2023-07-24
Guido Crosetto: «Gli eco fanatici vanno fermati o ci consegneranno alla Cina»
Il ministro: «La politica alla Timmermans distruggerebbe l’industria europea e alla fine comprometterebbe gli stessi obiettivi ambientali. L’asse Ppe-conservatori può evitarlo».Guido Crosetto, ministro della Difesa, sembra che in cima alla discussione pubblica ci sia ancora il clima impazzito. Secondo il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, «si dovrebbe ammettere che il negazionismo climatico non è differente rispetto ad altri tipi di negazionismo». Un colpo di sole? «Bonelli è il Timmermans italiano. Ai grandi statisti si intitolano strade e piazze, mentre a Timmermans intitoleremo dei cimiteri. Ma Timmermans non me ne voglia. Parlo, naturalmente, in senso figurato».Nel senso che ci porterà a sbattere?«Quelli come Timmermans e Bonelli si pongono l’obiettivo giusto, ma con metodi irragionevoli. Pensare che attività industriali profondamente diverse, dai produttori di angurie alle acciaierie, possano raggiungere tutte insieme l’impatto ambientale zero, è pura, anche se lucida, follia. Eppure, questi signori insistono: qualcuno perché ha i paraocchi, qualcun altro, come Bonelli, perché convinto di guadagnarci qualcosina in termini di consenso. Ma parliamo, in quest’ultimo caso, di uno zero virgola». Dunque, si persevera con un’impostazione controproducente?«Esattamente. Caricando questa discussione di ideologia, per paradosso, questi personaggi stanno facendo soltanto del male al nostro pianeta. Una volta che avremo distrutto un quarto dell’industria europea per regalarlo alla Cina, come pensate che reagirà la gente? Per reazione, tutti odieranno ogni buon proposito ambientale, associando le battaglie sul clima alla perdita secca di posti di lavoro. Insomma, se vogliamo salvare l’ambiente, l’ideologia di Timmermans è il classico esempio da non seguire». E Confindustria, che associa il caldo al Covid, e suggerisce di far leva sulla cassa integrazione? «Associare il caldo al Covid mi sembra eccessivo, un paragone perlomeno discretamente azzardato. Quanto alla cassa integrazione, non mi pare occorra un provvedimento di natura generale, piuttosto è necessario prendere atto della difficoltà di svolgere alcuni lavori con temperature eccessive. I primi a rendersi conto se si può lavorare o meno con certe temperature sono anzitutto i datori di lavoro seri». Se in Europa dovesse vincere l’asse popolari-conservatori, crede davvero che l’ambientalismo estremo di questi anni sarà consegnato ai libri di storia? «Sì, perché altrimenti l’industria europea sarebbe condannata. Ammaineremmo la bandiera blu con le stelle per sventolare la bandiera bianca. Diventeremmo una succursale cinese. Eppure, in questi giorni, sento in giro troppe invettive e poche analisi strategiche». Per esempio? «Qualcuno si sta forse chiedendo qual è la catena di materie prime necessarie per realizzare la filosofia “green”? Qualcuno è consapevole che il 70% di quelle materie prime è in mano alla Cina? Consegnarsi economicamente a Pechino, salvo poi sui tavoli multilaterali preoccuparsi della sua politica aggressiva, è semplicemente schizofrenico». Anche in Africa, lei sembra spaventato più dall’avanzata della Cina che dalla Russia. «Sì, perché la Russia si muove attraverso la Wagner, in sostanza una società di mercenari che lavora solo per fare soldi: offre soldati e prende miniere. La Cina, invece, occupa politicamente, insedia la propria manodopera, sfrutta le ricchezze in modo sistematico, mette sotto controllo le istituzioni. Pechino si muove con una proiezione a 30-40 anni, adottando una prospettiva temporale che noi occidentali abbiamo disimparato». Ha appoggiato fin dal primo giorno la missione del Cardinale Zuppi a Washington. Anche gli Stati Uniti spingono per una de-escalation in Ucraina? «Dobbiamo continuare ad aiutare l’Ucraina, che ogni giorno vede piovere decine di missili russi sul suo territorio. Senza le nostre forniture militari Kiev avrebbe un numero di vittime civili dieci volte più grande. Il fatto che la missione del cardinale Zuppi, inviato speciale del Papa, sia stata accolta con freddezza da Mosca dovrebbe chiarire le idee a chi parla della Russia, e la vede e la racconta ogni giorno come vittima e non come aggressore. Con serietà abbiamo aiutato una nazione a difendersi e, con lo stesso orgoglio, oggi sento la necessità di seminare e arare il terreno per aiutare a trovare la pace. Lo cerco da sempre, ma penso serva un tavolo al più presto». Il capo dell’intelligence estera britannica, Richard Moore, ha detto che Putin va combattuto ma «non umiliato». È d’accordo? «Quando una guerra finisce senza vincitori, è naturale cercare e trovare una mediazione tra le parti. E una mediazione diplomatica dovrebbe prevedere che non venga umiliata l’Ucraina, reintegrandone la consistenza territoriale, e d’altra parte bisognerebbe fare in modo che la Russia, in qualche modo, trovi una via d’uscita onorevole». Passiamo ai guai di casa nostra. Sbloccata la quarta rata del Pnrr, lei ha proposto di blindare gli obiettivi del Piano europeo con fideiussioni quando si finanziano opere pubbliche. Non c’è il rischio che le imprese fuggano?