Stato di emergenza fino a fine anno. Certificato (una dose o tampone) per palestre, eventi e musei. Discoteche stangate ancora. Cambi di zona: gialla con il 10 % di intensive. Mario Draghi choc: «Se non ti vaccini ammazzi gli altri»- Matteo Salvini soddisfatto per aver evitato l'obbligo sui mezzi. Per i prezzi calmierati e i rimborsi alle sale da ballo
Stato di emergenza fino a fine anno. Certificato (una dose o tampone) per palestre, eventi e musei. Discoteche stangate ancora. Cambi di zona: gialla con il 10 % di intensive. Mario Draghi choc: «Se non ti vaccini ammazzi gli altri»Matteo Salvini soddisfatto per aver evitato l'obbligo sui mezzi. Per i prezzi calmierati e i rimborsi alle sale da balloLo speciale contiene due articoli«Il green pass non è un libero arbitrio ma è una condizione per tenere aperte le attività economiche». Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha usato queste parole per spiegare il senso del nuovo decreto che prevede dal 6 agosto l'obbligo di presentare il certificato verde per entrare in tutti i locali al chiuso. Una stretta varata anche se, come ha ricordato ieri lo stesso Draghi, «l'economia si sta riprendendo, l'Italia cresce a un ritmo anche superiore a quello di altri Paesi europei, oltre la metà degli italiani ha completato il ciclo vaccinale, la pressione sugli ospedali è fortemente diminuita». Ma per il governo l'emergenza va prorogata fino al 31 dicembre. Non solo. «L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire. Non ti vaccini ti ammali, muori, oppure fai morire, perché non ti vaccini, ti ammali, contagi e poi lui o lei muore. Senza vaccinazione si deve chiudere tutto di nuovo», ha detto lo stesso premier rispondendo a una domanda di Repubblica che lo incalzava sulle recenti dichiarazioni di Matteo Salvini («Mettiamo in sicurezza dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve»). Si è comunque deciso di lasciare come «zone franche» i bar e i ristoranti all'aperto e di rimandare le decisioni su trasporti pubblici, lavoro e soprattutto sulla scuola. Su questi temi, «che richiedono misure e provvedimenti specifici complessi, decideremo la prossima settimana o forse l'altra», ha detto Draghi. Sottolineando che comunque «l'obiettivo è quello di avere tutti a scuola in presenza dall'inizio della scuola, tutto quello che deve essere fatto sarà fatto».L'uso estensivo del certificato verde non partirà il 26 luglio ma il 6 agosto. Da questa data, il green pass servirà per accedere ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti, non sarà invece necessario per consumare al bancone, anche se al chiuso. Basterà, però, avere anche solo la prima dose di vaccino, aver fatto un tampone negativo nelle 48 ore precedenti o essere guariti dal Covid nei sei mesi precedenti. Servirà per piscine, terme, palestre, fiere, congressi, concorsi, per partecipare ai grandi eventi, spettacoli all'aperto, andare a teatro e al cinema aumentando però il numero di spettatori ammessi ad assistervi, sia al chiuso che all'aperto. In zona gialla si entrerà a cinema e teatro con green pass, mascherina e distanziamento, ma gli spettatori potranno salire all'aperto dagli attuali 1.000 fino a un massimo di 2.500 e al chiuso da 500 a 1.000. Mentre in zona bianca, dove ora sono fissati limiti di capienza, viene fissato un tetto all'aperto di 5.000 persone e al chiuso di 2.500 persone. Le discoteche resteranno invece chiuse. «Grazie alla Lega sarà possibile assistere alle manifestazioni sportive all'aperto al 50% della capienza (invece dell'iniziale proposta al 30%)», riferiscono fonti di governo della Lega. Il partito di Matteo Salvini rimarca i «ristori immediati alle attività costrette ancora alla chiusura (le discoteche) che potranno accedere subito al fondo di 20 milioni già previsto dal decreto sostegni bis.Lo stato d'emergenza per il Covid dovrebbe essere prorogato fino al 31 dicembre 2021. Cambiano i parametri per la zona gialla: la soglia viene fissata al 10% per le terapie intensive e al 15% per le ospedalizzazioni. Per la zona arancione terapie intensive al 20% e al 30% per le aree mediche, per la zona rossa rispettivamente al 30% e al 40%. Le Regioni avevano chiesto il 20% di terapie intensive, il Cts aveva dato orientamento per una soglia del 5%. Secondo i dati aggiornati a ieri, restano 158 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 12 (mercoledì 9). