2024-10-19
Il governo molli la cultura se vuole durare
Antonio Scurati, scrittore (Getty)
Alla Fiera del libro di Francoforte ci sono gli alfieri del controcanto al «regime», sulle nomine la controffensiva della destra non c’è. Seguiamo l’esempio della Dc: spariamo dal settore, lasciamolo ai progressisti. Meglio impegnarsi su temi economici e internazionali.Il Rifascimento. Ossia il Rinascimento del fascismo. O il rifacimento del regime mussoliniano-meloniano. Eccolo in azione. La Festa del cinema di Roma si apre con un film agiografico dedicato a Enrico Berlinguer. Contemporaneamente alla Fiera del libro di Francoforte la delegazione italiana debutta con Antonio Scurati, autore della biofobia di Benito Mussolini, e Paolo Giordano, esponente dei dissidenti antigovernativi. Il lato grottesco è che il loro viene epicamente rappresentato dai media come controcanto al regime. No, signori, quello è canto, non è controcanto; è il canto monotono imperante, ieri come oggi nel nostro Paese. E non vi dico in tv. Il regime non prova nemmeno a fare il controcanto, al più qualche tenue belato. Anzi, è stata usata perfino un’accortezza per non privare il canto ufficiale pure del controcanto, ossia del lamento d’opposizione e d’esclusione.Avevano escluso dalla Fiera di Francoforte, poi pentendosi e umiliandosi mille volte nell’invitarlo, solo Roberto Saviano e così facendo hanno fatto in modo che tutti i ruoli in commedia fossero assegnati alla medesima compagnia di giro: non bastavano gli scienziati, gli scrittori, gli intellettuali antigovernativi in testa alla manifestazione che sarebbe il debutto della nuova Italia nella cultura internazionale; è stato previsto pure l’escluso dolente che si lamenta con massima risonanza del regime in fasce, mentre gli altri dissidenti occupano la scena principale con la loro messa cantata in requiem del melonismo oppressore. Ecco, il pelo e il contropelo. Ai governativi tocca solo spazzolare per terra.Mille altri episodi grandi e piccoli confermano lo stesso andazzo, anche nelle nomine. Sgombrato il campo dall’unico residuo tossico destrorso, il povero Gennaro Sangiuliano, massacrato e scaricato per una storia surreale di nessuna importanza, ora si va spediti verso la meta. Lasciate perdere la solita menata sull’egemonia culturale della sinistra. E lasciate perdere la storia ridicola della controffensiva governativa. Non è il caso di arrampicarsi nella battaglia delle idee, guardate alla ciccia delle cose, al più guarnendola con un pizzico di bonaria ironia.Ma tu cosa proponi? Non è compito mio, mi occupo d’altro. Ma se proprio volete uno spassionato consiglio, un mezzo suggerimento da fuori e da lontano, vi consiglio di fare un passo indietro e tornare al passato. Piuttosto che questo paravento di regime, tutta fuffa e niente sostanza, rievocate in seduta spiritica il grande rimosso, il fantasma della buonanima e chiedete consiglio a lui. Mussolini? Ma no, non dite corbellerie. Dico Giulio Andreotti, sintesi ed essenza dell’ineffabile spirito democristiano. Forse avrei potuto anche dire Aldo Moro e non so quanti altri esponenti del vecchio scudo crociato. Intendo dire, seguite la saggia linea democristiana nella politica culturale. Mimetizzatevi, sparite, assentatevi. Ritirata assoluta, disinteresse programmatico verso la cultura, duttilità massima, subappalto implicito alla sinistra di tutto quel mondo e dei suoi affluenti.Si piazzavano pure i loro, i democristiani, praticavano ai margini un piccolo, discreto clientelismo, avevano pur sempre i loro ambasciatori in terra straniera, di cui ultimo campione, poi rimasto in eredità al berlusconismo fu, ed è ancora, Gianni Letta. Ma nessun intervento in quel campo minato, in quel territorio straniero, in mezzo a tutti quegli alieni rancorosi.Seguite il loro esempio. Fateli sfogare, fateli dire, occupatevi d’altro, ogni volta che si accenna quel pericoloso argomento che va sotto il nome di cultura, voi cambiate argomento, mettete su una canzone o dite una preghierina. Se avete nomine da fare nominate tutti meno che i vostri, veri o presunti; evitate di mettere il vostro pupazzetto che poi diventa una bambolina del malocchio, di