2021-08-10
I due sottosegretari all’Istruzione attaccano il governo sulle sanzioni ai prof
Per Barbara Floridia (M5s) è un accanimento, secondo il leghista Rossano Sasso il decreto va migliorato. Criticato l'accesso alle mense aziendali.Il green pass continua a provocare polemiche: come La Verità ha segnalato fin dal primo momento, per come è stato concepito, il meccanismo fa acqua da tutte le parti. Scuola e lavoro sono due fronti caldi, anzi torridi, per il governo guidato da Mario Draghi. Il ritorno in classe per gli studenti italiani si avvicina, ma l'obbligo del green pass per i docenti e il personale scolastico, le sanzioni, i controlli affidati ai presidi, in sostanza l'intera architettura di questo provvedimento, sta mettendo in subbuglio tutti gli addetti ai lavori. Il personale scolastico, lo ricordiamo, stando al decreto varato dal Consiglio dei ministri, dovrà possedere il green pass, che costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle prestazioni lavorative. Il controllo è affidato ai presidi, che se si lasceranno «sfuggire» qualche docente o operatore sprovvisto di green pass rischiano fino a 1.000 euro di multa, e che sono sul piede di guerra e chiedono più personale per poter effettuare le verifiche. Dall'interno stesso del governo, arrivano segnali di insofferenza e volontà di cambiare queste assurde regole: «Ritengo che le sanzioni pecuniarie contro i dirigenti scolastici e il personale scolastico siano un accanimento», dice al Corriere della Sera la sottosegretaria all'Istruzione del M5s, Barbara Floridia, «sono favorevole al green pass e anche al fatto che si debbano prendere provvedimenti per omesso controllo o per assenza del green pass, ma non con le sanzioni amministrative. Ci sono tanti metodi. È davvero troppo sospendere i docenti e il personale Ata e togliere lo stipendio a chi dopo cinque giorni non presenta il green pass».Anche l'altro sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso della Lega, annuncia battaglia, e boccia le proposte della collega Floridia: «Il decreto Covid», sottolinea Sasso, «va assolutamente migliorato e la Lega è già al lavoro in tal senso, soprattutto per la parte che riguarda la scuola. Occorre una riflessione politica sul carattere impositivo della norma. Siamo sicuri che sospendere i docenti sprovvisti di green pass e lasciarli senza stipendio sia la mossa giusta? Siamo proprio certi che i dirigenti scolastici con tutta la mole di lavoro che normalmente hanno, peraltro già notevolmente appesantita dalla pandemia, abbiano mezzi e uomini per trasformarsi anche in vigilanti, pena essere sanzionati anche loro? Mai come in questa fase», aggiunge Sasso, «occorre buonsenso: dopo 18 mesi di sacrifici da parte della comunità scolastica appare ingeneroso un atteggiamento vessatorio nei confronti di insegnanti e personale Ata».Altro argomento assai caldo, quello del green pass obbligatorio per accedere alle mense aziendali, con tanto di multe e sanzioni per chi non controlla. Su questo tema si sta consumando un braccio di ferro tra governo e sindacati, che sta facendo emergere tutte le perplessità delle organizzazioni dei lavoratori su queste misure che sembrano marginali, ma che invece costituiscono una sorta di obbligo vaccinale surrettizio: «Sia chiaro», dice a La Repubblica il leader della Cgil, Maurizio Landini, «il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il green pass, ma in nome di ciò non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora. Mi domando se chi ha deciso questa regola sia stato negli ultimi tempi dentro una mensa aziendale», aggiunge Landini. «Beh, dovrebbe andarci perché dopo i protocolli sulla sicurezza che abbiamo sottoscritto attraverso il distanziamento, l'uso delle mascherine, la sanificazione, lo smart working e diversi turni di lavoro, i luoghi di lavoro sono sicuri. Se il governo pensa che il vaccino debba essere obbligatorio», incalza Landini, «lo dica e approvi una legge. Abbiano il coraggio di farlo». Landini dice esplicitamente quello che ormai tutti pensano: il governo, estendendo l'obbligo del green pass in maniera indiscriminata, non sta facendo altro che introdurre un sostanziale obbligo vaccinale per scuole, luoghi di lavoro, locali pubblici. Obbligare le aziende che organizzano i servizi mensa nelle aziende a controllare i green pass, oltretutto, rappresenta un ulteriore elemento di difficoltà per un settore già in ginocchio: si rischiano multe e contestazioni, e non mancherà chi preferirà chiudere bottega.«La questione posta da Landini ha un suo fondamento», commenta il vicesegretario del Pd, Giuseppe Provenzano, a Radio 24, «la valutazione è stata fatta dal ministero della Salute facendo riferimento alle indicazioni del comitato tecnico. È necessario tornare a un tavolo con le parti sociali ed eventualmente capire se c'è bisogno di intervento normativo qualora si vada verso un green pass generalizzato». «Sono d'accordo con Maurizio Landini», afferma il sottosegretario al lavoro della Lega, Tiziana Nisini, a Radio 24, «va tutelata la salute pubblica ma ci deve essere conciliazione anche con il diritto al lavoro». Intanto, Silvio Berlusconi posiziona Forza Italia a favore del green pass generalizzato: «Da ristoratore, chiederebbe ai suoi clienti di mostrare il green pass? Ovviamente», risponde Berlusconi alla Stampa, «osserverei le leggi dello Stato, anche se non le condividessi, ma in questo caso le condivido appieno».
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