2023-12-07
Erdogan minaccia Israele: «Pagherà se prova a colpire Hamas in Turchia»
Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
Ancora tensioni Gerusalemme-Onu: revocato il visto a una funzionaria, critiche all’Unicef che condanna gli stupri ma non i jihadisti. Accerchiata la casa di due capi islamisti. «Nessuna tregua prima di un mese».Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, dalle condanne nei confronti di Israele è passato alle minacce. Rispondendo alle parole del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, che annunciava che la caccia ai leader di Hamas si estenderà anche al Qatar e alla Turchia, ha risposto: «Se osano fare una mossa del genere contro la Turchia, pagheranno un prezzo tale che non saranno più un grado di riprendersi». Poi ha aggiunto spiegazioni circa la sua posizione anti israeliana: «Il nostro obiettivo principale è stare dalla parte giusta della storia. La risposta della Turchia al trattamento ingiusto e disumano del popolo palestinese, insieme alla nostra volontà di criticare Israele per le azioni che violano palesemente il diritto internazionale e i diritti umani, è un aspetto essenziale dell’impegno verso questo obiettivo». Sono segnali non rassicuranti nell’ottica di una possibile estensione del conflitto. Scongiurare questa possibilità è la priorità dei capi delle diplomazie di Usa e Cina, Antony Blinken e Wang Yi, che nelle stesse ore tenevano un colloquio telefonico concordando la necessità di mettere fine alla guerra. Blinken ha ribadito la priorità: «Evitare che il conflitto si estenda». «La massima priorità è un cessate il fuoco», le parole di Wang Yi.Israele, nei giorni scorsi, aveva suggerito che si poteva arrivare a una nuova tregua, ma secondo gli ufficiali ci potrebbe volere ancora un mese di pressione militare prima che questo avvenga. Una pausa tattica dei combattimenti invece si è tenuta ieri nella zona di Rafah, a Sud della Striscia di Gaza, proprio per consentire gli aiuti umanitari. La stessa attenzione viene chiesta ad Hamas. Daniel Hagari, il portavoce delle forze armate israeliane, ha chiesto che la Croce rossa abbia libero accesso agli ostaggi. «Ogni minuto trascorso in prigionia mette in gioco la vita» dei sequestrati (sarebbero circa 138 ancora, ndr), «la comunità internazionale deve agire». Sul campo proseguono i combattimenti. L’Idf ha accerchiato con i tank la casa di Yahya Sinwar e Khan Younis, leader di Hamas e obiettivo numero uno di Israele. Sinwar è considerato la mente degli attacchi sferrati da Hamas lo scorso 7 ottobre, ma non è chiaro se il terrorista si trovi o meno all’interno dell’abitazione. Il premier israeliano ha confermato l’operazione ma non prevede che si trovi nell’abitazione, Hagari ha precisato: «Si trova sottoterra, il nostro compito è quello di arrivare a lui e ucciderlo».L’aviazione israeliana ha colpito circa 250 obiettivi nell’enclave nelle ultime 24 ore scoprendo anche a Gaza Nord, vicino a una clinica e a una scuola, uno dei maggiori depositi di armi di Hamas. Secondo il portavoce militare c’erano «centinaia di lanciagranate, decine di missili anti tank e di esplosivi, razzi a lunga gittata, granate e molti droni». «Tutte le strutture terroristiche», ha spiegato, «sono state trovate vicino a edifici civili nel cuore della popolazione. Un’ulteriore prova dell’uso cinico che l’organizzazione terrorista di Hamas fa dei residenti di Gaza usati come scudi umani». L’ultimo bilancio giornaliero del ministero della Salute di Hamas conta 73 nuovi morti e 123 feriti. Tuttavia secondo la Casa Bianca ci sono segnali che Israele stia «facendo evacuare i civili» che Hamas usa come scudi umani. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, che in seguito si è espresso circa il possibile restringimento di Gaza, chiarendo che gli Stati Uniti non sarebbero a favore. Il Comitato di programmazione di Gerusalemme, intanto, avrebbe approvato i piani per la costruzione di 1.738 unità abitative in una zona che a metà si trova oltre la linea verde a Gerusalemme Est e metà al suo interno. La denuncia, per ora non smentita, arriva dall’Ong Peace Now. Ipotesi «del tutto inaccettabile» per la Turchia. Il fronte della guerra israeliana si trova anche a Nord. Intercettati dei razzi vicino a Eilat provenienti dal Libano. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha chiarito che l’obiettivo è spingere Hezbollah a Nord del fiume Litani. La risposta dei droni israeliani ha provocato un morto e due feriti nel Sud del Libano. Il premier israeliano, nel frattempo, ha chiesto formalmente che la comunità internazionale condanni le aggressioni sessuali e le mutilazioni compiute durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. L’Unicef lo ha fatto ma senza mai menzionare Hamas. Continuano gli attriti, dunque, tanto che Israele, la scorsa settimana, ha deciso di revocare il visto al coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Lynn Hastings. La donna è accusata di avere pregiudizi per non aver pronunciato condanne contro Hamas. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha espresso piena fiducia nei suoi confronti. Nuove polemiche anche sul fronte dei coloni considerati estremisti in Cisgiordania. Gli Stati Uniti hanno deciso di porre delle misure restrittive al loro ingresso in America. Decisione accolta con favore anche dalla Germania, che ha annunciato di voler fare lo stesso.
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