2023-10-24
Non si può stare col popolo palestinese senza odiare terroristi e fanatici
Miliziani della brigata Ezzedin Al-Qassam, braccio armato di Hamas in Palestina (Ansa)
La sorte degli abitanti di Gaza è tragica, ma i primi carnefici della Striscia sono quelli di Hamas. Per i quali noi siamo nemici.Ci sono foto dei bimbi di Gaza morti. Se Hamas restituisse gli ostaggi, tutto si fermerebbe. Qualsiasi cosa faccia, lavarmi, bere un bicchiere d’acqua, mangiare qualcosa, la mia mente è sempre lì. Penso ai civili palestinesi, soprattutto ai bambini, che non possono lavarsi, mangiare quanto vorrebbero, che forse sono feriti agonizzanti sotto i bombardamenti. Penso a quelli che sono morti. Penso agli ostaggi israeliani che non possono lavarsi o mangiare o bere come vorrebbero, che sicuramente stanno subendo sevizie. Penso a coloro che sono stati uccisi, dopo aver visto uccidere i bambini. La legge religiosa ebraica vieta di mostrare i cadaveri. Per questo non abbiamo visto i morti con segni terribili di sevizie e sempre più commentatori li stanno negando. L’idea sarebbe che Israele ha inventato tutto o quasi per il piacere di ritrovarsi in guerra, con un rischio di coinvolgimento dell’Iran, proprio mentre stava siglando la pace con il mondo sunnita. Ci sono però foto terribili di bambini palestinesi morti e, ripeto, se Hamas liberasse gli ostaggi, i bambini di Gaza sarebbero al sicuro, ma Hamas ha bisogno di quei cadaveri per interrompere qualsiasi ipotesi di pace. Qualsiasi ipotesi di pace si allontana sempre di più. La ferocia si sta espandendo dunque. Se guardiamo Gaza e Israele sulla piantina, abbiamo una nazione grossa contro una terra piccolina. Se sulla piantina guardiamo Israele e l’insieme dei Paesi islamici che lo circondano e che vogliono la sua morte, abbiamo una nazione piccolina contro una terra infinita. Soprattutto sono gli abitanti di Gaza le vittime. Il punto non è solo che amo gli israeliani, i loro rumorosi bambini, ma anche la gente di Gaza e della Cisgiordania. Ho odiato (e odio) il comunismo perché amavo i russi, i cecoslovacchi, gli ungheresi e i cinesi. Amo i tedeschi: un motivo in più per odiare il nazismo. Ma la gente di Gaza non si meriterebbe di meglio? Se non diciamo noi, forte e chiaro che questi, i gentiluomini di Hamas, sono dei criminali, coloro che sono annegati nella loro propaganda, come fanno ad accorgersene? Qualcuno se ne accorge. Incredibilmente. A Gaza qualcuno combatte per la pace e la libertà. Ricordo una foto bellissima, di una decina di anni fa. Davanti alle spiagge di Gaza ragazzi palestinesi in braghe e magliette, assolutamente identici ai ragazzi israeliani oppure occidentali, giocavano sulle onde con wind surf e kit surf. Non era un gioco: stavano sfidando il potere religioso di Hamas. Nella Striscia di Gaza come nell’Afghanistan dei talebani e come nella Somalia delle corti islamiche ogni divertimento è vietato. È vietata la musica: ogni banda rock o rap è fuorilegge. Gli oppositori politici sono torturati e uccisi. Hamas ha anche inventato il carcere in day hospital, così risparmia sulle prigioni. Gli oppositori vanno al mattino, sono picchiati o torturati, alla sera possono tornarsene a casa loro, ma se non tornano il giorno dopo a farsi picchiare, Hamas andrà a prendere i loro parenti. Molti si suicidano. Forse tra qualche decennio conosceremo i loro nomi e la loro storia e potremo intitolare loro le strade. La signora Boldrini campione di femminismo che dialoga serenamente con i loro dirigenti e tutti gli entusiasti amici di Hamas sanno che nella Striscia di Gaza è lecito sposare una bambina di otto anni, è obbligatorio il velo, è stata introdotta la lapidazione delle adultere, l’omosessualità è vietata e punita con la morte? La morte degli omosessuali, o delle persone ritenute omosessuali, consiste nel buttarli giù, dai piani più alti. I campioni dell’antifascismo militante sanno che i miliziani salutano col braccio teso e considerano Hitler un benemerito? L’articolo 7 della costituzione di Hamas afferma: «L’ultimo giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei e i musulmani non li uccideranno e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra e l’albero diranno: “O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me - vieni e uccidilo”»C’è una preghiera islamica, messa in onda dalla