2025-04-25
«L’allarmismo sul clima è soltanto una truffa. Con il green moriamo»
William Happer, professore emerito di fisica a Princeton (Getty Images)
Il fisico William Happer: «Un suicidio spendere soldi per uscire dai combustibili fossili, che fanno bene all’umanità. Certa scienza fa politica, spero in Trump».Classe 1939, membro dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti, William Happer è professore emerito di fisica all’Università di Princeton. In un fondamentale articolo, scritto in collaborazione con il prof. William van Wijngaarden (intervistato dalla Verità il 6 settembre 2023), Happer ha accuratamente calcolato che, rispetto al riscaldamento globale, l’attuale quantità di CO2 atmosferica è praticamente satura, e raddoppiarla provocherebbe un minuscolo, benefico, riscaldamento globale.Prof. Happer, quand’è che la scienza del clima è diventata cosa politica?«Iniziò nei primi anni Novanta. All’epoca lavoravo a Washington per il governo, e ho potuto constatare l’inizio di questa svolta, spinta dal senatore Al Gore. All’epoca c’erano ancora molti scienziati onesti che non condividevano l’allarmismo. Ma col passare degli anni essi sono stati gradualmente sostituiti da giovani che, per sopravvivere come ricercatori, han dovuto compiacere i loro sponsor governativi producendo i risultati di ricerca politicamente corretti che questi si aspettavano». Qual è la qualità della ricerca climatica attuale, secondo lei?«Molti programmi sperimentali - ad esempio le misurazioni satellitari - sono molto buoni. Ci sono invece enormi problemi nel settore dei modelli di calcolo: la maggior parte di essi non significa nulla e il denaro che è stato speso per i modelli climatici -e ne è stato speso molto - è stato per lo più sprecato».La situazione migliorerà?«Beh, abbiamo appena eletto un nuovo presidente, che ha molta energia e molte idee. Credo sia una cosa positiva. Vedremo quanto successo avrà». La Terra si sta riscaldando?«Sì, ma la maggior parte del riscaldamento è l’uscita naturale dalla Piccola era glaciale, quando faceva molto più freddo in tutto il mondo. Il riscaldamento è iniziato tra il 1.700 e il 1.800. Se si guarda agli ultimi 10.000 anni, dalla fine dell’ultimo periodo glaciale, ci sono stati molti riscaldamenti e raffreddamenti. Comprendere questi cambiamenti naturali sarebbe molto importante. Ma questa comprensione è stata ritardata di molti decenni a causa della folle attenzione sui gas serra. I gas serra non hanno molto a che fare con questi riscaldamenti e raffreddamenti del passato». L’anidride carbonica è pericolosa?«No. La CO2 atmosferica è alla base della vita sulla Terra. Viviamo perché le piante sono in grado di utilizzare l’energia della luce solare per trasformare chimicamente l’anidride carbonica e l’acqua in ossigeno e zucchero, la molecola organica fondamentale della vita. Dovremmo quindi essere tutti molto grati alla CO2: senza di essa la vita morirebbe. Nel passato geologico essa fu anche cinque volte più abbondante di oggi, e la vita fioriva rigogliosa. Il clima non è molto sensibile all’anidride carbonica, perché rispetto all’effetto serra essa è praticamente già saturata, per usare un termine tecnico. Se raddoppiamo l’anidride carbonica, l’aumento di temperatura risultante sarà probabilmente meno di 1 celsius».Si dice spesso che l’aumento di CO2 sia legato a eventi meteorologici estremi. È così?«No. Se si guardano i dati, non c’è la minima prova che oggi ci sia un clima più estremo rispetto a 100 anni fa. Nel mio Paese, ad esempio, il clima peggiore del secolo scorso è stato quello degli anni Trenta: un periodo terribile, con la gente che migrava dall’Oklahoma alla California per sopravvivere. Da allora non abbiamo avuto nulla di simile».Alcuni temono feedback positivi. Dicono che il riscaldamento indotto dalla CO2 aumenta il vapore acqueo, che aumenta il riscaldamento, che aumenta la CO2, e così via fino al raggiungimento di un fatale punto di non ritorno.