2023-06-23
Le «Grandi aspettative» di Dickens diventano una serie tv
True
«Great expectations» (Disney+)
Great expectations, nella sua versione più moderna, la sua ultima, verrà rilasciato su Disney+ il 28 giugno. E non sarà come potrebbe attendersi chi ha letto il romanzo.Le «Grandi aspettative» del titolo sono quelle di Philip Pirrip, di Charles Dickens e di una fra le sue tante trasfigurazioni letterarie. Sono sogni di rivalsa, più che aspettative: proiezioni futuribili, legate ai soldi e agli scenari che sanno aprire. Dickens le ha immaginate nel 1860, quando Great expectations è stato pubblicato a puntate, su un periodico dell’epoca. Steven Knight, già creatore dello strafenomeno che è stato Peaky Blinders, le ha rilette decenni più tardi, attraverso l’approfondimento verticale di una serie televisiva. Great expectations, nella sua versione più moderna, la sua ultima, verrà rilasciato su Disney+ il 28 giugno. E non sarà come potrebbe attendersi chi ha letto il romanzo. «Dickens è stato uno dei primi autori a scrivere di differenze di classe e il suo lavoro ha superato la prova del tempo, riuscendo nell’impresa di risultare sempre attuale», ha cominciato, con un accenno di timidezza, Fionn Whitehead, interprete del Pirrip, Pip nella narrazione dickensiana, più adulto. «Tuttavia», ha poi detto, «L’adattamento voluto da Knight è molto più oscuro di quanto non fosse la versione originale: contiene colpi di scena e grandi sconvolgimenti». Cose estranee all’universo di Dickens, nella cui scrittura si sono sempre mescolati toni ibridi, tragicomici all’occorrenza, all’occorenza capaci di guardarle dall’alto le miserie della vita, con il sorriso bonariamente rassegnato con cui si è soliti accompagnare l’esistenza dell’imperscrutabile. La signorina Havisham, dunque, non è quella del romanzo. Non esattamente. Dell’anima fragile, vestita da sposa, con la torta ammuffita ad aspettare l’uomo che l’ha abbandonata, è rimasto un ricordo.La signorina Havisham, nelle serie televisiva, ha il mistero e la cattiveria cui Dickens fa solo piccoli accenni. È inquietante e inquieta, dama sola decisa ad usare la giovane Estella per vendicare il proprio cuore infranto. Nello show, ha il volto di Olivia Colman (sempre sia lodata). E, nello show, segue la strada tracciata dall’autore britannico.La signorina Havisham, in Great expectations, è colei che paga Pip per tenerle compagnia. Lo assume, in un certo qual modo. E la narrazione è un continuo tornare indietro per arrivare avanti, un passato che illumina il presente e lo muove. Pip, nel romanzo come nella serie tv, è orfano di entrambi i genitori. Vive con la sorella, ormai grande, e il marito. Ma non è una vita felice la sua. Soldi ne ha pochi, e la sorella lo mortifica con violenze continuee. Pip è arrivato persino a dare un nome al bastone con il quale lo colpisce. È un bambino triste, Pip, spaventato. Pure la signorina Havisham lo terrorizza. Ma Estella no. Estella lo affascina. Che delusione, allora, saperla promessa a un bruto. Che delusione d’amore, di vita. Pip, che nel romanzo cresce fino a diventare adulto, si convince che potrebbe avere grandi occasioni se solo avesse i mezzi e la parvenza di un galantuomo. «Ha sete di vita, una vita diversa da quella che il destino gli ha riservato. E per ottenerla crede che l’unica via sia quella della scalata sociale. Perciò, decide di trasferirsi a Londra e diventare un gentiluomo. Ma di buone intenzioni è sempre lastricata la via dell’inferno», ha detto Whitehead, protagonista di uno show prodotto fra gli altri da Tom Hardy e Ridley Scott.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.