2023-07-27
Golpe in Niger: per strada sventolano bandiere russe. Rischi per l’Italia
Rimosso il presidente Bazoum. I militari: «Parigi ha violato i confini». Timori per le relazioni con Roma e i flussi migratori.Situazione a dir poco confusa in Niger, dove la sera dello scorso 26 luglio un gruppo di militari golpisti ha annunciato in diretta televisiva di aver rovesciato il presidente Mohamed Bazoum, 63 anni. Si tratta di un importantissimo alleato (uno dei pochi rimasti) degli occidentali nel Sahel, e in particolare della Francia, che lì schiera 1.600 soldati dalla fine dell’operazione antijihadista francese Barkhane e dalla cacciata dei soldati francesi dal Mali. Arrivato alla guida di un Paese povero e devastato dalle violenze, Bazoum è stato eletto democraticamente tre anni fa, nel primo trasferimento di potere pacifico e democratico del Niger dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960. «Noi, le forze di difesa e di sicurezza riunite all’interno del Conseil national pour la sauvegarde de la Patrie, abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete, quello del presidente Bazoum», ha dichiarato il colonnello Amadou Abdramane, circondato da altri nove militari in divisa, tra i quali il colonnello della Guardia presidenziale Ibro, il vice comandante della Guardia nazionale Sidian e il generale della Polizia Ebankawel. Primi provvedimenti? Il presidente Mohamed Bazoum «trattenuto» dalle guardie presidenziali, sciolti il governo e il Parlamento e chiusi i confini. Con le prime tensioni con la Francia, accusata di aver fatto atterrare «un aereo militare di tipo A401 all'aeroporto internazionale di Niamey questa mattina (ieri, ndr) alle 6:30», secondo i leader golpisti, che chiedeno «una volta per tutte ciò che le misure prese dalla giunta siano rigorosamente rispettate». Le migliaia di manifestanti scesi per le strade della capitale del Niger, Niamey, a sostegno del presidente Bazoum, gridavano: «No al colpo di Stato!». Ma si sono visti anche dei manifestanti a favore dei golpisti sventolare la bandiera russa. Si tratta dell’ennesimo colpo di Stato nell’area dopo che due suoi vicini, Mali e Burkina Faso, sono guidati da giunte militari golpiste che si sono subito legate alla Russia e alla compagnia militare privata Wagner. Poi, ieri mattina, il colpo di scena con il presidente Mohamed Bazoum, che prima su Twitter ha scritto che «I risultati faticosamente conquistati saranno salvati. Ci penseranno tutti i nigerini che amano la democrazia e la libertà», poi nel pomeriggio sempre con un tweet ha annunciato: «C’è stato un tentativo di colpo di Stato, ma non è stato l’intero esercito ad avviarlo. Chiediamo a questi ufficiali faziosi di entrare nei ranghi. Tutto si può ottenere attraverso il dialogo, ma le istituzioni della Repubblica devono funzionare». Tutto questo mentre Hassoumi Massaoudou, attuale ministro degli Esteri, si è proclamato, sempre su Twitter, «capo del governo di transizione a interim», per poi aggiungere «un appello a tutti i democratici, a tutti i patrioti a provocare il fallimento di quest’avventura, che può portare ogni tipo di pericolo al nostro Paese». Il colpo di Stato arriva dopo mesi nei quali Mohamed Bazoum ha più volte sottolineato come la situazione in Niger si era fatta sempre più difficile, visto l’attivismo di Mosca nell’area, così come sono noti i legami di alcuni alti ufficiali dell’esercito, ma soprattutto della Guardia presidenziale con il gruppo Wagner. In particolare tra loro c’è il generale Omar Tchiani (ma gli sono stati attribuiti diversi nomi ), misterioso capo della guardia presidenziale dal 2015. Nonostante non si conosca ancora il motivo dell’insurrezione, diverse fonti parlano della volontà dell’attuale capo di Stato di riorganizzare il suo apparato di sicurezza che comporta l’eliminazione della sua dipendenza dal generale Tchiani e dalle sue guardie presidenziali. La storia del Niger è costellata di colpi di Stato: dall’indipendenza di questa ex colonia francese nel 1960, sono stati quattro: il primo nell’aprile 1974 contro il presidente Diori Hamani, l’ultimo nel febbraio 2010, che ha rovesciato il presidente Mamadou Tandja. Per non parlare dei numerosi tentativi di golpe. Unanime la condanna internazionale, a partire dall’Unione Africana, che ha condannato «fermamente tali azioni da parte di soldati che agiscono in totale tradimento del loro dovere repubblicano». Il tentativo di golpe è stato denunciato anche da Francia, Stati Uniti, Ue e Onu. Le Nazioni Unite hanno inoltre sospeso le operazioni umanitarie nel Paese. Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato: «Ho informato il Consiglio dei ministri sul Niger, c’è un momento di grande tensione, ci sono 170 cittadini italiani che vivono lì, sono stati contattati dall’Unità di crisi, invitati a rimanere nelle loro case. Vedremo come si svolgerà la situazione, con il presidente del Consiglio seguiamo minuto per minuto. Tutti i nostri concittadini sono al sicuro, le notizie per gli italiani sono positive, l’Unità di crisi segue uno ad uno i nostri connazionali». Per Matteo Giusti, giornalista e africanista, «il colpo di stato in Niger è solo l’ultimo tassello di un puzzle che ha perso i connotati dell’Europa e dell’Occidente. La vitale regione del Sahel dove transitano armi, droga e migranti aveva in Niamey l’ultimo baluardo per Francia e Stati Uniti, che adesso si ritrovano ad aver versato centinaia di milioni di dollari che finiranno nelle mani di una giunta di militari. Il Niger, con la sua posizione di transito fra i paesi del Golfo di Guinea ed il Mediterraneo, era un naturale cuscinetto per mantenere, almeno parzialmente il controllo in Africa occidentale». Nel Paese ci sono circa 1.600 militari francesi, quello che resta della fallimentare operazione Barkhane in Mali, e un contingente dell’Unione Europea con circa 350 soldati italiani. Il Niger strategico per l’Italia, candidato per i ricollocamenti dei migranti espulsi. Il futuro assetto governativo del paese, dunque, è fondamentale per mantenere buone relazioni con Roma. Infine, mentre scriviamo, le Nazioni Unite, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e persino la Russia hanno chiesto ai militari nigerini di liberare il presidente Bazoum.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)