2022-04-15
I Benetton chiudono l’Opa Atlantia e sventolano «l’identità italiana»
Lanciata l’offerta con Blackstone: 23 euro ad azione Aumento di capitale e soldi da Aspi.E Opa fu. Con la società veicolo Schema43 il tandem Benetton-Blackstone ha lanciato l’offerta per Atlantia a 23 euro per azione cui si aggiunge un dividendo di 0,74 euro. La holding viene valorizzata 19 miliardi: in caso di integrale adesione, il controvalore massimo complessivo dell’offerta è pari a 12,76 miliardi. L’operazione è stata annunciata ieri mattina prima dell’apertura della Borsa. In Piazza Affari il titolo ha chiuso la seduta di ieri con un +4,29% a 22,83 euro quindi sul prezzo d’Opa, segno che il mercato non crede a un eventuale rilancio da parte dei fondi Gip e Brookfield alleate della Acs di Florentino Pérez, socio della stessa Atlantia nel gruppo spagnolo Abertis. Il veicolo dei Benetton e di Blackstone farà fronte all’esborso attraverso un aumento di capitale da 4,48 miliardi di euro e un indebitamento fino a 8,22 miliardi da parte di Schema 42 per finanziare Schema43 che verrà coperto grazie all’impegno di un pool di banche. Quindi la stessa cifra che la holding dei Benetton incassa per la vendita delle Autostrade-Aspi a Cassa depositi e prestiti (ovvero allo Stato). Quella che in gergo si chiama «bridge-to-Cash», perchè con la fusione estingueranno il debito. A fare l’offerta è la società Schema43, il cui capitale sociale è detenuto interamente dalla Schema42, a sua volta controllata per il 65% da Sintonia, subholding che fa capo alla Edizione della famiglia Benetton, e partecipata da Blackstone al 35%, attraverso due società lussemburghesi in accomandita. L’obiettivo è quello di perseguire l’acquisizione di tutte le azioni in circolazione e, conseguentemente, il delisting del gruppo presieduto da Fabio Cerchiai ma anche di preservare l’integrità e l’identità italiana del gruppo. «L’operazione rappresenta un momento fondamentale nella storia di Edizione. Come più volte ribadito, il nostro investimento in Atlantia ha natura strategica ed è una nostra ferma volontà continuare a concorrere allo sviluppo sostenibile della società, mantenendone il radicamento italiano e valorizzando l’attuale disegno industriale», ha sottolineato il presidente di Edizione (che controlla il 33,10% di Atlantia), Alessandro Benetton. In Blackstone, ha poi aggiunto, «abbiamo trovato non solo un co-investitore di grande prestigio e solidità, ma anche un partner dichiaratamente di lungo periodo, con visione internazionale». Con Benetton-Blackstone è schierata anche la Fondazione Crt che si impegna a portare in adesione all’offerta 6.251.446 azioni, pari allo 0,76% del capitale sociale, entro 5 giorni lavorativi dall’inizio del periodo di adesione, e, in caso di esito positivo dell’offerta, reinvestire tutti i proventi derivanti dalla vendita di tali azioni per sottoscrivere azioni di Schema42 alle stesse condizioni degli investitori Blackstone. Inoltre, le società costituite ad hoc hanno concesso all’ente torinese il diritto, esercitabile fino al 22 aprile di quest’anno, di estendere l’impegno di adesione a un altro 3,78 per cento. Tra le condizioni per il successo dell’operazione, il closing della vendita di Aspi, la soglia del 90% da raggiungere e l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie a cominciare da quella di Banca d’Italia per l’acquisizione indiretta di una partecipazione di controllo in Telepass Pay. Se i Benetton e Blackstone non riuscissero a raggiungere la percentuale necessaria per il delisting, si riservano di portare via il gruppo dalla Borsa (e gli 8 miliardi in arrivo dalla vendita di Autostrade) «mediante la fusione» di Atlantia nel veicolo Schema43.