tv di Hamas. Qui c’è la traduzione della preghiera intonata da Hamas, leggetela e pensateci: «Allah, nostro signore, sconfiggi i tuoi nemici, i nemici della religione, in ogni luogo. Allah, colpisci gli ebrei e i loro simpatizzanti, i cristiani e i loro sostenitori, i non credenti ed i loro seguaci. Allah, contali e uccidili fino all’ultima persona, non lasciarne vivo neppure uno». Bene, signori, se uno ritiene la mia morte una benedizione di Dio, posso prendere atto che è un mio nemico? Anticipo la risposta: non credo che questo odio sia dovuto all’«occupazione» di Israele? Maometto sterminò gli ebrei dell’Arabia, e Israele non esisteva. La Grecia è stata occupata per secoli dall’Impero ottomano, nessuno ha mai inneggiato a preghiere dove si sognava la morte degli islamici. Il Tibet è occupato dai cinesi, non augurano la loro morte. Non ho mai sentito nessuna preghiera ebraica dove si sia chiesta la morte dei tedeschi, eppure un paio di buoni motivi ce li avrebbero avuti. Credo al contrario che l’«occupazione» israeliana, l’operazione Piombo fuso, la guerra dei Sei giorni, la guerra del Kippur eccetera siano la risposta ad un odio mortale e genocidario, la risposta di un popolo che vuole vivere e vuole che i suoi figli vivano e non è disposto più a vivere nel terrore, supplicando la benevolenza di non essere ucciso. La storia dell’islam, ben prima dell’esistenza di Israele, è disseminata di pogrom antiebraici. Tutti coloro che stanno inneggiando non al popolo palestinese, ai civili, alla pace, ma proprio ad Hamas, stanno inneggiando a leggi ufficialmente pedofile, perché una bambina di 8 anni è una bambina, all’assassinio di adultere e omosessuali e allo sterminio degli ebrei, tutti. Tutte queste simpatiche cose, bambine di 8 anni, ebrei morti, sono spacciate come volontà di Dio. Il concetto è stato meglio chiarito infatti addirittura Mahmoud Al Zahar, medico, cofondatore e uno dei leader storici di Hamas, per molti anni «ministro degli Esteri» di Gaza in un’intervista a un giornalista della Reuters. Si rivolge agli europei, soprattutto ai francesi, che vorrebbero il riconoscimento del suo regime.«Noi abbiamo il diritto di controllare la nostra vita secondo la nostra religione, non secondo la vostra (anche in Francia, l’argomento è il diritto inalienabile di portare il burka e avere diritto alla poligamia o alle sposa bambine, ndr). Voi del resto non avete religione, siete laici. Voi non vivete come esseri umani. Non vivete neanche come animali, accettate l’omosessualità». A Gaza gli israeliani non ci sono più. Gaza ha un confine in comune con l’Egitto, quindi se è chiusa la responsabilità non è solo di Israele. Ha il mare che vuol dire pesca, desalinizzatori, impianti turistici, e ha una parte agricola che ai tempi dei coloni israeliani la rendevano non solo autosufficiente, ma in grado di esportare. Sharon mandò l’esercito a strappare i coloni israeliani che a Gaza coltivavano pomodori ciliegia e cachi mela dove ora sono i missili qassam. L’idea era di liberare prima Gaza e poi la Cisgiordania. A Gaza hanno sparato missili e odio. Il progetto si è fermato. Allora il discorso è questo, dati alla mano: fino a che ci sono i coloni, i bambini palestinesi vivono e vivono meglio. Questi coloni che secondo molti occidentali è giusto condannare a morte insieme ai loro figli bambini per la colpa di aver coltivato i pomodori, danno lavoro ai palestinesi, costruiscono canali di irrigazione che servono anche per loro, fabbricano impianti di desalinizzazione che danno acqua a tutti. Quando i coloni sono stati portati via, innumerevoli imprenditori di tutte le nazioni hanno presentato progetti per fare di Gaza la terra del latte e del miele: progetti di hotel e villaggi vacanze sulla costa, fattorie modello sulla terra dei coloni. Hamas ha distrutto i canali di irrigazione, ha distrutto le serre. Sulla terra dei coloni ci sono i missili qassam che scatenano risposte di missili israeliani. Sharon ha tentato di fare la pace da solo. È stato un disastro, perché Hamas non vuole la pace, vuole la vittorie, che è la distruzione di Israele, anche a costo della morte dei civili di Gaza, che hanno il solo compito di fare da scudi umani, e da vittime per scatenare l’odio.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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