2025-04-09
Dazi, dal governo 25 miliardi alle imprese
La Meloni propone alle associazioni di categoria «un nuovo patto per lo sviluppo», dirottando fondi pure dal Pnrr. Le parti sociali: «L’Europa cambi modello economico».Sarà una staffetta: Giorgia Meloni parte per Washington il 17 aprile, JD Vance – il vicepresidente americano – arriva a Roma il giorno dopo per una visita di 48 ore. Nella valigia il nostro presidente del Consiglio porta un pacchetto di proposte da esaminare con Donald Trump per mitigare l’effetto dazi condizionando le scelte dell’Europa. Se Ursula von der Leyen minaccia di sparare col bazooka dei controdazi, le imprese italiane – da Confindustria all’Anpit, da Confartigianato a Coldiretti – minacciano di mettere nel mirino Bruxelles. Il nostro sistema produttivo denuncia che i veri dazi sono la burocrazia, le norme astruse che diventano balzello imposte dall’Europa. Esemplare la dichiarazione di Federico Iadicicco, presidente nazionale di Anpit: «Prima di immaginare azione ritorsive, dei contro dazi, non lascerei intentata la strada del confronto e del negoziato con gli Stati Uniti. Il modello economico “export led” promosso in questi anni dalle dall’Ue e fortemente voluto dalla Germania dimostra ancora una volta tutti i suoi limiti. Sinora positivo l’approccio del governo. La parola d’ordine da oggi in poi non potrà che essere: incentivare la domanda interna». Così Giorgia Meloni prova ad andare in direzione ostinata, contraria e profittevole per il sistema economico rispetto alla Von der Leyen. Se la baronessa indica che i fondi di coesione si possono usare per comprare armi – su base volontaria, ha specificato il vicepresidente Raffaele Fitto – il nostro premier mette 11 miliardi della «coesione» per soccorrere aziende e lavoratori che fossero colpiti dai dazi. Ci sono altri 14 miliardi da attingere dal Pnrr. Un pacchetto di 25 miliardi che Giorgia Meloni mette sul tavolo per un «nuovo patto per lo sviluppo». È questa la risposta dell’Italia alla mossa di Trump perché «un distanziamento dell’economia europea e di quella americana porta a un indebolimento dell’Occidente, che non è mai una buona notizia». Giorgia Meloni insiste: «La sfida da esplorare è invece quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere, e che anche la presidente Von der Leyen lo ha ribadito, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula “zero per zero”». Chiarendo che se l’Europa si fosse incamminata sula strada dell’escalation del contrasto in una guerra dei dazi dove perdono tutti l’Italia si sarebbe opposta. Nel vertice con le imprese – si è svolto in tre atti nella sala ovale di Palazzo Chigi, presenti i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Tommaso Foti, Francesco Lollobrigida, e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari – Giorgia Meloni ha disegnato una nuova traiettoria per l’economia del Paese. Ha ascoltato la lista della spesa dei diversi settori. Per la Confartigianato, presente col presidente Marco Granelli, c’è il rischio di perdere 11 miliardi di export e 13.000 occupati, per la Confesercenti si rischiano 11,9 miliardi di minore spesa delle famiglie in due anni, per Confapi è necessario allentare i vincoli europei con un credito di imposta del 20% che vada a compensare i dazi per le aziende esportatrici. L’agroalimentare insiste per la trattativa e Luigi Scordamaglia (Filiera Italia) ricorda che serve una doppia tutela: con gli Usa, ma anche nella ridefinizione delle politiche europee. Giorgia Meloni sottolinea come, grazie anche la lavoro di Raffale Fitto, si è avviata la riprogrammazione del Pnrr, dei fondi ci coesione e dei fondi green. «Forti della nostra ritrovata credibilità, forti di una politica di bilancio che è stata estremamente seria e che diciamo non ha gettato soldi dalla finestra» ha scandito Giorgia Meloni, si va in Europa a chiedere di rivedere il Patto di stabilità e a Washington per dire a Trump: rinsaldiamo l’alleanza occidentale.
Donald Trump (Getty Images)
Andrea Crisanti (Imagoeconomica)