2021-08-15
Governo in tilt su scuole e mense aziendali
Patrizio Bianchi firma il Protocollo con i sindacati, ma irrita i presidi. E la proposta di provvedere ai tamponi ai prof non vaccinati diventa un caso. Poi il dicastero tenta di chiarire. Chigi intanto cambia rotta sui pasti al lavoro: obbligo di card pure per chi mangia in ditta.Discussione sull'obbligatorietà del green pass per i docenti rinviata a data da definire e caos totale sulla gratuità dei tamponi per i professori che non si vaccinano. Una proposta da un lato sbertucciata eccessivamente come se non avesse nessun fondamento, anche se dall'altro rischia in effetti di creare l'ennesima distinzione tra cittadini di Serie A e di Serie B.Ma andiamo con ordine. Soltanto l'avvicinarsi del Ferragosto poteva spacciare una tela sfilacciata come questa per un «Protocollo sicurezza delle scuole per l'avvio del nuovo», come hanno fatto ieri mattina il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e i principali sindacati della scuola. Anche se gli autonomi del Gilda e Anief, il sindacato dei presidi, alla fine si sono sfilati e non hanno messo la firma. La lieta novella ministerialsindacale viene data di buon mattino dal ministero e da Cisl, Uil e Cgil, e con la garanzia che l'anno scolastico potrà iniziare in sicurezza. Il suddetto Protocollo contiene un sacco di disposizioni, che vanno dalle distanze alle quali vanno messi i banchi (almeno un metro tra un banco e l'altro e due con la cattedra), all'obbligo di mascherina chirurgica per tutti i bambini, dai 6 anni in su. Da notare, che andrà tenuta anche al banco, non come al bar, dove bisogna indossarla solo per andare in bagno o alla cassa.Il protocollo stabilisce anche norme minuziose per il ricambio dell'aria tra un'ora e l'altra, raccomandando l'apertura di finestre non tutte sullo stesso lato e specificando che il freddo invernale, e neppure «condizioni di tempo avverso» devono impedire l'apertura dei vetri. Il ministero si impegna anche a sdoppiare prima possibile le cosiddette «classi pollaio». Prima di arrivare ai punti dolenti del (non) accordo, bisogna registrare quattro righe sui ragazzi che non si vogliono vaccinare. «Il ministero dell'Istruzione», si legge nel documento, «considerato che la vaccinazione costituisce, a oggi, la misura di prevenzione pubblica fondamentale per contenere la diffusione della Sars-Covid-19 […], si impegna a sostenere e favorire l'adesione degli studenti maggiori di 12 anni alla campagna vaccinale in corso». La questione più spinosa, però, ovvero l'intenzione del governo di rendere obbligatorio il green pass per gli insegnanti, è stata rinviata a dopo le grigliate di Ferragosto. Il comunicato di Viale Trastevere ammette che la faccenda del lasciapassare sarà illuminata da una «nota specifica» che l'amministrazione scolastica invierà «nei prossimi giorni». Nell'ultimo decreto, il governo ha deciso che i docenti debbano avere il certificato verde e che il mancato rispetto di quest'obbligo sarà equiparato alle assenze ingiustificate, con tanto di sospensione dal lavoro dal quinto giorno di assenza (e relativa sospensione dello stipendio). Un altro punto nevralgico della possibile ripresa dei contagi con l'inizio della scuola è quello del trasporto locale urbano, ma anche quello è stato prudentemente preso e messo da parte. Si sa che su questo i sindaci bussano a denari. Il problema del personale non vaccinato, invece, è stato in parte affrontato, ma con esiti sconcertanti. Nel protocollo è spuntato un «fondo tamponi», ovvero uno stanziamento specifico (naturalmente ancora da quantificare) per fare tamponi gratis a tutto il personale, anche a chi non ha il green pass. Un sistema pratico per aggirare in qualche modo un problema oggettivo, che potrebbe impensierire tanti genitori. Il primo a ribellarsi è Claudio Cerasa, direttore del Foglio, per il quale con «tamponi gratis anche per i no vax si rimette in discussione il green pass». Liberale a giorni alterni, visto che lamenta l'assenza di discriminazioni contro i no vax. Anche la giovane deputata renziana Lisa Noja s'inalbera, e su Twitter denuncia: «Non esiste nessun motivo per il quale a queste persone debba essere pagato, con soldi pubblici, il tampone per consentirgli di avere il pass». Mentre per Massimo Giannini, direttore della Stampa, «il tampone gratis ai professori che rifiutano il green pass è uno schiaffo agli italiani che fanno il loro dovere». Evidentemente a molti commentatori piacerebbe usare il green pass come una clava da dare in testa ai cosiddetti «no vax», ma in pochi forse colgono l'incoerenza: l'idea non è così balzana perché aumenterebbe la sicurezza nelle scuole, ma creerebbe sicuramente una discriminazione. Perché il professore avrebbe il test gratis e il pass assicurato mentre l'infermiere senza dose viene cacciato? E lo studente universitario paga sempre di tasca sua? Insomma, l'idea che venga tutelato solo chi ha un sindacato forte alle spalle non può essere tollerata. La polemica comunque monta e alle 17.30 arriva l'imbarazzata nota del ministero che smentisce «i tamponi gratis ai no vax» (il fondo per i tamponi gratis per tutti, però, c'è eccome). Abilissimi a sfilarsi dal Protocollo dei pasticci i presidi dell'Anief, guidati da Antonello Giannelli, che hanno criticato la poca chiarezza su questo tema e sul distanziamento. Ma le grane per il governo non finiscono qui. Perché ieri in serata si è aperto un altro fronte sull'obbligo di certificato verde nelle mense aziendali. «Per la consumazione al tavolo al chiuso», si legge in una Faq di Palazzo Chigi, «i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale, solo se muniti di green pass». Per i sindacati (e non solo loro) è uno choc. «La circolare odierna sconfessa quella emanata neanche dieci giorni prima», dichiara il segretario del Silp-Cgil, Daniele Tissone. D'altra parte nei giorni scorsi si era evitato per un soffio il primo sciopero contro il pass a Torino, dopo che la Regione Piemonte, citando il governo, aveva chiarito che il lasciapassare «non è necessario per il servizio mensa». Le parole dell'esecutivo non lasciano però spazio a dubbi e sono una totale inversione a U: ora le aziende si dovranno adeguare. Niente male come cortocircuito alla vigilia di Ferragosto.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
content.jwplatform.com
L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.