2025-01-12
«I laburisti hanno coperto gli stupri dei pakistani per tenersi i voti islamici»
Claire Fox (Getty images)
Il membro indipendente della Camera dei Lord Claire Fox: «La sinistra ipocrita ha chiuso gli occhi davanti al razzismo anti bianchi. E ha lasciato che tutto continuasse».Quando si sente parlare - peraltro troppo poco sui media italiani - dello scandalo delle grooming gangs esploso in Gran Bretagna, va tenuto presente che questa espressione è un eufemismo, che non rende minimamente l’idea dell’orrore degli stupri e delle torture sessuali perpetrate dalla fine degli anni Ottanta, in una cinquantina di città, nei confronti di decine di migliaia di bambine e ragazze bianche inglesi da parte di uomini musulmani provenienti da Medio Oriente, Africa orientale e Sudest asiatico, in prevalenza dal Pakistan. Diverse vittime sono state uccise dai loro abusatori ma per paura di essere tacciate di razzismo le autorità non solo non hanno indagato sui crimini ma, al contrario, di razzismo hanno accusato le vittime e i loro familiari. Non basta; un altro motivo per cui la sinistra liberale ha taciuto lo scandalo risiede in un elemento su cui è calata la scure del politicamente corretto: all’origine dei crimini c’era sì razzismo, ma nei confronti dei bianchi, come ammesso dagli stessi aggressori.Nell’insieme si tratta di una storia talmente scioccante che, per troppo tempo, molti politici e giornalisti hanno preferito guardare dall’altra parte ed evitare la realtà; invece è proprio la gravità dei fatti a esigere che si racconti quello che è successo e si mostri «l’altra storia» dietro a un’imperdonabile operazione di insabbiamento che tuttora impedisce sia fatta giustizia e si prevengano nuovi orrori. Lo facciamo in questa intervista con Claire Fox, membro indipendente della Camera dei Lord (una delle due assemblee che formano il Parlamento del Regno Unito), già editrice della rivista Living Marxism e fondatrice di Academy of the Ideas, che da 20 anni organizza dibattiti pubblici su temi controversi per sfidare le ortodossie contemporanee.Dopo iI rifiuto, a ottobre, del ministro Jess Philips di avviare un’inchiesta nazionale, nei giorni scorsi alla Camera dei Comuni i laburisti hanno respinto la richiesta di formare una commissione che indaghi su questi misfatti: da donna e attivista di sinistra, come la fa sentire questo atteggiamento?«Sono incredibilmente frustrata e da molti anni: da quando partì il movimento Me too e la sua isterica degenerazione che comportò denunce continue, diffuse da tutti i mezzi di informazione, di donne che dicevano di sentirsi “guardate nel modo sbagliato”. Proprio mentre accadeva questo, in Inghilterra molti venivano a conoscenza di gang di abusatori, in maggioranza pakistani, che sistematicamente adescavano e stupravano giovani ragazze bianche dei ceti popolari. Quello che mi fece impazzire era il doppio standard: non mi capacitavo di come, se menzionavi lo scandalo delle grooming gangs la gente alzava gli occhi o faceva finta di niente o mormorava che eri razzista, pur di non parlarne. Tutti i politici si impegnavano contro la violenza sulle donne ma non contro quella commessa su queste ragazze. Loro non contavano, erano un imbarazzo».Su questa omertà pesava più la volontà di non perdere i voti della comunità musulmana oppure il timore di essere accusati di razzismo? «Il voto conta sicuramente: la maggioranza delle zone dove gli abusi si compivano erano in mano al Labour party, i cui rappresentanti venivano eletti in massa grazie al sostegno delle comunità musulmane pakistane; pertanto, denunciare i casi alle autorità locali era un problema e chi lo faceva diventava un “razzista di destra”. Dopo il conflitto a Gaza, per la sinistra è diventato ancora più importante non scontentare la propria base elettorale: alle ultime elezioni, infatti, il margine di vittoria dei candidati Labour si è ridotto moltissimo. Ma a soffocare la storia per