2023-06-17
Il governo taglia fuori i cinesi dalla Pirelli
Il golden power toglie nella sostanza quasi tutti i poteri a Sinochem, primo azionista con il 37%. Le prescrizioni riguardano i sensori cyber negli pneumatici. Alcune decisioni strategiche del cda prevedono il voto di almeno i 4/5 dei membri. Che farà adesso Pechino?Altro che soluzione di compromesso. Il golden power esercitato dal governo nei confronti di Sinochem, primo azionista di Pirelli con il 37%, toglie nella sostanza ai cinesi quasi tutti i poteri. Lo si leggeva nella bozza circolata ieri mattina e pubblicata dall’agenzia Nova. E viene confermato, seppur in forma attenuata, anche nelle indicazioni date in serata dal governo che nella seduta del Consiglio dei ministri del 15 giugno ha disposto l’esercizio delle prerogative di «interdizione» rispetto al patto parasociale sulla governance di Pirelli. Le prescrizioni per la tutela dell’asset strategico riguardano i sensori cyber impiantabili negli pneumatici. Tali sensori sono in grado di raccogliere dati del veicolo riguardanti, tra l’altro, gli assetti viari, la geolocalizzazione e lo stato delle infrastrutture. Le informazioni così raccolte possono essere trasmesse a sistemi di elaborazione cloud e super calcolatori per la creazione, tramite intelligenza artificiale, di complessi modelli digitali utilizzabili in sistemi all’avanguardia come smart city e digital twin. E qui viene il punto. La rilevanza di questa tecnologia cyber è individuabile in una pluralità di settori: automazione industriale, machine to machine communication, machine learning, manifattura avanzata, intelligenza artificiale, tecnologie critiche per la sensoristica e attuatori, big data e analitycs. L’uso improprio di questa tecnologia può comportare notevoli rischi non solo per la riservatezza dei dati degli utenti, ma anche per il possibile trasferimento di informazioni rilevanti per la sicurezza.Proprio per questo le prescrizioni del governo hanno l’obiettivo di creare una rete di misure che tutelano non solo l’autonomia di Pirelli, ma anche la sicurezza delle procedure e la protezione delle informazioni di rilevanza strategica e del know-how posseduto dalla società. Pirelli avrà un nulla osta di sicurezza industriale strategico che prevede limiti di accessibilità alle informazioni e un’unità organizzativa autonoma per la sicurezza. Non solo. Perché per alcune decisioni strategiche del cda le prescrizioni del governo prevedono un voto di almeno i 4/5 del consiglio di amministrazione. Ovviamente, l’attuazione delle prescrizioni sarà oggetto di monitoraggio da parte del ministero competente.In tanti scommettevano su un esercizio più blando delle prerogative di blocco che ha l’esecutivo per evitare il rischio di incrinare i rapporti con un partner commerciale importante come Pechino. Ed è evidente che l’esercizio del golden power in modo così diretto potrebbe spingere Sinochem a uscire da Pirelli o comunque a ridurre sostanzialmente la quota della sue partecipazione. Le prime voci in tal senso, è bene ricordarlo, sono iniziate a metà febbraio con Bloomberg che parlava della volontà cinese (anche all’epoca ci fu una smentita) di cedere il 37% di Pirelli. Quattro mesi fa venivano messe in primo piano le mire dei fondi di private equity (venne tirato in ballo anche Kkr che è già attivo sul dossier Tim), oggi se dovessimo scommettere punteremmo sulla cordata italiana composta dalla stessa Camfin di Tronchetti (che detiene il 14% di Pirelli più l’opzione per acquistare un ulteriore 4,6%) e da Brembo (primo produttore mondiale di sistemi frenanti) che ha il 6% (i due gruppi hanno già un firmato un patto parasociale) per la creazione di un polo italiano dei pneumatici intelligenti. Secondo altre voci ci sarebbe una primaria banca italiana a lavoro sul deal che avrebbe l’obiettivo di far scendere Sinochem sotto la soglia del 20%. Una quota di minoranza che eviterebbe a Pirelli di aver problemi relativi ai dazi con gli Stati Uniti. La partita comunque sta entrando nel vivo e dopo la decisione del governo sarà importante valutare le reazioni del mercato e dei cinesi.