2020-05-21
I ricatti delle Nazioni unite durante il coronavirus
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Antonio Guterres (Ansa)
Finanziamenti sì, ma solo se l'aborto è legale, a richiesta e senza condizioni. Anche prima che il Covid-19 fosse dichiarato una pandemia, le agenzie dell'Onu promuovevano l'aborto come un servizio essenziale e il Segretario Generale delle Nazioni unite, in un suo appello agli Stati membri prima di Pasqua, li invitava a garantire a tutte le donne il diritto inviolabile all'aborto.
Finanziamenti sì, ma solo se l'aborto è legale, a richiesta e senza condizioni. Anche prima che il Covid-19 fosse dichiarato una pandemia, le agenzie dell'Onu promuovevano l'aborto come un servizio essenziale e il Segretario Generale delle Nazioni unite, in un suo appello agli Stati membri prima di Pasqua, li invitava a garantire a tutte le donne il diritto inviolabile all'aborto.In questi giorni, in particolare, le Nazioni unite stanno perpetrando un vero e proprio ricatto (https://www.catholicnewsagency.com/news/in-ecuador-pro-life-groups-protest-un-abortion-conditions-on-coronavirus-aid-22027) nei confronti dell'Ecuador, subordinando un finanziamento di 46,4 milioni di dollari all'implementazione da parte del paese latino americano di norme per la tutela della «salute sessuale e riproduttiva durante la pandemia», che - come ormai tutti sanno - significa legalizzazione dell'aborto a richiesta e senza condizioni. Infatti, a fronte dei 46,4 milioni prestati, l'Ecuador dovrebbe impegnarsi a usarne almeno 3 per la formazione di personale sanitario deputato a praticare aborti e per le strutture di contorno necessarie.Le associazioni pro vita ecuadoregne hanno inviato una petizione al presidente Lenin Moreno affinché non ceda al ricatto dell'Onu, in violazione, peraltro, dell'art. 45 della Costituzione del Paese che garantisce il diritto alla vita fin dal concepimento. L'Onu e le sue agenzie sono da anni impegnate a promuovere l'ideologia neomalthusiana antinatalista e quella che Papa Francesco chiama «la cultura dello scarto», offrendo aiuti «umanitari» ai Paesi in via di sviluppo in cambio della legalizzazione dell'aborto, del matrimonio omosessuale e della sessualizzazione precoce dei bambini.Le relazioni annuali dell'Unfpa (il fondo per la popolazione delle Nazioni unite) da sempre vincola l'erogazione degli aiuti allo sviluppo alla tutela del «diritto umano» all'aborto. E in questi giorni, anche l'Unfpa ha esplicitamente sollecitato i governi, soprattutto in Africa, a garantire l'accesso ininterrotto all'aborto durante la pandemia https://www.unfpa.org/sites/default/files/resource-pdf/COVID-19_Preparedness_and_Response_-_UNFPA_Interim_Technical_Briefs_Maternal_and_Newborn_Health_-23_March_2020_.pdf) e a «incoraggiare» le donne che hanno contratto il coronavirus ad abortire. Inutile dire che in Italia non è stato neanche necessario l'invito: sono state sospese le visite di controllo ai malati oncologici, ma non gli aborti.Il responsabile dell'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, John Barsa, invece, ha in proposito preso una posizione decisa scrivendo al segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres: https://c-fam.org/friday_fax/usaid-head-to-un-secretary-general-stop-peddling-abortion-as-covid-19-relief/).«Usare la pandemia Covid-19 per spingere i governi a cambiare le loro leggi [sull'aborto] è un affronto all'autonomia e alla sovranità di ogni Stato nel determinare le proprie politiche nazionali in materia di assistenza sanitaria. Gli Stati Uniti si schierano a fianco delle nazioni che si sono impegnate a proteggere i bambini non nati».Il New York Post (https://nypost.com/2020/05/18/un-accused-of-promoting-abortion-in-coronavirus-response/) riferisce che Barsa tra l'altro ha ricordato che gli Stati Uniti hanno versato 3,5 miliardi di dollari alle Nazioni unite nel 2019. Visto che Trump dal 2017 ha tagliato i finanziamenti americani dell'Unfpa e recentemente non ha esitato a toglierli anche all'Oms, il Segretario generale farebbe bene a prendere in considerazione il fatto che gli Usa si sono ormai apertamente schierati a favore della vita.Anche a livello internazionale, come per i radicali nostrani, ogni occasione è buona per promuovere l'aborto, perfino l'emergenza coronavirus.
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(Ansa)
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