
Il prefetto rassicura il sindaco: «Gli immigrati rimarranno massimo due notti». Pantelleria sotto pressione.Le autorità tunisine hanno fatto sapere di aver bloccato, nelle ultime 24 ore, 1.200 persone pronte a partire per le coste italiane. Nonostante gli sforzi di Tunisi, però, gli approdi a Lampedusa continuano.A partire dalla mezzanotte di lunedì, con dieci imbarcazioni, sono approdate 402 persone. Stando ai racconti di chi approda al molo Favarolo (bengalesi, egiziani, pakistani, siriani e tunisini) ci sono ancora delle partenze dalle coste libiche, ma molti dichiarano di essere salpati dalla Tunisia. «Il memorandum tra Unione europea e Tunisia resta valido», ha spiegato ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, smentendo le notizie che qualcuno aveva diffuso sul suo fallimento: «A Bruxelles si sta continuando a lavorare per fare sì che sia applicato, come sostiene anche la Commissione europea».L’obiettivo è fermare i flussi stabilizzando la situazione economica in Tunisia. Le ultime ondate sono state impressionanti. Negli ultimi giorni sono approdati in 2.905 (1.085 sabato, 1.036 domenica, 590 ieri e 194 fino all’ultima rilevazione del Viminale, alle 8 di ieri mattina). Il numero monstre, però, è quello complessivo: 130.620 persone sbarcate sulle coste dall’inizio dell’anno (nello stesso periodo del 2022 si erano fermate a quota 68.283). E a Lampedusa non ce la fanno più. Il fronte del «no» per la realizzazione di una tendopoli a Capo Ponente ha convocato un’assemblea cittadina nelle vicinanze del municipio. E Giacomo Sferlazzo, portavoce del movimento Mediterraneo Pelagie, ha spiegato: «Continuiamo a chiedere che i migranti vengano portati direttamente sulla terraferma. Non accetteremo né compensazioni, né baratti». «Se a Lampedusa avessimo messo mani e pensieri 25-30 anni fa, forse non saremmo arrivati a questo», ha commentato il cantautore Claudio Baglioni che sull’isola ha una casa e dal 2003 al 2012 ha organizzato il festival O’ Scià, con l’obiettivo di sensibilizzare sui problemi legati all’immigrazione. Oggi, invece, è prevista una visita del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte.L’hotspot, che era arrivato a 2.000 presenze, però, comincia di nuovo a sgonfiarsi. Ieri 180 migranti sono stati trasferiti con dei voli per Bergamo e altri 450 sono partiti per Porto Empedocle con un traghetto. Qui hanno trovato al molo il prefetto di Agrigento Filippo Romano, che ha coordinato le operazioni. Nella tensostruttura, che nei giorni scorsi è arrivata a contenere 1.300 persone, all’arrivo della motonave c’erano poco più di 300 migranti. Il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Martello, ha ricevuto una telefonata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che gli ha manifestato la vicinanza del governo e lo ha rassicurato sulla conclusione dei lavori per il secondo hotspot.La costruzione «sta proseguendo alla massima velocità possibile», ha confermato il prefetto Romano, che conta di vedere l’opera finita in anticipo rispetto alla data prevista per la fine dei lavori, fissata a novembre. Poi ha spiegato che «l’hotspot di Porto Empedocle» e «quello di Lampedusa» devono essere visti «come una sorta di ponte». Lampedusa dovrà accogliere in prima battuta e quello di Porto Empedocle instradare, il più velocemente possibile, verso i pullman. «Sarà strutturato come una sorta di stazione dei bus», ha spiegato ancora Romano, «con una corsia protetta di entrata e di uscita e con lettini in numero sufficiente per ospitare diverse centinaia di persone per una o, al massimo, due notti».È attraccato al porto di Reggio Calabria, invece, il traghetto Paolo Veronesi della Siremar, che era partito lunedì da Porto Empedocle con a bordo 630 passeggeri di nazionalità tunisina e subsahariana. Tra i migranti, segnalano le autorità, ci sarebbero diversi casi di scabbia. Le operazioni sono cominciate sul molo di levante, dove 331 migranti dovranno essere identificati e fotosegnalati dalla polizia. Gli altri 299, invece, erano stati già fotosegnalati a Porto Empedocle e sono stati smistati verso i luoghi di destinazione: 225 andranno a Gallico, dove la prefettura ha allestito un centro di prima accoglienza e dove ci sono ancora 181 migranti dello sbarco avvenuto nei