anni sono stati anche il politicamente corretto e il multiculturalismo, che ha spezzettato la società in “comunità” e ha favorito il radicalismo islamico; si sono nascoste le tensioni e chi non ci stava veniva accusato di essere divisivo e messo a tacere per paura di suscitare reazioni e contraccolpi violenti. Mettendoci un coperchio sopra, abbiamo peggiorato la situazione». Invece il movente razziale era presente: le vittime hanno raccontato che venivano insultate in quanto bianche; uno dei principali abusatori, Shabir Ahmed, quando comparve in tribunale nel 2012 disse: «Siamo noi la razza suprema, non questi bastardi bianchi». «Grazie a Elon Musk, che ha attirato l’attenzione internazionale, e a media come Gb News, che ha pubblicato le trascrizioni del tribunale, questo scandalo è finalmente esploso dopo che per anni gli articoli che uscivano non facevano mai breccia nell’opinione pubblica. Adesso nessuno può più fare finta di niente e per la prima volta persino il Labour party ha dovuto dire che gli stupratori erano uomini di origine pakistana e le vittime giovani ragazze bianche della working class. Questa componente razzista - le ragazze venivano definite “spazzatura bianca” - unita al fattore sociale - le vittime venivano da famiglie povere o da istituti di affido - spiega perché la sinistra liberale sia stata così desiderosa di nascondere la questione sotto il tappeto. Purtroppo, anche la polizia ha adottato lo stesso atteggiamento degli abusatori, dando poco credito alle ragazze. Se penso alla retorica che tratta ogni donna come una potenziale vittima dei maschi, questo mi fa impazzire».Eppure il governo tuttora non vuol far partire un’inchiesta… «La loro posizione non è più sostenibile: ormai hanno perso il controllo. C’è un problema culturale di gang organizzate che pensano di poter fare quello che vogliono ai bianchi. Ho posto il problema alla House of Lords e ora politici laburisti di spicco chiedono un’indagine nazionale, a cominciare dal sindaco di Manchester, Andy Burham. Mi hanno telefonato diversi esponenti che sono furibondi e imbarazzati per gli errori che il partito sta facendo: il Labour stava già esplodendo, avendo collezionato una lunga serie di sbagli in soli sei mesi al governo, e questa storia è la goccia che fa traboccare il vaso. Sono diventati tecnocrati che non sentono, non vedono e non ammettono di aver sbagliato ma ora il popolo dice: non ci ascoltate, ci trattate con disprezzo, però stavolta non la farete franca. Ricalca esattamente ciò che accadde con la Brexit».Quale ruolo gioca il premier Keir Starmer, che in passato (dal 2008 al 2013 ) è stato anche procuratore generale?«Aver detto che chiunque chieda un’inchiesta salta sul carro dell’estrema destra è stata la cosa più stupida che potesse fare, visto che di fatto ha sdoganato questa accusa. Vero che quando era procuratore alcuni colpevoli furono arrestati, ma Starmer non ha mai capito la valenza del problema, che non è solo il perseguimento penale dei colpevoli ma soprattutto l’insabbiamento che ha permesso a questo andazzo di proseguire indisturbato. C’è il male fatto alle ragazze ma anche il mancato intervento di chi, nella società, doveva tutelarle - dagli insegnanti agli assistenti sociali alla polizia - per ragioni di quieto vivere. Lo scandalo più grande è questo!».Il fenomeno continua? Queste gang sono ancora attive?«Ci si aspetterebbe che gli imam di Inghilterra denunciassero ai quattro venti questa vergogna e cacciassero dalle comunità i colpevoli, invece questo non accade: è un fatto che fa pensare e sospettare che questi abusi continuino, come in effetti mi dicono che sia. Il multiculturalismo e l’immigrazione incontrollata hanno creato una società parallela e adesso è come se avessimo in casa un esercito ostile che maltratta i cittadini. Questo è davvero pericoloso».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
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