2020-02-27
Grazie al premier «l’Italia è la peste» secondo i giornali di tutto il mondo
Mentre la stampa internazionale ci dipinge come «untori», l'Europarlamento mette in quarantena i nostri deputati. E annulla lo stage per i giovani della Penisola. Intanto gli atenei Usa bloccano gli scambi culturali.Benvenuti in Italia, benvenuti nel Malpaese. «Il coronavirus si spinge in Europa diffondendosi dall'Italia» (New York Times). «Europa: l'epidemia più forte del coronavirus è in Italia, e le nazioni europee stanno affrettandosi per controllare il contagio» (Cnn). «Coronavirus: l'epidemia si diffonde in Europa dall'Italia» (Bbc). Lo stivale è diventato il simbolo della paura, anzi del terrore, nel mondo intero. In tutti i continenti, i maggiori organi di informazione aprono i loro siti e le loro prime pagine con le notizie sull'epidemia, tirando sempre in ballo il nostro povero Paese. Il Washington Post nell'articolo sul coronavirus accomuna le epidemie di Italia, Iran e Corea del Sud. Per non parlare delle foto: mascherine davanti ai monumenti più importanti d'Italia appaiono sul tedesco Spiegel, sul Financial Times. Diversi Paesi europei, si legge sul sito Bbc.com, hanno annunciato i loro primi casi di coronavirus, tutti apparentemente collegati alla crescente epidemia in Italia. Austria, Croazia, Grecia e Svizzera hanno riferito che i casi riguardavano persone che erano state in Italia». il ministro della Salute della Macedonia, Venko Filipche, ieri ha annunciato il primo caso di contagio nel suo Paese: si tratta di una donna macedone di circa 50 anni, tornata dall'Italia dopo un lungo soggiorno, ora ricoverata all'ospedale per le malattie infettive di Skopje. La Spagna ha confermato il suo primo caso sulla terraferma, che riguarda una donna di Barcellona che era stata nel Nord Italia, così come la prima donna risultata positiva in Grecia, una trentottenne. Il primo test del virus positivo, scrive ancora il sito della Bbc, è stato registrato in America Latina: si tratta di un cittadino brasiliano appena tornato dall'Italia. Ieri i Centers for disease control and prevention, organismo di controllo sulla salute pubblica degli Stati Uniti, hanno aggiornato al livello 2 (su 3) i consigli di viaggio relativi all'Italia, invitando i cittadini statunitensi a «esercitare una maggiore cautela» a causa dell'epidemia: secondo le autorità sanitarie americane, «gli adulti più anziani e coloro con condizioni mediche croniche dovrebbero considerare il rinvio di viaggi non essenziali». Cinque università americane hanno sospeso i loro programmi nel nostro Paese.Povera Italia, ridotta a sinonimo di pericolo imminente. Povera Italia, diventata il «Malpaese». Poveri italiani, ridotti a essere evitati dai passanti, in giro per il mondo. Povero made in Italy, avvelenato da questa così terribile fama di Paese infetto. Dovrebbe ricadere sui nostri governanti, la colpa di tutto ciò: su di loro, sulle loro dichiarazioni bugiarde delle settimane scorse, sui sorrisetti coi quali andavano in tv a dire «va tutto bene, è tutto sotto controllo, non state ad ascoltare gli allarmisti dell'opposizione». Dovrebbe ricadere sulla frangetta a ciuffo del premier, Giuseppe Conte, e sui suoi ministri, e sui suoi collaboratori, la responsabilità di questa ignominia, di questa drammatica, forse incancellabile macchia sull'onore, sull'orgoglio, sull'immagine del nostro Paese.Appestati: questo siamo diventati, noi italiani, agli occhi dell'opinione pubblica mondiale. Ieri, i vertici del Parlamento europeo hanno rivolto agli eurodeputati che negli ultimi 14 giorni hanno visitato le quattro regioni italiane considerate a rischio la raccomandazione di restare in autoquarantena per due settimane. Il direttore generale del personale, Kristian Knudsen, ha inviato una comunicazione interna via mail attraverso la quale ha comunicato questa direttiva a chi sia stato in Italia in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, in Cina continentale, a Hong Kong e Macao, a Singapore o in Corea del Sud. Anche gli staff degli eurodeputati interessati sono stati invitati a lavorare da casa. «Ebbene sì», ha commentato su Facebook il capodelegazione di Fratelli d'Italia a Bruxelles, Carlo Fidanza, «con una decisione assurda il Parlamento europeo ci ha messo in quarantena. Quello che da noi viene previsto soltanto per chi risiede o ha avuto contatti con la zona rossa viene arbitrariamente esteso ai parlamentari eletti in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Ovviamente nessuna limitazione ai colleghi francesi o tedeschi che vengono dalle zone dove ci sono stati i pochi (troppo pochi) casi segnalati. Inaccettabile. Il nostro diritto-dovere di rappresentarvi», ha aggiunto Fidanza, «non può essere compresso senza motivo. Ci faremo sentire!». Come se non bastasse, a oltre una ventina di tirocinanti italiani l'Europarlamento ha bloccato lo svolgimento dello stage che sarebbe dovuto cominciare il 2 marzo prossimo perché provenienti o transitati dalle quattro regioni a rischio indicate nella circolare diffusa dalla stessa istituzione. «Siamo spiacenti di informarla», ha scritto il responsabile del settore, «che il Parlamento europeo non è nelle condizioni di consentirle di iniziare il suo stage». Ai tirocinanti si esprime «comprensione per gli inconvenienti causati» e si offre di far slittare lo stage al periodo ottobre 2020-febbraio 2021. Ieri si sono susseguiti contatti tra il Parlamento europeo e i tirocinanti per esplorare tutte le ipotesi alternative allo slittamento dello stage, a partire da una quarantena di 14 giorni, come previsto dalla circolare per i funzionari che hanno soggiornato recentemente nelle quattro regioni interessate. Il problema è che lo stage doveva iniziare tra pochi giorni, ed è probabile che i tirocinanti abbiano già prenotato viaggi, appartamenti o ostelli.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)