2023-11-30
I medici sulle pensioni: «Stralcio o tutti via»
Pierino Di Silverio, sindacato Anaao-Assomed, respinge la proposta del governo di cancellare i tagli solo a chi lascia il lavoro a 67 anni: «Lo sciopero è confermato, chiediamo di eliminare l’articolo 33 altrimenti passeremo alla class action e alle dimissioni di massa».«Lo sciopero del 5 dicembre è confermato. Ipotesi? Le fa solo il presidente del Consiglio»: Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, il sindacato dei medici del Servizio sanitario nazionale, è una furia. Le varie ipotesi di ammorbidire il taglio alle pensioni di alcune categorie di dipendenti pubblici, tra le quali appunto i medici e gli infermieri, previsto dall’articolo 33 della legge di Bilancio, non solo non soddisfano i camici bianchi, ma se possibile inaspriscono ancora di più il rapporto con il governo. La premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, l’altro ieri, incontrando i sindacati, hanno prospettato la possibilità di cancellare il taglio per le pensioni di vecchiaia, quindi per chi lascia il lavoro a 67 anni, mantenendolo invece, magari rimodulato in maniera graduale, per chi sceglie di andare in pensione in anticipo. «Non siamo stati ancora convocati», dice Di Silverio alla Verità, «quello che dice il presidente del Consiglio sembrerebbe paventare una possibilità di riduzione non tanto del taglio quanto della platea, lasciando quindi il taglio solo per chi chiederebbe la pensione anticipata. È come chiederci di scegliere chi uccidere e chi salvare. Io rispondo che non si può uccidere nessuno. Lo sciopero è confermato e non solo per le pensioni, che sono stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Di Silverio è imbufalito: «A noi non convince nessuna ipotesi al ribasso. Noi proponiamo lo stralcio dell’articolo 33, molto semplicemente», argomenta il leader del sindacato, «e comunque se vanno avanti su questa strada la norma gliela affossiamo in tribunale. Faremo una class action di ricorsi che partono da oggi e finiscono quando finisce questo governo. Questo sciopero è solo l’inizio. È l’atteggiamento che non ci convince: noi siamo per la collaborazione e per la condivisione di intenti e obiettivi. Se io sto collaborando e discutendo», sottolinea ancora Di Silverio, «e tu rispondi con una mannaia, i rapporti diventano più difficili. Con lo sciopero del 5 dicembre iniziamo una mobilitazione che andrà avanti in maniera sempre più estrema. Lo dico chiaramente: se non si capisce che bisogna investire sulla sanità pubblica e sui professionisti, arriverò a proporre le dimissioni di massa». Una bella grana per il governo guidato da Giorgia Meloni, che si trova alle prese con il più classico dei problemi di chi vince le elezioni: mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e gli impegni presi con le categorie. Si fionda sulla polemica il segretario della Cgil, Maurizio Landini: «La stretta sulle pensioni dei medici e di alcune categorie di statali», dice Landini a Sky Tg24, «è da cancellare, stanno mettendo in discussione dei diritti acquisti e stanno peggiorando la legge Fornero. Se uno aveva diritti non è che poi si cambiano e in più stanno tagliando la spesa sanitaria. Oggi 4 milioni di italiani non si curano perché non hanno i soldi», aggiunge Landini, «e i medici hanno confermato lo sciopero del 5 dicembre anche per il taglio della sanità pubblica». Se le critiche di Landini possono essere considerate scontate, fanno riflettere quelle di Luigi Sbarra, leader della Cisl, sindacato non ostile al centrodestra che più volte si è smarcato da Cgil e Uil: «Il governo», dice a Rainews Sbarra, in relazione all’incontro dell’altro ieri, «ha preso impegni importanti. Per noi contano i fatti, ecco perché i prossimi giorni saranno decisivi per capire se i cambiamenti, i miglioramenti sono coerenti con le nostre richieste. È stato un incontro importante, abbiamo ribadito al governo la necessità di migliorare la manovra e anche di riflettere su una traiettoria di medio-lungo periodo. Farebbe bene a tornare indietro sulla stretta delle pensioni, a liberare nuove risorse per sostenere la sanità, a finanziare la legge quadro sulla non autosufficienza». «Il governo», sottolinea ancora Sbarra, «si è impegnato a modificare l’articolo 33 della legge di Bilancio che restringe aliquote e rendimenti dei futuri trattamenti pensionistici per medici e infermieri, personale degli enti locali, maestre d’asilo, ufficiali giudiziari. Noi abbiamo chiesto che venga ritirato, la risposta è che si sta lavorando per cambiarlo nella prospettiva di evitare penalizzazioni». Anche Italia Viva fa sentire la sua voce: «Sulle pensioni dei medici», dice a Sky Tg24 la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Iv, «vedremo l’emendamento governativo. Ad oggi siamo ben lontani dall’aver capito cosa il governo voglia fare, l’impressione è che non abbia le idee molto chiare. Quello che indigna è che si sia andati a toccare una categoria, quella dei medici e del personale sanitario, che ha avuto un ruolo straordinario nella vicenda Covid. Il provvedimento va ripensato pesantemente. Non si può depotenziare il sistema sanitario nazionale», aggiunge la Paita, «abbiamo il problema di trattenere le professionalità che sono essenziali e che invece in questo modo rischiano di abbandonare il paese. Impedirlo è un imperativo. Arriverà un correttivo? Prendiamo atto, ma il Paese è stato comunque lasciato in uno stato di incertezza molto grave».