2022-06-08
Golden power, salva un’altra azienda
La sede della Robox (robox.it)
L’attivazione del «freno» da parte del governo ferma la scalata cinese alla Robox, gioiello della robotica novarese. Si tratta del quinto intervento in questa legislatura.Ai tempi del governo di Giuseppe Conte si stendevano tappeti rossi quando arrivavano i cinesi nel nostro Paese. Da quando c’è alla presidenza del Consiglio Mario Draghi gli ormai noti accordi della Via della Seta sono di fatto congelati, su input diretto della sponda occidentale dell’Atlantico. È sempre più in crescita l’utilizzo del golden power da parte di Palazzo Chigi per fermare acquisizioni di aziende italiane da parte del Dragone. È ormai la quinta volta che Draghi utilizza i poteri speciali durante il suo mandato. Ieri è stata la volta di Efort Intelligent Equipment Co, quotata alla Borsa di Shanghai, che voleva salire nel capitale di Robox, società di Novara nata nel 1975, che «progetta e produce controllori elettronici, linguaggi di programmazione, ambienti di sviluppo per robotica e sistemi di controllo del movimento». È stata proprio l’azienda cinese a comunicarlo in una nota, ricordando che l’11 marzo aveva trovato un accordo per aumentare la propria partecipazione nell’azienda italiana dal 40% al 49%. Nel comunicato la società cinese spiegava che avrebbe pagato a Robox «i corrispettivi per servizi tecnici e le royalties («transazioni tecnologiche») per l’autorizzazione delle suddette tecnologie». La società i aspettava di chiudere l’operazione entro la fine di maggio, ma proprio in questi giorni «è stata informata da un avvocato italiano che l’operazione non ha superato l’approvazione del Golden Power del governo». Efort Intelligent Equipment, considerata molto vicina al governo di Xi Jinping (collabora in vari progetti ministeriali) sta comunque lavorando con Robox e gli avvocati italiani per cercare di trovare una soluzione. L’utilizzo del golden power da parte di Draghi contro le acquisizioni cinesi è incominciato nel marzo dello scorso anno, quando fu bloccato l’acquisto del 70% di Lpe, azienda produttrice di chip con sede a Baranzate, da parte del colosso cinese Shenzhen Invenland Holding. L’operazione, bloccata il 31 marzo scorso, prevedeva la cessione del 70% dell’azienda, specializzata nello sviluppo di reattori epitassiali utilizzati per la produzione di semiconduttori. Poi ci fu il caso della joint venture tra la cinese Zhejiang Jingsheng Mechanical, azienda produttrice di componenti di microchip, e il ramo di Hong Kong di Applied Materials, società americana leader nella produzione di software per i semiconduttori finalizzata ad acquistare il ramo italiano della stessa Applied Materials. Draghi ha messo sotto esame anche l’acquisizione (che risaliva al 2018) di Alpi Aviation, un’azienda di componentistica aerea, spaziale e per mini-droni, da parte di una società cinese. La revisione è scattata in seguito a un’indagine della Guardia di Finanza, che contestava ad Alpi Aviation di aver aggirato le regole di trasparenza proprio del golden power. Nella scorsa primavera l’esecutivo aveva ampliato i poteri del golden power. Nel decreto legge anti rincari erano stati introdotti più poteri, non solo su comunicazioni, energia, trasporti, ma anche «salute, agroalimentare e finanziario, o settore «creditizio e assicurativo». Le misure erano state varate durante la pandemia, ma sembrano servire soprattutto adesso.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».