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.234, 38 in più rispetto a mercoledì. Nel frattempo, le Regioni hanno chiesto al governo di inviare quantitativi di vaccini adeguati all'aumento presunto delle richieste, in vista dell'introduzione estesa del green pass. Alcuni presidenti delle Regioni più piccole hanno inoltre espresso il timore che l'aggiornamento dei nuovi parametri possa esporli al rischio di passare in zone di colore più restrittive. Tra queste ci sono l'Umbria e la Valle D'Aosta, anche se - a quanto si apprende - dagli interlocutori sarebbero arrivate rassicurazioni, con la garanzia di flessibilità in questi casi. La presidente umbra, Donatella Tesei, ha dichiarato che «le Regioni lamentano principalmente la mancanza di dosi per tutta quella popolazione che vorrebbe essere vaccinata. Noi come Umbria ci siamo sempre attenuti ai parametri dettati dal governo per mettere in sicurezza le fasce più a rischio, non a caso per gli over 30 siamo tra le prime quattro Regioni italiane per copertura del target. Una politica che sta dando i suoi frutti visto il bassissimo numero di ospedalizzazioni e uso delle terapie intensive».Se l'estensione del green pass, nelle intenzioni del governo, deve servire come incentivo alla vaccinazione, bisogna considerare che ci sono ancora 16 milioni di over 12 non vaccinati. E circa il 71,3% in fascia 12-19 anni non ha ricevuto alcuna dose. Anche se tutti volessero ricevere il vaccino, la somministrazione della prima dose per tutti non potrebbe avvenire prima di settembre (con un ciclo completo previsto teoricamente a ottobre). Molti di questi, quindi, dovrebbero pagarsi il tampone. Su questo punto la Lega ha fatto forti pressioni affinché fossero gratuiti. Entro il 5 agosto nelle farmacie sarà così possibile fare il tampone a prezzo calmierato per chi non ha potuto vaccinarsi. E la gestione della pratica è affidata al generale Figliuolo. Resta il problema dei controlli: chi li farà? Polizia e vigili? Confesercenti l'ancia l'allarme per un «impatto rilevante sui fatturati delle imprese. In primo luogo per i bar che dovranno dedicare un lavoratore al controllo dei certificati». Quanto alle sanzioni, può essere elevata una multa da 400 a 1.000 euro sia a carico dell'esercente sia dell'utente. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l'esercizio potrebbe essere chiuso da uno a dieci giorni. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/green-pass-per-tutti-i-locali-al-chiuso-la-tagliola-e-rimandata-a-settembre-2653900860.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-lega-salva-per-ora-scuola-lavoro-e-sport" data-post-id="2653900860" data-published-at="1626995637" data-use-pagination="False"> La Lega salva (per ora) scuola, lavoro e sport «In Consiglio dei ministri è filato tutto liscio»: così un'altissima fonte di governo descrive alla Verità il clima in cui si è svolto il Cdm che ieri ha dato il via libera al decreto Covid. Non a caso, in conferenza stampa al termine del Cdm, il premier Mario Draghi appare rilassato e determinato e illustra i provvedimenti adottati con il tono del buon padre di famiglia. Al suo fianco, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha invece l'espressione di chi ha appena sbagliato il rigore decisivo nella finale degli Europei: un unico lampo gli illumina gli occhi, quando dichiara che «lo stato di emergenza è prorogato fino al 31 dicembre prossimo». C'è da capirlo, Speranza: senza lo stato di emergenza, probabilmente, sarebbe