«Trovo che sia una proposta logica, peraltro obbligatoria in molti Paesi. Lo Stato non può affidare un’opera pubblica e poi rischiare di non vederla realizzata per tempo. La tagliola sul Pnrr è implacabile: se non rispetti le regole, devi restituire i soldi all’Europa. Sono le imprese che devono garantire le scadenze, lo Stato non può accollarsi responsabilità non sue».Sono anche le banche a frenare le opere?«Il Pnrr non riguarda solo lo Stato, ma tutto il sistema. Devono esserci aziende in grado di finire i lavori, un sistema bancario che assiste le imprese e, infine, lo Stato che paga e controlla che tutto sia fatto bene». La sinistra vi attacca perché non collaborate sul salario minimo. È solo assistenzialismo, come dice Musumeci? «Non c’è bisogno di una legge per affrontare certi temi. È interesse degli imprenditori avere dipendenti soddisfatti, ma purtroppo ci sono anche aziende poco serie e settori, o lavoratori, sottopagati. È in questi settori che occorre intervenire. Anche lo Stato deve fare la sua parte». Come?«Non è accettabile che l’amministrazione pubblica conceda appalti ad aziende che pagano i propri dipendenti quattro euro all’ora. Parlo dello Stato e, in generale, del settore pubblico, comprese le società partecipate. Non ha senso fare le gare se poi chi partecipa, per aggiudicarsele, deve tenere gli stipendi quasi a zero». La Cisl dice che con una norma generale sul salario minimo c’è il rischio di moltiplicare il sommerso. «Sì, questo rischio c’è, per questo occorre rifletterci bene sopra. È un tema importante, ma che compete al Parlamento. Sono convinto che, dopo l’estate, si troverà una sintesi alle Camere». Più complicata la sintesi sul fronte giustizia. In un suo tweet, ha scritto che il ministro Nordio è stretto nella morsa, tra chi vuole mantenere il potere di utilizzare la «giustizia» come uno strumento di lotta politica e chi ha paura perché teme «ritorsioni». Se esiste il terrore della reazione di certa magistratura, come potrà mai nascere una riforma vera della giustizia? «Su questo tema, mi hanno sconvolto i libri di Matteo Renzi e Luca Palamara, Il Mostro e Il Sistema, due titoli che dicono già moltissimo, invito tutti a leggerli. I contenuti clamorosi di questi due libri non sono stati smentiti da nessuno: semplicemente, è calato il silenzio. Leggendoli, ho avuto la conferma di qualcosa che avevo già intravisto: ci sono persone, in Italia, che si muovono mistificando la verità e la trasformano in uno strumento per colpire nemici politici o professionali attraverso azioni giudiziarie. Non è un problema che tocca tutta la magistratura ma solo alcune persone ideologicamente militanti. Queste non sono opinioni, ma fatti che meriterebbero anche una commissione d’inchiesta parlamentare. La prima ad avviare delle indagini serie, a tutela dei magistrati perbene, doveva e dovrebbe essere proprio l’Anm». Dunque?«Al di là della necessità della riforma della giustizia, che il mio collega e amico Nordio sta portando avanti nel migliore dei modi possibili, senza alcuna invasione di campo mi chiedo: come è possibile che certe storture possano accadere, e come possiamo avere gli anticorpi per evitare tutto questo? Nel momento in cui affidiamo a uomini dello Stato poteri enormi sulla libertà delle persone, chiediamoci “quis custodiet custodies”, chi controlla i controllori? Una discussione politica, e non ideologica, in modo bipartisan andrebbe fatta. Ammetto di essere un po’ stufo del fatto che, in Italia, le cose importanti finiscono puntualmente ingoiate nella canea dello scontro politico». Circolano voci di una futura «Fiuggi bis» per Fratelli d’Italia. Toglierete la fiamma dal simbolo, e quindi procederete con il varo di un nuovo partito conservatore? «Giorgia Meloni è da anni la leader dei conservatori europei, anche se ogni volta le chiedono un passo in più. Inutile parlare di simboli: in realtà la rivoluzione sui contenuti, dentro Fdi, c’è già stata. La casa dei conservatori europei è già in piedi, e discutere di come riverniciare la facciata non ha molto senso». I giornali stanno ricamando sull’idea di un prossimo rimpasto di governo, con alcuni ministri proiettati verso il seggio europeo. Cosa c’è di vero? «Sono preso, ogni giorno, a occuparmi del mio dicastero. Non vado praticamente mai in tv e sono parco nel concedere interviste. Lavoro dalla mattina alla sera, e lascio i gossip sui rimpasti ai corridoi da Transatlantico».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.