2023-02-20
«“Grasso” e “brutto” offendono i lettori». La nuova Inquisizione riscrive i libri di Dahl
In nome dell’«inclusione», l’editore Puffin autorizza centinaia di interventi che storpiano l’opera del grande scrittore inglese.Inclusive Minds è un «collettivo per persone appassionate di inclusione», i cui animatori credono «nell’abbattimento delle barriere e nello sfidare gli stereotipi per garantire che ogni bambino possa accedere e godere di grandi libri rappresentativi della nostra società diversificata». Secondo Inclusive Minds, «ogni bambino dovrebbe essere in grado di ritrovare sé stesso nei libri, quindi i libri tradizionali devono rappresentare ogni bambino».Ebbene, gente che si esprime in questa maniera - infilando collanine di banalità e scrivendo frasi che suonerebbero vuote pure nel discorso di un politico - si è sentita in diritto di modificare la prosa di uno dei più grandi scrittori di ogni tempo, di sicuro uno dei maggiori autori per ragazzi della storia occidentale. Già: Inclusive Minds ha partecipato alla scandalosa operazione di riscrittura dei libri di Roald Dahl, romanziere britannico i cui capolavori hanno venduto centinaia di milioni di copie nel mondo, accompagnando la crescita e l’educazione sentimentale e letteraria di tutte le generazioni cresciute dagli anni Quaranta del secolo scorso a oggi.Purtroppo, l’autorizzazione al vandalismo è arrivata dalla Roald Dahl Story Company, che detiene i diritti di opere capitali come James e la pesca gigante, Charlie e la fabbrica di cioccolato, Gli sporcelli e Le streghe. Scopo dell’operazione - elaborata su suggerimento dell’editore Puffin - sarebbe quello di rimuovere il linguaggio offensivo e poco inclusivo, rendendo i libri più rispettosi delle «diversità», in modo che «possano continuare a essere apprezzati da tutti oggi».Per Alexandra Strick, cofondatrice di Inclusive Minds, si tratta di «garantire una rappresentazione autentica, lavorando a stretto contatto con il mondo del libro e con coloro che hanno vissuto l’esperienza di ogni aspetto della diversità». In realtà - come accade ogni volta che si tirano in ballo «inclusione» e «diversità» - si vogliono semplicemente purgare le storie rendendole più omologate e, nei fatti, pervertendole.Certo, dalla casa editrice Puffin assicurano che «non è insolito rivedere la lingua» quando si fa una nuova edizione, e che ogni modifica è «piccola e ponderata con attenzione». A ben vedere, tuttavia, lo sfregio è ampio e strutturale. Il quotidiano inglese Daily Telegraph, che ha dato la notizia, fornisce eloquenti esempi, dai quali si evince che da tutti i libri sono state eliminate le parole «grasso» e «brutto». Quindi, nella testa di questi malati di mente profanatori di romanzi, i bambini di oggi dovrebbero crescere senza sapere che sì, le persone possono essere anche grasse e brutte. Prendiamo Augustus Gloop, uno dei personaggi de La fabbrica di cioccolato, il primo a trovare uno dei biglietti d’oro nascosti nelle barrette prodotte da Willy Wonka. È un modello negativo, un ragazzetto obeso, goloso e avido, creato così proprio perché i piccoli lettori lo trovino detestabile. Bene, d’ora in poi non verrà più indicato come grasso, ma descritto come «enorme». L’orribile signora Sporcelli che assieme al marito è protagonista di uno dei più perfetti gioielli dello humour nero di ogni tempo, non sarà più «brutta e bestiale», ma solo «bestiale», in attesa che - magari fra qualche anno - si decida di eliminare pure il riferimento alle bestie, onde non maltrattare gli animali.Attenzione però. Grazie all’ottimo lavoro dei «lettori sensibili» assoldati dall’editore Puffin e da Inclusive Minds, i capolavori di Dahl non saranno soltanto emendati dei termini ritenuti offensivi, ma verranno impreziositi da nuovi paragrafi aggiunti per rendere più inclusiva l’inclusività. Il Guardian scrive che nel romanzo Le Streghe «un paragrafo che spiega che le streghe sono calve sotto le loro parrucche termina con la nuova frase: “Ci sono molte altre ragioni per cui le donne potrebbero indossare parrucche e non c’è certamente niente di sbagliato in questo”». Ne La fabbrica di cioccolato, invece, «sono stati aggiunti termini neutri rispetto al genere in alcuni punti: dove Charlie e gli Oompa Loompas erano “piccoli uomini”, ora sono “piccole persone”. I «cloud-men» in James e la pesca gigante sono diventati “cloud-people”». A quanto risulta, fra tagli e inserimenti, le modifiche ai testi originali sono nell’ordine delle centinaia: un lavoro certosino degno dei peggiori fanatici. Già: non vi è dubbio che dietro operazioni di stupro linguistico come queste si nasconda una forma particolarmente perniciosa di invasamento pseudo religioso, di cui per altro il povero Dahl è vittima da tempo (lo hanno accusato, negli anni, di essere misogino, razzista e antisemita). Tra gli scervellati ecologisti che tirano vernice sui dipinti e i sedicenti editor che tagliuzzano i romanzi la scelta è ardua, ma i secondi sono peggio: non soltanto rovinano capolavori, ma compromettono anche la crescita dei ragazzini, contribuendo a renderli inetti e alienati.Aveva davvero ragione Roald Dahl , quando scriveva che le streghe esistono e odiano i bambini «di un odio così feroce, furibondo, forsennato e furioso da non poterselo immaginare». Ora le streghe, per odio dei piccini, sono giunte al punto di rovinare i suoi meravigliosi racconti.
Simona Marchini (Getty Images)