vari sostenitori della Cattedrale sanitaria. Lo stesso discorso si può fare anche riguardo agli insegnanti: anche per loro è scattato l’obbligo, e per coloro che sono poi rientrati sono arrivate le allucinanti «punizioni».Questa è la prima questione di cui occorre chiedere ragione ai sindacati. Se ne aggiunge una seconda, più ampia. Come racconta C’era una volta in Italia, i tagli alla sanità non sono stati compiuti dall’attuale governo, ma da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi tempi. Oggi l’esecutivo, come del resto i precedenti, si trova a fare i conti con le assurde regole europee, e con l’ormai antica demonizzazione della spesa pubblica. Sappiamo quali siano le conseguenze, perché le sperimentiamo sulla pelle: meno servizi per i cittadini, più difficoltà per medici e infermieri.Ed ecco il punto. I sindacati che vanno in piazza a gridare, da tempo evitano di prendere di petto la tematica europea. Anzi, nel corso degli anni hanno sempre sostenuto la sinistra liberal che le politiche di austerità col marchio di Bruxelles le ha sostenute, applicate e perfino richieste. Non è un segreto che fra Cgil e Pd ci siano state fin troppo spesso porte girevoli, e il caso di Antonio Panzeri esploso in questi giorni ne è una ulteriore e clamorosa conferma. Quindi con che faccia il sindacato rosso s’indigna per la scarsità di risorse quando ha nei fatti appoggiato e spalleggiato chi quella scarsità l’ha provocata?Ancora oggi, le sigle sindacali non riescono a sottrarsi alla delirante ideologia europeista. Non soltanto la Cgil: lo fa anche l’Anaao tramite il segretario, Pierino Di Silverio: «Bisogna trovare fondi per le assunzioni», dice. «Forse si potrebbe utilizzare il Mes». Bene bravo: utilizziamo pure il Mes, curiamo la malattia con altre dosi di potente veleno, il quale per altro - per definizione - non consente interventi strutturali. Purtroppo Di Silverio in questi giorni non è l’unico a suggerire di sottoscrivere e poi addirittura richiedere l’attivazione del meccanismo europeo di stabilità. Se lo utilizzassimo, avremmo eventualmente soldi per interventi spot, e non certo per l’assunzione di personale a lungo termine o per il potenziamento di ospedali nel lungo periodo. In compenso, però, dovremmo impegnarci «a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’Ue, compresa l’eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni dell’Ue». Tradotto: ogni soldino preso in prestito dovrà poi essere restituito, tramite l’applicazione di parametri draconiani che produrranno inevitabilmente lacrime e sangue, peggiorando ulteriormente la situazione.Vero: mancano i fondi, i medici, i letti. Ma le confederazioni sono corresponsabili di questa situazione. Lo sono state durante la pandemia, ignorando tutte le vere emergenze e supportando la discriminazione. Lo sono state nel corso degli anni appoggiando la sinistra liberal tifosa dell’austerità. Ora scendono in piazza contro il governo di destra, e lanciano allarmi, risultando grotteschi. Cari amici del sindacato, siete così smaniosi di trovare qualcuno con cui prendervela per lo sfascio? Non avete che da guardarvi allo specchio.