2023-10-13
Hamas: «Preparavamo l’attacco da due anni»
Ali Baraka, dirigente dei miliziani: «Abbiamo finto di essere moderati». Il «Jerusalem Post»: «Vere le foto dei bimbi decapitati». Mentre i soldati trovano una bandiera dell’Isis in un kibbutz assaltato. Attentato a Gerusalemme, neutralizzato un terrorista.È stato preparato per due anni l’attacco di Hamas a Israele dello scorso 7 ottobre, e sia la data di start che i dettagli erano a conoscenza di pochissimi esponenti della milizia islamica. Lo ha detto a Russia Today tv un dirigente di Hamas, Ali Baraka: «Il numero di dirigenti a conoscenza del piano si poteva contare sulle dita di una mano. Negli ultimi due anni Hamas ha adottato un approccio razionale, in quanto non è stato coinvolto in alcuna guerra e non si è unito alla jihad islamica nelle sue recenti battaglie, tutto ciò è stato parte della strategia di Hamas nella preparazione di questo attacco». Hamas avrebbe fatto credere al mondo di essere «impegnato a governare Gaza», ha aggiunto Baraka, «e avesse abbandonato del tutto la resistenza». I terroristi non si sono fidati di nessuno, neanche delle realtà islamiche e politiche considerate più ostili a Israele, tanto che neanche le altre fazioni palestinesi «conoscevano l’ora zero». Mezz’ora dopo l’inizio dell’assalto, ha precisato Baraka, «tutte le fazioni della resistenza palestinese sono state contattate come pure i nostri alleati Hezbollah e in Iran, sono stati avvertiti i turchi. Tre ore dopo, alle 9 si è tenuto un meeting con loro. Abbiamo aggiornato chiunque ci abbia contattato. Anche i russi hanno mandato un messaggio e sono stati aggiornati sulla situazione e sugli obiettivi della guerra». Il Jerusalem Post ieri ha confermato la decapitazione di bambini durante l’attacco di Hamas al kibbutz di Kfar Aza, nel Sud di Israele. «Il Jerusalem Post», ha scritto il giornale su X, «può confermare, sulla base di foto verificate, che le notizie su bambini decapitati e bruciati durante l'assalto di Hamas sono corrette. Che il loro ricordo sia di benedizione». L’esercito israeliano ha anche confermato la notizia secondo cui i soldati avrebbero trovato una bandiera dell’Isis addosso a un miliziano di Hamas ucciso durante l’assalto al Kibbutz Sufa, vicino al confine di Gaza e ha pubblicato un’immagine nella quale si vede la bandiera. Attacco terroristico nella serata di ieri a Gerusalemme: un uomo armato di un mitragliatore ha aperto il fuoco contro alcuni agenti all’ingresso della stazione di polizia di Shalem, nel distretto di Gerusalemme», vicino alla porta di Erode. Lo ha reso noto la polizia israeliana, precisando che «dopo la sparatoria il terrorista ha tentato di fuggire, ma gli agenti lo hanno inseguito e neutralizzato». Due gli agenti rimasti feriti nell’attentato, uno lievemente, l’altro è in condizioni più serie. L’esercito israeliano, attraverso un comunicato, ha spiegato di aver bombardato da sabato l’enclave palestinese di Gaza con 6.000 bombe, per un peso totale di 4.000 tonnellate di esplosivo», uccidendo centinaia di terroristi. Le forze armate israeliane, a quanto ci risulta, hanno inoltre condotto un’operazione a Jenin e a Jaba, nella West Bank, nel corso della quale sono stati arrestati almeno cinque miliziani di gruppi armati locali legati a Hamas. Il sindaco di Sderot, Alon Davidi, a quanto riporta l’Adnkronos, ha lanciato un appello al primo ministro Benjamin Netanyahu, chiedendogli di evacuare i residenti, dopo che anche ieri sulla città israeliana sono caduti missili lanciati da Gaza, con un bilancio di almeno quattro feriti.Mentre continuano i bombardamenti su Gaza, in previsione dell’invasione di terra, resta caldo anche il fronte con il Libano: l’esercito israeliano ieri ha fatto sapere di aver dispiegato forze di riservisti lungo le città nell’area Nord del Paese dopo la situazione di tensione con Hezbollah. Stando alle nostre fonti, l’Idf, l’esercito israeliano, avrebbe allestito dei checkpoint a Sud di Ashkelon, la città colpita varie volte dai missili di Hamas, con l’obiettivo di limitare la mobilità dei civili verso la Striscia di Gaza. Scontri tra e Idf e presunti combattenti di Hamas e jihad islamica sono avvenuti a Nir Am, Jabalia, Hebron, Beit Fajar, Bani Naim, Nablus, El Bireh, Gerico, Beit Furik, Jenin e Qalqilya. A Gaza, intanto, la situazione è drammatica. L’assedio totale imposto alla Striscia ha lasciato 2,3 milioni di persone senza rifornimenti di acqua, cibo, medicinali e energia elettrica: «La situazione a Gaza è devastante, cibo e acqua finiranno molto presto», ha fatto sapere ieri il Pam, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Secondo l’istituzione dell’Onu «le forniture essenziali si stanno esaurendo pericolosamente dopo che Israele ha imposto un blocco totale sul territorio. La situazione a Gaza è devastante», ha sottolineato il direttore del World food program per la Palestina, Samer Abdeljaber, al Guardian, «stiamo assistendo alla carenza di carburante, acqua e elettricità. Stiamo vedendo i nostri rifugi sovraffollati. Ciò che è veramente allarmante è la mancanza di acqua dolce, che influirà su molti aspetti come la qualità del cibo e l’accesso all’acqua pulita per le persone nei rifugi e fuori dai rifugi».Il presidente Usa, Joe Biden, parlando ai leader della comunità ebraica, ha detto di aver parlato con Benjamin Netanyahu: «Gli ho detto», ha sottolineato il presidente americano, «che è davvero importante che Israele, con tutta la rabbia e la frustrazione che c’è, operi secondo il diritto di guerra».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)