Il picco di under 60 immunizzati con Astrazeneca e ancora in attesa della seconda dose si trova in Lombardia e Lazio. Mancano gli studi: paura sia per gli effetti collaterali, sia per i dubbi sul livello di protezione.
Il picco di under 60 immunizzati con Astrazeneca e ancora in attesa della seconda dose si trova in Lombardia e Lazio. Mancano gli studi: paura sia per gli effetti collaterali, sia per i dubbi sul livello di protezione.Gli italiani sotto ai 60 anni che devono ancora ricevere la seconda dose di vaccino Astrazeneca sono più di un milione. Per la precisione, 1.007.557. La cifra, aggiornata all'11 giugno, emerge dall'elaborazione dei dati registrati sul contatore Github del ministero della Salute che consente anche di vedere come sono distribuiti sul territorio nazionale. Sulla base della nuova circolare emanata dal ministero, oltre un milione di under 60 dovrà, quindi, fare il richiamo con un altro tipo di vaccino non basato su vettore virale, come Az, ma su mRna quindi o con Pfizer o con Moderna. Per quasi 3,9 milioni di italiani (3.894.000) che hanno più di 60 anni e che hanno già fatto la prima dose di Az, invece, anche il richiamo sarà fatto con Vaxzevria. Osservando le cifre nel dettaglio, si vede che la regione con il maggior numero di richiami «eterologi» da fare è il Lazio (241.150 persone, gran parte vaccinate durante i numerosi open day) seguita dalla Lombardia (con 186.957 vaccinandi) , Campania (105.673), Calabria (81.294) e dalla Sicilia (44.826). Prima autorizzato solo fino ai 55 anni, poi sospeso in attesa dell'Ema dopo alcuni episodi di trombosi, poi raccomandato per gli over 60: da quando ne è stata autorizzata la somministrazione, fino a oggi, le indicazioni dell'Aifa sull'utilizzo del vaccino di Astrazeneca sono cambiate più volte, con continui stop and go, tante raccomandazioni ma mai nessun divieto. Quali saranno gli effetti dell'ennesimo - ma forse il più devastante, considerando la fase cruciale della campagna vaccinale - caos comunicativo su Az? Il rischio è che molti degli under 60 che hanno ricevuto la prima dose non intendano ricevere il mix di vaccini e quindi non si presentino per il richiamo. Vanificando così l'immunizzazione. E per queste persone si porrebbe più avanti il problema di se e quando riavviare la copertura dall'inizio. Azzardiamo l'ipotesi peggiore: se tutti quelli che devono fare adesso il richiamo Az si «rivoltassero» tutti insieme rifiutandosi (i primi di fare il mix e i secondi di fare la seconda dose Az) arriveremo quindi a quasi 5 milioni di persone con solo una dose di vaccino fatta. Al netto dell'effetto psicologico, ci sono due perplessità su cui non è stata fatta ancora la necessaria chiarezza. La prima è: perché rischiare un altro pasticcio se - come hanno sempre sottolineato sia l'Aifa sia il Cts - in Italia non è stato segnalato alcun caso di evento trombotico dopo la seconda dose? Ma solo dopo la prima. Lo stesso coordinatore del Cts Franco Locatelli in conferenza stampa venerdì ha dichiarato che la scelta di avviare una sorta di vaccinazione «eterologa» usando vaccini mRna deriva non dai rischi trombotici che sarebbero molto rari se non inesistenti ma da un «principio di massima cautela gestibile anche perché abbiamo dosi a sufficienza di vaccini mRna». Il problema è che gli esperti sono ancora divisi sull'opportunità di adottare il cocktail di vaccini. E se alcuni si dicono favorevoli, altri sottolineano come siano pochi i dati scientifici a sostegno di tale approccio. Di certo, i dati scientifici pubblicati in merito sono pochi. E la modifica della scheda vaccinale con un mescolamento di vaccini ha a oggi una sperimentazione modestissima solo su pochi casi. Il rischio è quindi quello di inseguire nuove strategie che non siano state completamente dimostrate. Alimentando nel frattempo caos e diffidenza. La circolare del ministero dice, inoltre, che richiamo «eterologo» deve avvenire tra le 8 e le 12 settimane, come si è fissato questo arco temporale? E quali altri vaccini potrebbero essere previsti per il mix, oltre a Pfizer e Moderna? Il vaccino tedesco Curevac è in ritardo, non sarà disponibile prima di agosto, e l'ultima previsione indicava l'arrivo di 6,5 milioni di dosi non prima della fine di settembre. Qualcuno tra i governatori fan del vaccino russo tirerà fuori dal cilindro anche l'opzione Sputnik? Vedremo. Di certo, il generale Francesco Paolo Figliuolo contava di vincere la sfida della campagna vaccinale tra giugno e luglio prevedendo già una flessione del ritmo di somministrazione ad agosto. E questo caos complica tutto. Sul fronte delle scorte di Pfizer e Moderna, il ricalcolo andrà fatto alla fine del prossimo mese per garantire le seconde dosi e alla luce dell'allargamento delle platea ad altri 2,3 milioni persone, i 12-15enni. Non solo. Venerdì il commissario Figliuolo ha detto che ci sono ancora 3,5 milioni di over 60 che devono ancora ricevere la prima dose che si sommano a quei circa 3,9 milioni (sempre over 60) che devono invece fare il richiamo con Az. Entro fine giugno, sono attesi 15 milioni di dosi di Astrazeneca. Bisognerà però vedere, come abbiamo già evidenziato, quanti tra quei milioni di italiani potenziali che potrebbero fare Astrazeneca lo faranno davvero, alla luce dell'ennesimo cambio in corsa. Tanto che lo stesso Figliuolo ha ipotizzato che se dovessero avanzare delle dosi andranno ai Paesi Covax, con le prescrizioni sanitarie previste in quei Paesi.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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