2024-08-14
«La guerra al “free speech” è solo agli inizi»
Toby Young (Getty Images)
Lo scrittore britannico Toby Young: «I laburisti hanno gonfiato il ruolo dell’estrema destra nelle rivolte per attaccare la libertà di parola. E ora il governo vuole introdurre nuove norme con cui definirà “disinformazione” ogni pensiero critico su immigrazione, gender e clima».Toby Young, giornalista e scrittore, è uno degli intellettuali più noti in Gran Bretagna; nel 2020 ha fondato The Free Speech Union, organizzazione no-profit che difende il diritto alla libertà di parola dei cittadini e si batte contro le prepotenze della cancel culture e ogni forma di censura della manifestazione del pensiero. Con lui ragioniamo sui fatti che stanno scuotendo il Regno Unito. Assistiamo ad una rapida escalation di violenze: all’uccisione di tre bambine a Southport per mano di un minore di origini ruandesi ma nato in Inghilterra, sono seguiti proteste e scontri in vari centri e quindi il durissimo intervento governativo sulla libertà di espressione online: cosa sta succedendo?«L’omicidio delle bambine è stato davvero scioccante, ma credo che la portata dei disordini pubblici che sono seguiti sia stata esagerata: in fondo, nelle città inglesi di venerdì e sabato sera i disordini sono frequenti, soprattutto in estate. Se fossero avvenuti in Francia, nessuno ci avrebbe fatto caso».Si tratta di provocazioni di razzisti di «estrema destra», come le ha definite il primo ministro Starmer, o alla base c’è un malessere sociale che ha altre motivazioni?«Sono scettico riguardo alle affermazioni del primo ministro: i disordini non sembravano organizzati e la maggior parte delle persone arrestate e incriminate erano residenti locali. Ci sarà forse stato anche qualche attivista politico e un certo coordinamento via Telegram, ma credo che la maggior parte dei partecipanti fossero solo abitanti arrabbiati perché la loro preoccupazione per gli alti livelli di immigrazione in Gran Bretagna è stata ignorata e sono stati trattati come cittadini di seconda classe».La reazione del governo è stata di basso profilo dopo i fatti di Southport ma estremamente severa in risposta alle proteste che sono seguite, con l’arresto di centinaia di persone accusate di diffondere odio e l’annuncio di condanne pesantissime per la diffusione di contenuti ritenuti violenti sui social: l’impressione è che usi due pesi e due misure.«È così: se la causa è alla moda, come Black Lives Matter o Just Stop Oil o Gaza, la polizia ha la mano leggera e i procedimenti giudiziari sono pochi, se non nulli; se invece si tratta di manifestazioni anti lockdown o anti Net Zero o anti immigrazione, la mano è molto più pesante e parte una raffica di procedimenti giudiziari, con dure condanne». Quanto spontanee sono state le contro manifestazioni antirazzismo che hanno causato ulteriori scontri e spinto il governo ad intervenire?«Non erano spontanee ma organizzate da attivisti di sinistra - principalmente dal Partito socialista dei lavoratori (Swp) attraverso una delle sue organizzazioni di facciata, Stand Up To Racism. Questo era evidente dai cartelli che i contro protestanti tenevano in mano: portavano l'iconografia rivelatrice dell’Swp».L’ex primo ministro Boris Johnson ha accusato quello attuale di essere sordo davanti alle preoccupazioni per l’immigrazione incontrollata. Condivide?«Sì, sono d’accordo con lui. Ma in questa materia Boris non ha fatto meglio: l’immigrazione netta nel 2023, l’ultimo anno della sua premiership, è stata di 685.000 persone. Dal 2010 al 2024 abbiamo avuto primi ministri conservatori, quindi se negli ultimi quattordici anni l’immigrazione è stata troppo alta, la colpa è loro».I problemi di ordine pubblico possono mai giustificare una compressione del diritto alla libertà di espressione? «Penso che il criterio dovrebbe essere quello stabilito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nella causa Brandenburg contro Ohio, ovvero che il free speech andrebbe proibito solo se è “diretto a incitare o produrre un’imminente azione illegale” ed è “probabile che inciti o produca tale azione”. Al di là di questo dovrebbe essere sempre consentito; credo