Le Borse risalgono e mostrano cauto ottimismo. Intanto si spegne la corsa del barile.
Le Borse risalgono e mostrano cauto ottimismo. Intanto si spegne la corsa del barile.Le paure sulla crisi energetica sembrano allentarsi. Nelle ultime ore il Wti americano e il Brent europeo hanno registrato una decisa discesa, perdendo il 2,4%, dopo aver mostrato un crollo ancor più marcato, superando il 4%. Il prezzo finale è stato rispettivamente 69,5 e 72,4 dollari al barile. Il calo segue il forte rialzo del 7% registrato venerdì e si inserisce in un contesto di distensione geopolitica che ha coinvolto anche le Borse. Milano ha guadagnato l’1,24%, Parigi lo 0,75% e Francoforte lo 0,9%. L’euro si è rafforzato, avvicinandosi alla soglia di 1,16 dollari, il valore più alto dal 2021.Il principale motore di questa distensione è stato il Wall Street Journal, secondo cui Teheran ha inviato messaggi tramite mediatori arabi a Washington e Tel Aviv, esprimendo l’intenzione di tornare ai tavoli dei negoziati sul nucleare. Una indiscrezione che ha avuto l’effetto di calmare i mercatiIl petrolio, come facilmente prevedibile, è la commodity più sensibile alle dinamiche geopolitiche in quella regione, in particolare per il traffico navale che attraversa lo Stretto di Hormuz, un passaggio strategico per l’export energetico globale. Ogni giorno, circa 20 milioni di barili di greggio, condensati e combustibili raffinati transitano attraverso lo Stretto, così come quasi 11 miliardi di piedi cubi di gas naturale liquefatto. Tuttavia, nonostante i timori iniziali, i dati di S&P global suggeriscono che il traffico navale non ha subito interruzioni significative: domenica sono passate 111 navi, contro le 116 del 12 giugno. Un dato che lascia intuire che, almeno per il momento, i flussi petroliferi continuano regolarmente.Sui mercati energetici, l’equilibrio è ancora fragile. Anche se i prezzi del petrolio sono scesi, le tensioni in corso potrebbero far lievitare in futuro i costi di trasporto e assicurazione. Le petroliere, infatti, stanno valutando con maggiore cautela le operazioni nel Golfo Persico. Gli armatori si aspettano compensi più elevati per operare nelle acque della regione e ogni viaggio richiederà ora un’approvazione separata da parte delle compagnie di navigazione. Di conseguenza, le tariffe di trasporto per una petroliera di grandi dimensioni sono raddoppiate rispetto alla settimana precedente, raggiungendo le 260 sterline per il trasporto di nafta dalla rotta Mar Rosso-Giappone, previsto per il 26 giugno. È molto probabile che in futuro anche le principali rotte del Golfo Persico vedranno aumenti delle tariffe di trasporto di 50-100 sterline al giorno.Nel frattempo, i metalli preziosi hanno subito anch’essi una correzione. L’oro, che in mattinata aveva toccato un nuovo massimo storico di 3.465 dollari l’oncia, ha registrato una discesa di circa l’1%, scivolando sotto la soglia dei 3.400 dollari. La maggiore fiducia degli investitori, stimolata dall’apertura dell’Iran a riprendere i negoziati nucleari, ha ridotto la domanda di asset rifugio come l’oro, portando a una correzione del prezzo.Un altro elemento che sta influenzando i mercati è la politica monetaria della Federal reserve. L’attenzione degli investitori è tutta puntata sulla riunione della Fed di questa settimana, dove le aspettative sono di una stabilizzazione dei tassi d’interesse. Sebbene non si prevedano cambiamenti significativi, le decisioni della Banca centrale potrebbero avere un impatto diretto sull’andamento dei mercati finanziari nei prossimi giorni.In sintesi, mentre i mercati globali si stanno adattando a un clima di distensione geopolitica, le previsioni future restano incerte. I flussi energetici sembrano al momento garantiti, ma le variabili politiche ed economiche potrebbero spingere ulteriormente i prezzi verso l’alto. Gli operatori del settore continuano a monitorare con attenzione la situazione, in un gioco di equilibri molto delicato tra domanda, offerta e rischi geopolitici.
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