«La maggior parte dei feedback in natura sono negativi. Esiste persino una legge in proposito, il principio di Le Châtelier. Nel lungo passato geologico, ci sono stati molti periodi in cui la Terra era molto più calda di oggi e periodi con molta più anidride carbonica, ma non s’è raggiunto alcun punto di non ritorno». Se qualcuno non è dalla parte «giusta» di questo dibattito sul net zero, viene additato come «negazionista», e chi non è uno scienziato climatico non può parlare di clima. Tranne Greta Thunberg...«Il clima è in realtà solo fisica e chimica, e chiunque abbia una buona base di fisica e chimica può sapere sul clima quanto uno scienziato del clima. A dire il vero, poi, a parte qualche lodevole eccezione, gli scienziati del clima non sono scientificamente molto istruiti: studiano poca fisica, chimica, geologia, tutte discipline essenziali per comprendere il clima della Terra. Gli scienziati del clima d’oggi, invece, sono ben addestrati a lavorare nel sistema politico. La climatologia è oggi più simile a una scienza sociale».È preso di mira dagli attivisti politici?«Sono stato preso di mira, ma non presto loro molta attenzione e ho poco rispetto per loro. Sono anziano, sono in pensione, e non dipendo dalle sovvenzioni governative». Ci viene detto che c’è un consenso sul cambiamento climatico antropogenico. «La scienza non ha nulla a che fare con il consenso. Chi usa l’argomento del consenso in realtà sta parlando di politica, non di scienza. La credibilità scientifica di una teoria è determinata non dal consenso ma da quanto essa concordi con le osservazioni sperimentali. I modelli climatici non concordano con le osservazioni e non meritano credibilità».Da dove viene questa storia dell’allarme climatico?«Non so davvero cosa spinga la frenesia climatica. I fattori principali, direi, sono la brama di potere, la brama di denaro, l’ignoranza». Definirebbe l’allarmismo climatico una truffa o una bufala?«Non è una distinzione molto importante. Tuttavia, credo che una buona bufala abbia il sapore di uno scherzo e ha una certa dose di umorismo. Una truffa è diversa. Si ha truffa quando si ingannano le persone per ottenere denaro o potere. Credo che ciò che sta accadendo con il clima possa ben qualificarsi più truffa che bufala. Si tratta di trilioni di dollari, riversati nella transizione energetica motivata dalla necessità di combattere il cambiamento climatico che, a sua volta, è attribuito all’uso dei combustibili fossili». Quindi ha dei dubbi sulla transizione energetica? Non crede che dovremmo smettere di bruciare combustibili fossili?«Certamente non dovremmo smettere di bruciare combustibili fossili. Non possiamo smettere. Sarebbe un suicidio non solo economico, ma un vero suicidio, o forse un omicidio. Le persone moriranno. Ci hanno provato in Sri Lanka, quando il governo estremista ha bloccato l’uso di fertilizzanti chimici prodotti da combustibili fossili. Il risultato è stato che le coltivazioni di riso e di tè sono fallite, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati e la gente moriva di fame per le strade. Lo stesso accadrà se insistiamo col voler azzerare l’uso dei combustibili fossili. Non possiamo gestire il mondo senza di essi, ne siamo completamente dipendenti. Non c’è nulla di male nell’uso responsabile dei combustibili fossili: portano davvero benefici all’umanità». C’è la questione di quanto dureranno ancora.«Non è un problema immediato. In ogni caso, i nostri discendenti li sostituiranno con idrocarburi sintetici, diesel e benzina sintetici. E continueranno a utilizzare motori a combustione interna: nessuno ha inventato un motore migliore di quello a combustione interna per i trasporti. E nessuno ha mai inventato un carburante migliore degli idrocarburi».Bene, professor Happer, per chiudere: quali pensa siano i veri problemi dell’umanità? «Il problema principale è sempre stato quello di vivere insieme, in pace e con giustizia, ed evitare che l’umanità si autodistrugga».
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