quelle a cui gli infilzano gli spilli per la fattura di morte alla regnante. Scegliete i più innocui e neutri, selezionateli col Gratta e vinci o lasciateli scegliere direttamente a loro.Anzi, se potete, lasciate stare tutto com’era, lasciate loro l’hub della cultura in autogestione. Piuttosto che farfugliare sottovoce sommessi controcanti, piuttosto che lesinare piccole particine in commedia o tentare patetici amichettismi di ritorno; piuttosto che presentarvi dietro grotteschi paraventi e carri allegorici, lasciate il campo, ritirate la vostra delegazione, vittima d’agguati. Fate come vi suggeriscono di fare per la missione in Libano: piuttosto che tenerli lì, bersagli immobili, mentre sotto i loro presidi si costruiscono i loro rifugi, ritirate il vostro contingente dalla cultura, lasciate il campo. Riconvertitelo in ambiti più neutri, che so, l’Enalotto o il meteo. Occupatevi d’altro. Di cosa? Ma delle cose del giorno, i rapporti internazionali, le decisioni economiche, l’ordinaria amministrazione, la vostra immagine e i sondaggi. Giorgia Meloni se la cava egregiamente, è accorta, all’estero la spupazzano e l’ascoltano, ha pelato discretamente anche la brutta gatta della finanziaria.Allora, mimando un’infausta dichiarazione, diciamo: la parola d’ordine è una sola, categorica, impegnativa per tutti, essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi a Capo Leuca: durare, e dureremo! Non uomini duri ma durevoli, questo è il messaggio che conta davvero per tutti i governi di ieri e di oggi. E per durare siate molli, gommosi, malleabili.Credetemi, non c’è un filo d’intenzione polemica o malevola contro il governo e nemmeno contro la sinistra e la cultura predominante; è solo l’amichevole constatazione di un sinistro, il riconoscimento di una situazione di fatto. Salvate la faccia se vi ritirate dalla partita, piuttosto che perderla tra cedimenti rateali, aggiustamenti, retromarce, pentimenti, infingimenti. Non è cosa vostra, lasciate perdere. Uscite dal campo a testa alta, ma prima di giocare la partita, dichiarando l’impraticabilità del campo, il tifo ostile dalla curva Sud dei media e l’iscrizione a un altro genere di campionato. Se quello è calcio, voi iscrivetevi alla pallanuoto.
(Arma dei Carabinieri)
Nella serata del 25 novembre i Carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti due bergamaschi, un palermitano e un soggetto di nazionalità spagnola, rispettivamente di 28, 32, 29 e 54 anni.
I militari dell'Arma, nel corso di un più ampio servizio di prevenzione generale organizzato per le vie di Milano, insospettiti da un autoarticolato con targa spagnola di dubbia provenienza, dopo una prima fase di monitoraggio fino alla provincia di Bergamo, hanno sorpreso i soggetti mentre scaricavano 10 borsoni dal mezzo, all’interno di un capannone.
Alla perquisizione, sono stati trovati 258 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati.
L’autoarticolato, sottoposto a sequestro, è risultato dotato di un doppio fondo utilizzato per nascone la droga.
Nel corso dei successivi accertamenti sviluppati nelle abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti in casa del 28enne altri 86 chili di hashish, termosigillati e nascosti all’interno di un congelatore oltre a materiale per il confezionamento, due pistole cariche con matricola abrasa, munizioni e materiale riconducibile ad altri reati tra cui t-shirt riportanti la scritta «Polizia», un paio di manette, una maschera per travestimento, il tutto ancora ancora al vaglio degli inquirenti. Per il 28enne è scattato l’arresto anche per detenzione abusiva di arma clandestina. Nell’abitazione del 29enne sono stati invece trovati altri 4 chilogrammi di droga, anche questi custoditi in un congelatore, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati. Complessivamente, sono stati sequestrati circa 348 chilogrammi di hashish.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo, i quattro sono stati portati nel carcere di San Vittore di Milano in attesa dell’udienza di convalida.
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Brian Hughes (Getty Images)
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)