giorni scorsi. Gli altri, a bordo di pullman, verranno trasferiti in base al riparto stabilito dal ministero dell’Interno: cento a Vibo Valentia, 80 a Crotone, 109 ad Ardore, 36 a Stilo e 80 a Roccella Jonica.Nel frattempo, è andato in affanno il piccolo centro d’accoglienza di Pantelleria, approntato nella caserma Barone con solo una cinquantina di posti. Ieri, con una nave, sono state trasferite 300 persone a Termini Imerese. A Brindisi, invece, sono sbarcati i 471 passeggeri recuperati nei giorni scorsi nel Mediterraneo dalla Geo Barents. Mentre la nave Aurora di Sea Watch avrebbe «sventato un respingimento illegale della Guardia costiera libica, riuscendo a salvare circa 40 persone da una barca di legno». Ieri pomeriggio ha cominciato a navigare verso Pozzallo, il porto assegnato dalle autorità italiane. «Per altre persone», fa sapere la Ong tedesca, «siamo arrivati troppo tardi, erano già state catturate ed erano a bordo della nave della Guardia costiera libica che le riporterà illegalmente indietro. La motovedetta ha cercato di intimidirci e ha recuperato i motori della barca di legno».I migranti soccorsi, riferisce la Ong, «hanno raccontato che la scorsa notte quattro persone che erano a bordo della barca sono cadute in mare e sono scomparse tra le onde». E come sempre, a più partenze corrispondono più tragedie.
Sanae Takaichi (Ansa)
Scintille per Taiwan. Il premier giapponese rivendica pace e stabilità nell’isola: «In caso di attacco, reagiremo». Ira del governo cinese: convocato l’ambasciatore.
La tensione tra Cina e Giappone è tornata a livelli di allerta dopo una settimana segnata da scambi durissimi, affondi retorici e richiami diplomatici incrociati. Pechino ha infatti avvertito Tokyo del rischio di una «sconfitta militare devastante» qualora il governo giapponese decidesse di intervenire con la forza nella crisi di Taiwan, accompagnando il monito con un invito ufficiale ai cittadini cinesi a evitare viaggi in Giappone «nel prossimo futuro».
Donald Trump (Getty Images)
Washington avvia l’operazione «Lancia del Sud» contro i traffici di droga: portaerei nel mar dei Caraibi. Maduro: «No ad altre guerre». Trump insiste per riaffermare il dominio nella regione scacciando Pechino.
Donald Trump è sempre più intenzionato a rilanciare la Dottrina Monroe: il presidente americano punta infatti ad arginare l’influenza della Cina sull’Emisfero occidentale. È dunque anche in quest’ottica che, l’altro ieri, il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha annunciato un’operazione militare che riguarderà l’America Latina. «Il presidente Trump ha ordinato l’azione e il Dipartimento della Guerra sta dando seguito alle sue richieste. Oggi annuncio l’operazione Lancia del Sud», ha dichiarato.
Giuseppe Culicchia (Getty Images). Nel riquadro il suo libro Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio pubblicato da Mondadori
Comunicati fotocopia contro la presentazione del saggio di Culicchia. E il ragazzo ucciso? «Strumentalizzazioni».
Passano gli anni ma l’odio sembra non passare mai. Un tempo ragazzi come Sergio Ramelli venivano ammazzati sotto casa a colpi di chiave inglese. Oggi invece la violenza si rivolge contro chi di Sergio osa parlare. È una violenza meno palese, se volete meno brutale. Non uccide però infama, disumanizza, minaccia e punta a intimidire. E gode, proprio come quella antica, di sponde politiche e «presentabili». Lunedì 24 novembre nella Biblioteca Comunale di Susa è programmata la presentazione di un bellissimo libro di Giuseppe Culicchia, scrittore italiano che negli ultimi anni ha intrapreso una strada davvero coraggiosa e suggestiva.
Fiori e un camioncino giocattolo dei pompieri sono stati messi sotto il portone della casa dove una donna ha ucciso il figlio, di nove anni, tagliandogli la gola, a Muggia, in provincia di Trieste (Ansa). Nel riquadro Olena Stasiuk
- Il report alla base della decisione sulle visite: «Difficoltà psicologiche superate brillantemente» da Olena, che ha tagliato la gola al suo Giovanni. Le toghe fanno uscire di cella due stupratori e un assassino per obesità.
- Uno stupratore ai domiciliari, due violentatori scarcerati per inciampi procedurali, il killer liberato perché obeso e tabagista: la cronaca è piena di decisioni incredibili.






