2020-06-18
Grane franco-inglesi per Giuseppi l’egiziano
Stasera, alla chetichella, il premier riferirà sui rapporti con il Cairo alla commissione d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni che presto convocherà anche i servizi di Parigi e Londra. Per Giuseppe Conte, che ha le deleghe all'intelligence, la situazione si fa spinosa.Quattro anni e mezzo fa un dottorando italiano dell'università di Cambridge viene rapito, torturato e ucciso in Egitto. Il corpo di Giulio Regeni viene ritrovato al Cairo il giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir. Nel 2016 Giuseppe Conte mai avrebbe immaginato di dover rendere conto al Parlamento dei rapporti tra Italia ed Egitto. Eppure stasera è convocato di fronte alla commissione d'inchiesta sulla morte dello studente e il suo attaccamento alle deleghe di gestione degli apparati di intelligence potrebbe costargli caro dal punto di vista politica. A quanto risulta alla Verità, i membri della commissione si stanno muovendo su due fronti, entrambe in direzione opposta al Cairo. Il presidente Erasmo Palazzotto sta studiano una trasferta in Inghilterra dove ha sede l'università di Regeni. L'obiettivo sarebbe capire se dietro le ricerche accademiche promosse dalla tutor potessero esserci le mire di uno degli apparati d'intelligence della Regina. L'altra scelta, quella più probabile, mirerebbe invece a convocare a Roma i vertici (o i loro delegati) dei servizi inglesi e francesi.La trasferta da un punto di vista diplomatico sarebbe considerata molto invasiva, la convocazione a Roma invece più formale. In tutti i due i casi si toccherebbero però tasti delicati. Si tratta di due nazioni alleate, i cui servizi sono amici e i loro coinvolgimento, anche solo a livello mediatico, metterebbe in imbarazzo non poco il premier. Anche i membri del comitato, contattati dalla Verità, ne sono consapevoli e sanno che le frizioni sorgerebbero soprattutto con Parigi. All'intelligence di Emmanuel Macron verrebbero poste una serie di domande legate ai conflitti d'interessi economici nell'area. La concorrenza d'Oltralpe è da sempre interessata a sgomitare contro l'Eni, che controlla l'immenso giacimento di Zohr da oltre 850 miliardi di metri cubi di gas. L'altro elemento di frizione consiste in vicende di cronaca attuale: l'appalto per due fregate Fremm da 1,1 miliardi di euro. La Fincantieri guidata da Giuseppe Bono ha ottenuto il primo ok per avviare le trattative, attende adesso l'autorizzazione formale del governo per sedersi al tavolo e discutere il contratto. Al termine del quale la Farnesina dovrà dare l'ok per l'export. Tanto è bastato al Pd, a Leu e ai 5 stelle per attaccare lo stesso governo che sostengono. Per Nicola Zingaretti è «di fondamentale importanza che l'esecutivo con le figure preposte ai massimi livelli compia già dalle prossime ore, tutti i passi dovuti per ottenere dall'Egitto le condizioni elementari per avviare il processo», oltre a «ricevere dalle autorità egiziane il domicilio legale di coloro che la Procura di Roma ha indagato dal dicembre 2018». La schizofrenia politica è solo apparente in realtà. L'obiettivo del Pd è quello di tenere alta la vicenda (per motivi elettorali) e al tempo stesso spostarla sul piano giudiziario. Un modo per salvare la politica e la diplomazia. Quella delle Procure è una strada senza uscita, per il semplice fatto che in Egitto i giudici sono di nomina governativa. Non è un caso, dunque, che appena uscita sulle agenzie la notizia della convocazione di Conte, il ministero degli Esteri abbia diffuso una nota per annunciare in data primo luglio un vertice tra la Procura di Roma e la gemella egiziana. È nei fatti la linea difensiva del premier: lasciare tutte le incombenze ai pm e tirarsi fuori. Per questo la decisione della commissione di tirare in ballo due servizi alleati rischia di rompere le uova nel paniere. E imporrebbe a Conte di uscire allo scoperto e prendere una decisione politica vera e propria. Non saremmo dovuti arrivare a questo punto. Mettere sullo stesso piano l'uccisione di un ragazzo e una commessa militare è un grave errore geopolitico. Spiace che il Pd non se ne renda conto. Così come non sappia che stoppare Fincantieri significa favorire Macron, pronto a vendere una coppia di navi compatibili con l'offerta tricolore. Il sottosegretario alla Difesa , Angelo Tofalo, chiede invece di convocare Marco Minniti , «che conosce senza dubbio la vicenda, le eventuali responsabilità sottese e tutti gli aspetti ancora poco chiari, per la carica che pro-tempore ricopriva nel periodo in cui si è consumato l'efferato delitto. Conte ci mette la faccia, ce la metta anche chi prendeva le decisioni quattro anni fa». Di parere opposto la Lega che stasera alle 22 diserterà l'udienza. «Il dramma di Giulio Regeni merita una discussione alla luce del sole, a redazioni aperte e pienamente operative, invece la maggioranza accetta di audire il premier col favore delle tenebre, alle 22 di domani. È una mancanza di rispetto per la famiglia, per il Parlamento, per l'opinione pubblica», firmato Giulio Centemero, Paolo Formentini, Roberto Turri e Eugenio Zoffili.Sono tutte diatribe politiche romane, il tema vero però resta un altro: la Francia. Non sappiamo se i membri della commissione, interrogando i vertici dell'intelligence francese, possano chiedere se hanno cospirato contro l'Italia per incrinare il rapporto tra Roma e il presidente Abdel Fattah Al Sisi. Di certo i francesi non risponderebbero, ma solo la convocazione costringerebbe Conte a schierarsi nel Maghreb in modo formale. La Libia è adesso divisa tra turchi e russi. In pratica, l'Italia non confina più con l'ex Paese di Mohammar Gheddafi ma direttamente con Ankara e Mosca. Due player che hanno droni capaci di raggiungere la base di Sigonella in pochi istanti. Ecco perché l'Egitto ha fretta di avere le navi di Fincantieri, perché gli servirebbero per bombardare la Libia dal mare. Servirebbero ad Al Sisi per tornare in pista dopo essere stato di fatto esautorato dalla Cirenaica. Farlo con navi italiane è un conto, con mezzi francesi avrebbe un altro significato geopolitico. Le mosse della commissione metteranno in difficoltà il protagonismo di Conte, ma - va detto - rischiano di far saltare una delle commesse più importanti del Mediterraneo. Basta pensare che ieri tutti i sindacati di Fincantieri hanno firmato un comunicato congiunto per benedire la scelta del governo di dare la luce verde alla trattativa. Significa, ovviamente, nuovi posti di lavoro.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)