che ben poche delle persone incarcerate nel Regno Unito per aver “fomentato la violenza” sui social media potrebbero essere perseguite negli Stati Uniti».Come viene raccontato dai principali media inglesi quello che sta succedendo? «I media mainstream hanno assecondato la versione di Keir Starmer, condannando gli attivisti di “estrema destra” per aver “organizzato” i disordini, applaudendo le contro-proteste “spontanee” dei “comuni cittadini britannici” e attribuendo la colpa dei disordini a Elon Musk».Il sospetto che disordini o disinformazione siano pretesti per sopprimere le voci di chi non si allinea si rafforza osservando quello che accade su altri temi: il profilo Facebook di Richard Dawkins è stato cancellato per i suoi commenti sull’ingiustizia di pugili geneticamente uomini che combattono contro le donne, mentre a Parigi alcuni attivisti cristiani sono stati arrestati per aver protestato contro la cerimonia di apertura dei Giochi, giudicata blasfema.«Il modo in cui Sir Keir Starmer e altri hanno sfruttato le rivolte per attaccare la libertà di parola è stato deprimente. Ma non c’è nulla di insolito in tutto questo: la reazione dell’élite internazionale alle insurrezioni populiste in tutto l’Occidente è stata di ridurre la libertà di parola, presentandola come un tentativo di “regolamentare” i social media per “proteggere” le persone da “disinformazione”, “misinformazione” e “hate speech". Ma si tratta di tre eufemismi per indicare il dissenso… Le uniche persone che l’élite mondiale al potere sta cercando di proteggere sono sé stessi».Il riconoscimento facciale che viene già attuato in Inghilterra rientra in questa operazione di controllo della popolazione?«L’introduzione di questa tecnologia prelude alla limitazione della libertà di movimento di alcune persone, comprese quelle che le autorità sospettano stiano per commettere un crimine. Non ci vorrà molto prima di ritrovarci nel territorio di Minority Report, con cittadini arrestati per “pre-crimine”».In carica da poche settimane, il premier laburista Starmer si è già distinto per queste decisioni autoritarie: cosa altro c’è da aspettarsi? «Credo che la svolta autoritaria intrapresa nelle ultime settimane sia un assaggio del peggio che verrà. Sir Keir Starmer sta cercando di modificare la legge sulla sicurezza online per vietare la “disinformazione” e la “misinformazione” online, oltre a criminalizzare la “islamofobia” che, secondo la definizione adottata dai laburisti, includerebbe qualsiasi critica alla religione islamica. Infine, possiamo aspettarci una versione Westminster della legge scozzese sui crimini d’odio e una regolamentazione statale della stampa».Giusto un anno fa, dopo i disordini in Francia in seguito all’uccisione di un giovane da parte della polizia, il commissario europeo Thierry Breton invocava il Digital Services Act per minacciare i social che diffondono notizie e immagini violente. Siamo al secondo capitolo di una operazione censoria in tutta Europa?«Se il Regno Unito facesse ancora parte dell’Unione europea, applicherebbe il Dsa e Sir Keir non avrebbe bisogno di emendare l’Online Safety Act per costringere i social media a rimuovere dis e misinformazione. Quindi, credo che la conseguenza più probabile e immediata dei recenti disordini pubblici sarà quella di allineare la Gran Bretagna all’Ue per quanto riguarda la censura su Internet. Il passo successivo sarà ampliare la definizione di “disinformazione” e di “misinformazione” per includere qualsiasi critica alle politiche dell’élite governativa internazionale - non solo l’immigrazione di massa ma anche la “cura affermativa di genere” e le politiche climatiche “zero emissioni”».Il tema della libertà di espressione è sempre stato un cavallo di battaglia della sinistra: come è possibile che la situazione ora venga repressa proprio un governo labour?«Per come è fatta la natura umana, le persone si schierano a favore della libertà di parola solo quando non sono al potere e vogliono poter criticare chi lo è. Ora che i laburisti sono al potere, sopprimere la libertà di parola è nell’interesse del partito. Tutto qui».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.