già stato sostituito. Il decreto è un punto di equilibrio tra diverse posizioni ed esigenze, e del resto quando i componenti del governo si sono seduti per approvarlo i nodi erano già stati sciolti. I parametri per il cambio di colore delle Regioni sono una via di mezzo tra le richieste di Speranza, che voleva spedire una Regione in zona gialla con una occupazione delle terapie intensive superiore al 5% dei posti letto a disposizione e quella dei reparti ordinari superiore al 10%, e quella delle Regioni, che proponevano il 20% e il 30%: Draghi chiude salomonicamente la partita fissando i tetti al 10% e al 15%. Una mediazione che però non soddisfa assolutamente le Regioni meno popolate: prima dell'inizio del Cdm, nell'ultimo confronto con l'esecutivo, i governatori di Umbria, Molise, Basilicata, Valle d'Aosta, fanno presente al governo che in realtà così piccole le soglie possono essere superate anche con quattro o cinque ricoverati in terapia intensiva. Chiedono una franchigia, un numero preciso di ricoverati per far scattare la zona gialla al posto della percentuale, ma la proposta cade nel vuoto. La riunione tra Regioni e governo è più turbolenta del Cdm: al ministro della Salute, Speranza, a quello degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, i presidenti sottolineano di non essere d'accordo neanche sull'estensione del green pass a locali e ristoranti al chiuso, altro argomento scottante della riunione. Niente da fare: su questo fronte la linea della prudenza vince su quella aperturista, e si prospettano problemi non da poco in sede di applicazione pratica del provvedimento. Prendiamo il caso dei ristoranti: per controllare l'accesso ci sarà bisogno di un addetto che verifichi il possesso del certificato di avvenuta vaccinazione, ma come faranno i dipendenti di un'attività privata a chiedere il documento di identità all'avventore, per accertarsi che non si tratti del pass di un'altra persona? Un dipendente di un ristorante non è un pubblico ufficiale, il cliente potrà rifiutarsi di esibire la carta d'identità, insomma il caos è dietro l'angolo. Per non parlare dei tamponi: è vero che saranno venduti a prezzi calmierati in farmacia, ma è vero anche che immaginare di andare in vacanza e passare ore e ore a fare tamponi per poter accedere al ristorante non è esattamente il massimo della vita. Grande vittoria della Lega per quel che riguarda gli eventi sportivi e culturali, argomento sul quale il ministro Giancarlo Giorgetti si è battuto come un leone in Consiglio dei ministri. Gli impianti potranno essere riaperti con una capienza fino al 25% del totale al chiuso e fino al 50% all'aperto. Se non fosse stato per l'insistenza di Giorgetti, le soglie sarebbero state sensibilmente più basse. Ottimo risultato del Carroccio anche l'aver evitato l'obbligo del green pass sui mezzi di trasporto. «Grazie alla Lega», commentano fonti di governo del Carroccio, «sarà possibile assistere alle manifestazioni sportive all'aperto al 50% della capienza (invece dell'iniziale proposta al 30%). Per le discoteche, ristori immediati alle attività costrette ancora alla chiusura che potranno accedere subito al fondo di 20 milioni già previsto dal decreto sostegni bis. Entro il 5 agosto», aggiungono le fonti leghiste, «(entrata in vigore delle norme green pass), nelle farmacie sarà possibile fare il tampone a prezzo calmierato per chi non ha potuto vaccinarsi. Abbiamo discusso in Cdm sulla riapertura delle discoteche», conferma il presidente del Consiglio Draghi, «c'è un accordo pieno per risarcire le attività che resteranno chiuse». Infine il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha lasciato cadere la bordata del premier sui vaccini («Chi rifiuta la dose uccide gli altri»): «L'obiettivo di tutti, mio come di Draghi, è salvare vite, proteggere gli italiani, la loro salute, il loro lavoro, la loro libertà».
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.






