2018-10-12
Gli Usa preparano lo sbarco sui nostri Btp
L'incontro tra Donald Trump e Giuseppe Conte aveva posto le basi per il sostegno all'Italia. E il colosso Jp Morgan va in controtendenza: «Aumenteremo l'esposizione sui vostri titoli del debito». Il premier incassa anche l'appoggio di Mnuchin. C'è un prezzo: niente tagli alla Difesa. Il governo italiano ha tutto l'interesse a mostrarsi leale e credibile con Washington nella collocazione internazionale complessiva.I nemici italiani del governo avevano calcolato, usato e arruolato un po' di tutto: giornaloni, moniti del Fondo Monetario Internazionale, raffiche di attacchi dalla Commissione europea (sempre a Borse aperte…), punture di spillo dell'Ufficio parlamentare di bilancio, giù giù fino alle sortite ormai settimanali del presidente dell'Inps, Tito Boeri. Ma avevano dimenticato un «dettaglio» (si fa per dire): e cioè Donald Trump, e la precisa volontà politica della Casa Bianca di offrire una sponda all'Italia in ogni forma possibile (diretta, indiretta, in termini di influenza, eccetera).Unica nel panorama della stampa italiana, La Verità aveva riferito esattamente in questi termini i colloqui e i retroscena dell'incontro del 30 luglio scorso a Washington tra Trump e il primo ministro Giuseppe Conte: incoraggiamento all'Italia nella linea dura sull'immigrazione illegale, no alla pretesa egemonica francese su Libia e Nord Africa, in Europa supporto a un riequilibrio rispetto allo strapotere dell'asse francotedesco (con sostegno politico Usa all'Italia, all'Austria e ai Paesi del Gruppo di Visegrad), e anche un ombrello aperto sui mercati per proteggerci in caso di pioggia. A poco a poco, su ognuno di quei dossier, la mano americana sulle nostre spalle comincia a farsi sentire. Si pensi solo alla Libia: il piano del presidente francese Emmanuel Macron, volto a imporre elezioni-lampo, è stato fatto saltare in sede Onu proprio grazie agli Usa; sarà invece centrale una conferenza che si svolgerà in Italia; e grazie a una positiva triangolazione con il mondo anglosassone (in questo caso, con gli inglesi di Bp), Eni sembra consolidare il suo ruolo rispetto alla francese Total nei nuovi accordi petroliferi nella regione. Ieri si è avuto un altro segnale anche più importante: certo non deriva da una direttiva della Casa Bianca (non sarebbe ovviamente possibile), ma corrisponde al clima, all'atmosfera di sostegno a noi creata dall'amministrazione Trump. Proprio nei giorni dei più duri attacchi verso l'Italia, ha parlato (intervista al Sole 24 Ore) Nick Gartside, uno degli uomini al vertice della banca americana Jp Morgan.Ed è stato chiarissimo: «Alcuni dei nostri fondi stanno aumentando l'esposizione in Btp». Avete letto bene: non mantenendo, ma aumentando. E ancora: «Ad oggi crediamo che l'incertezza politica in Italia sia adeguatamente remunerata». E anche quando interrogato sul deficit al 2,4%, Gartside nega di essere preoccupato: «Non eccessivamente. Tanti governi, a partire da quello americano, stanno facendo deficit spending. Non vedo nulla di strano nel fatto che anche l'Italia faccia altrettanto». E pure sul debito, il rappresentante di Jp Morgan è netto: «Allo stato attuale, la sostenibilità del debito italiano non è in discussione». Gartside dà per «scontata» una bocciatura da parte di Moody's, ammette che «c'è da aspettarsi molta volatilità in vista delle decisioni delle agenzie di rating», ma aggiunge anche che bisognerà farci l'abitudine, è già successo con Brexit e con le presidenziali francesi, e che potrà addirittura essere «un'opportunità: altrimenti non compreremmo Btp». In serata, lo stesso premier Conte dà mostra di aver ricevuto il messaggio con un post su Facebook che accosta due segnali: «Steve Mnuchin, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d'America, ha dichiarato che l'Italia non rappresenta un fattore di rischio. Stesso concetto lo ha espresso oggi anche Nick Gartside, capo della divisione reddito fisso di JP Morgan, e quindi non certo una fonte vicina al governo».Ma a mandare di traverso il caffè a chi partecipa alle campagne di creazione del panico, oltre a Mnuchin e Jp Morgan, ha contribuito anche Klaus Regling, managing director dell'Esm, il fondo salvastati, parlando da Bali: «Non c'è un pericolo immediato che l'Italia perda l'accesso ai mercati, né che il suo rating scenda sotto l'investment grade». Regling ha ricordato che l'Italia non ha mai perso l'accesso ai mercati, nemmeno nelle fasi più acute delle crisi passate, e che è assolutamente scorretto ogni paragone tra Italia e Grecia, aggiungendo che attende di leggere i dettagli della manovra.A questo punto ci sono due conseguenze. La prima è che, nel momento in cui qualcuno ti offre un ombrello, devi aprirlo e saperlo usare. È dunque auspicabile che, nel dosaggio della manovra (che sarà consegnata il 15 a Bruxelles e il 20 alle Camere), il Governo valorizzi gli elementi (tagli di tasse) più capaci di irrobustire la crescita. Investitori importanti sono e resteranno al fianco dell'Italia: ma è evidente che la loro fiducia occorre meritarsela. Mercati e investitori valutano due cose: la stabilità di un governo (e i numeri di Lega e M5S in Parlamento sono blindati) e le prospettive di crescita di un Paese. La partita è tutta qui, e nell'allocazione delle risorse il Governo farà bene a considerarlo.La seconda conseguenza è di carattere geopolitico. Il governo italiano ha tutto l'interesse a mostrarsi leale e credibile con Washington, sia nella collocazione internazionale complessiva, sia negli investimenti su sicurezza e difesa, nell'ambito dell'Occidente e della Nato. E ogni segnale sarà valutato: per capirci, non è certo il momento per tagli o ridimensionamenti dei programmi per gli F35 e dei relativi acquisti e investimenti.
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.