2023-09-02
Biden conosceva bene i traffici del figlio. Lo provano mille mail
Scambiate tra la società di Hunter Biden e lo staff dell’ex vice di Barack Obama che si è sempre detto estraneo. E il Gop prepara l’impeachment.Joe Biden aveva sempre detto che, ai tempi della sua attività come vicepresidente, non aveva mai avuto a che fare con i controversi affari del figlio Hunter. Eppure delle email recentemente rese pubbliche dimostrano il contrario. Ma andiamo con ordine.Era l’agosto 2019, quando Biden, allora candidato presidenziale dem, disse: «Non ho mai discusso, né con mio figlio, né con mio fratello, né con nessun altro, di nulla che abbia a che fare con le loro attività». «E quello che farò è la stessa cosa che abbiamo fatto nella nostra amministrazione. Ci sarà un muro assoluto tra gli interessi privati e il governo», aggiunse. Nel settembre 2019 Biden rincarò la dose, sostenendo: «Non ho mai parlato con mio figlio dei suoi affari all’estero».Peccato che le cose non stiano esattamente così. È infatti emerso che la società di Hunter, Rosemont Seneca, scambiò circa mille email con l’ufficio del padre quando quest’ultimo era vicepresidente in carica degli Stati Uniti: si tratta di una documentazione che è stata ottenuta dal gruppo di advocacy conservatore America first legal, nel contesto di una causa legale.Molteplici sono gli esempi di contatto tra Rosemont Seneca e l’ufficio del vicepresidente. Nel dicembre 2013 il lobbista Doug Davenport si rivolse all’allora socio di Hunter, Eric Schwerin, con l’intento di ottenere dei biglietti last minute per un tour natalizio alla Casa Bianca: tour a cui Davenport voleva portare una «persona di Apple». Schwerin contattò, quindi, una dipendente di Rosemont Seneca, Katie Dodge, che scrisse direttamente all’ufficio del vicepresidente, chiedendo dei biglietti e sottolineando che si trattava di «un grande favore per Hunter». Nel giugno 2013 era invece stato lo stesso Hunter ad attivarsi con l’intento di far avere dei biglietti per la Casa Bianca a un esponente di un hedge fund con cui la sua società aveva collaborato nel 2010 per delle opportunità in Cina. In alcune email emerge anche un senso di familiarità e di amicizia tra lo staff di Rosemont Seneca e quello dell’ufficio del vicepresidente.Infine, presentando le nuove email, America first legal ha sottolineato che, pur non facendo parte dell’amministrazione Obama, Hunter è stato «personalmente coinvolto» in eventi di alto profilo alla Casa Bianca. In particolare, si fa riferimento ai ricevimenti ufficiali in onore di Hu Jintao e Angela Merkel nel 2011 e a quelli in onore di David Cameron e François Hollande rispettivamente nel 2012 e nel 2014.Insomma, non sembrerebbe esserci stato alcun «muro» tra l’allora vicepresidente Biden e la società di suo figlio. Inoltre, va tenuto presente quanto ha riferito l’ex socio di Hunter, Devon Archer, alla Camera lo scorso luglio. Hunter era solito mettere in contatto il padre con i suoi partner in affari per aumentare la propria influenza ai loro occhi. Ebbene, il fatto che Rosemont Seneca si desse da fare con la Casa Bianca per accontentare i soci di Hunter evidenzia il coinvolgimento di Joe Biden nelle dinamiche del traffico di influenza. Possibile che l’allora vicepresidente non si rendesse conto di essere strumentalizzato dal figlio? L’ipotesi che fosse connivente diventa sempre più fondata.Ma c’è dell’altro. Delle circa mille email complessive di cui abbiamo parlato, l’attuale Casa Bianca ha rifiutato di consegnarne 200, invocando il privilegio dell’esecutivo, in quanto «la pubblicazione rivelerebbe consigli riservati tra il presidente e i suoi consiglieri». Quello stesso privilegio dell’esecutivo che Biden, a ottobre 2021, negò di riconoscere a Donald Trump, quando quest’ultimo si oppose all’eventualità - poi verificatasi - che gli Archivi nazionali consegnassero del materiale della sua amministrazione alla commissione parlamentare d’inchiesta sul 6 gennaio.Ora, al di là del doppiopesismo, viene da domandarsi se l’attuale presidente abbia qualcosa da nascondere. Ricordiamo, a tal proposito, che gli stessi Archivi nazionali hanno ammesso l’esistenza di oltre 5.000 email dell’allora vicepresidente Biden, in cui quest’ultimo usò indirizzi sotto pseudonimo. Si tratta di materiale che i deputati repubblicani hanno chiesto di visionare, in quanto ritengono che potrebbe contenere informazioni scottanti sugli opachi rapporti tra i Biden e la controversa azienda ucraina Burisma. In particolare, Fox News ha pubblicato un’email del 2014, in cui Biden - usando lo pseudonimo «Robin Ware» - sembrava discutere col figlio della possibile assunzione di un funzionario alla Casa Bianca. Non solo. A fine agosto, sempre Fox News aveva rivelato che Hunter viaggiò col padre sull’Air Force Two in almeno 15 Paesi.Nel frattempo, il Gop si sta preparando ad avviare un’inchiesta per impeachment contro il presidente: un’inchiesta che, secondo Cnn, potrebbe prendere il via già a fine mese. D’altronde, si sono già detti assai possibilisti in tal senso vari alti esponenti repubblicani della Camera: lo speaker, Kevin McCarthy, il presidente della commissione Sorveglianza, James Comer, e quello della commissione Giustizia, Jim Jordan.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.