2020-12-15
I quattrini del magnate della sanità dietro il vino marchiato D’Alema
Massimo D'Alema (Getty images)
Massimo Tortorella, pontiere dei giallorossi, contribuisce alla ditta con un fondo lussemburghese.Che Massimo D'Alema abbia intrapreso la vita dell'imprenditore vinicolo è noto da tempo. Ma che uno dei soci della società Silk wines road sia un imprenditore che opera nella sanità a livello mondiale non era ancora conosciuto. Anche perché nel registro della Camera di commercio - tra gli azionisti della società dove l'ex presidente del Consiglio è amministratore - ci sono in chiaro solo i nomi di Giulia e Francesco D'Alema, come quelli di Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, questi ultimi parenti dell'altro amministratore, ovvero l'enologo dei vip Riccardo Cotarella. Ma tra le quote ce n'è una dal nome poco italiano. Il 15 % della Silk wine road appartiene infatti al fondo lussemburghese Amana investment glass found Scsp. Chi c'è dietro questo fondo? La Verità è in grado di rivelare che l'effettivo beneficiario di Amana investment è Massimo Tortorella, cinquantenne, imprenditore rampante, presidente di Consulcesi group, balzato agli onori delle cronache nell'ultimo anno di governo giallorosso di Giuseppe Conte. L'anno scorso infatti si parlò di lui come punto di raccordo tra D'Alema e Davide Casaleggio, uno dei tanti ingranaggi della macchina politica che portò Partito democratico e 5 stelle alla creazione del governo Conte bis. Sarebbe stato proprio Tortorella a metterli in contatto, anche perché l'imprenditore non è impegnato solo nel più grande network d'Europa dedicato ai professionisti della sanità, con sedi a Londra, Bruxelles, Tirana, Lugano e Roma, ma si occupa anche di tecnologia con la Consulcesi tech. Del resto, socio accomandatario del fondo è la società americana Product form Llc, che a sua volta è diretta da due società, Pondarosa holdings Llc e Wey Llc. E tra le mille società che dirigono entrambe c'è appunto anche Consulcesi Llc. Il mondo è piccolo. Il 27 giugno del 2018, proprio Tortorella presentò un libro scritto con il fratello Andrea alla Link University di Vincenzo Scotti. Il titolo dell'opera? Perché da blockchain e monete digitali non si torna indietro. Tra il pubblico presente quel giorno si può vedere in prima fila proprio D'Alema, seduto al fianco del futuro viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. Ma ci sono anche Michela De Biase, moglie di Dario Franceschini e Giacomo D'Amico, considerato per anni il Gianni Letta della Regione Lazio di Nicola Zingaretti. D'Amico, in Terna da luglio, è transitato a gennaio dalle relazioni istituzionali di Sia, società controllata da Cdp equity con il presidente Federico Lovadina, fondatore dello studio legale Bl, che vede tra i soci l'ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi ed Emanuele Boschi, fratello dell'ex ministro Maria Elena. In sostanza, quel giorno alla Link, da un po' di tempo finita sotto inchiesta della magistratura, era già presente il governo giallorosso, anche se era appena entrato in carica il primo governo gialloblu Lega e 5 stelle. Su internet si possono trovare diverse interviste video di Tortorella insieme con Casaleggio jr, ma anche conferenze stampa organizzate dal Movimento 5 stelle al Senato, con lo stesso Sileri, in cui si parla di sanità e blockchain. Va detto che le cronache dell'anno scorso segnalavano che Tortorella si fosse innamorato del vino di D'Alema che ha sede a Orvieto. Ma non era emerso il suo coinvolgimento diretto in questo business che sembra dare grandi soddisfazioni all'ex segretario dei Ds. Del resto la Silk wines road si occupa di vendere vino in Cina e i bilanci sono in utile già da due anni. I rapporti di Max con Pechino sono buoni, basti pensare all'ultimo intervento all'evento del colosso tech Zte. E sulla qualità del vino garantisce Riccardo Cotarella, già presidente di Assoenologi, e consulente sia di Bruno Vespa sia del cantante Sting.
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