
Il Guardasigilli ha fatto dimettere il capo di gabinetto Fulvio Baldi per i rapporti con Luca Palamara. Ma ora ecco i nomi di magistrati posti ai vertici del dicastero che discutono di promozioni e bocciature. Citato pure Alessandro Di Battista.Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è circondato. Il Guardasigilli, che ha fatto dimettere il proprio capo di gabinetto, Fulvio Baldi, per le incaute conversazioni con Luca Palamara, pm indagato a Perugia per corruzione, forse ignora che ci sono altre figure chiave del suo ministero, da lui scelte o promosse, che hanno o avevano un'affettuosa e intensa corrispondenza con il magistrato sotto inchiesta. A dicembre Bonafede ha perso il capo dell'ispettorato Andrea Nocera, inquisito per corruzione dalla Procura di Napoli. Il suo ufficio è quello che, per conto del ministro, deve fare le pulci a uffici giudiziari e magistrati. Da tali istruttorie principiano i procedimenti disciplinari di via Arenula.Purtroppo per Bonafede dalle chat di Palamara emerge che anche il successore pro tempore di Nocera, Liborio Fazzi (è reggente da dicembre), è un acceso sostenitore delle logiche correntizie. Per esempio, nel novembre 2017 si complimenta con Palamara per alcune nomine: «Luca ben fatto. Adesso chiudi il cerchio con Reggio e diventi il mio riferimento assoluto». Poi si preoccupa per la corsa di un collega dall'altra parte dello Stretto: «Sta succedendo un casino qui rischiamo di perderci Messina perché Ardita (Sebastiano, consigliere del Csm, ndr) sta cavalcando questo cavallo (Olga Tarsia, ndr)». Il 25 novembre propone una convergenza di Mi e Unicost su Tommasina Cotroneo e Mario Samperi. «Perché non ci provi?». Dopo pochi giorni si lamenta perché le nomine del Csm a trazione Palamara-Area, starebbero facendo scomparire Unicost: «A Messina grazie alle scellerate ed irresponsabili scelte di questo Csm scompariremo... evidentemente doveva andare così. Quando sono arrivato in consiglio ho lasciato un distretto di 80 voti. Oggi arriva a poco meno di 30. Dopo la trombata di Samperi finirà tutto. Complimenti!». A dicembre rincara: «Ho saputo che vi state organizzando per mortificare professionalmente altro magistrato di Unicost a favore di Md come presidente di sezione del tribunale di Messina. Peraltro più giovane di dieci anni. Bene». A Natale, però, elogia Palamara per la nomina di Riccardo Fuzio a procuratore generale della Cassazione (altro nome travolto dall'inchiesta Csm): «L'operazione Fuzio mi è piaciuta. Se è opera tua, complimenti!». Il 15 marzo domanda: «Avete discusso su Messina sezione lavoro?». Palamara gli dà soddisfazione: «Sì, ma ho bloccato votazione perché voglio portare tutti su Conti». Fazzi mette il pollicione e aggiunge «alla grande…». Quindi critica una collega della Corte d'appello di Messina: «Si vende a tutti. È allucinante...». Il 21 giugno 2018 Palamara si congratula con Fazzi per la sua nomina a vicecapo dell'ispettorato: «Ciccio sono contento per te. Come vedi le rivincite arrivano per tutti». Fazzi è leggermente acido: «Carissimo ti ringrazio del pensiero. Le rivincite però le aspetto dalla mia corrente, per la quale da oltre 20 anni mi spendo con lealtà e onestà intellettuale. Questo è un riconoscimento arrivato dalla sorte o meglio da canali che paradossalmente non ho mai coltivato, ma che hanno visto in me coerenza e affidabilità».Il 4 luglio 2018 Palamara manda a Fazzi i dati di Katia Marino, pm a Modena, per un posto al ministero. E il reggente dell'ispettorato si mostra disponibile: «Luca fammi chiamare». Palamara domanda se la sua candidata abbia i requisiti, «in astratto». E Fazzi si dice ottimista: «Dovrebbe avere la terza (valutazione, ndr) quindi rientra». Palamara è contento: «Grazie Ciccio». Qualche mese prima il magistrato indagato, sempre per sostenere la Marino, aveva cercato il sostegno di Baldi e del capo dell'ufficio legislativo Mauro Vitiello. Con scarsi risultati, visto che la donna è ancora in Emilia.Tra le chat esaminate dalla Verità c'è anche quella tra Palamara e Maria Casola, promossa un anno fa da Bonafede a capo del cruciale dipartimento Affari di giustizia (Dag). La signora il 22 aprile 2018, quando era dg della Direzione generale magistrati di via Arenula, ha avuto anche l'onore di far parte della ristretta cerchia che ha festeggiato il compleanno di Palamara a casa della consigliere del Csm Paola Balducci, oggi indagata come il pm a Perugia per corruzione. Il 23 aprile la Casola dice a Palamara di contattare Betta Cesqui (storica esponente di Md) per Maria Letizia Golfieri. Qualche mese prima a perorare con Palamara, con successo, la causa della Golfieri, ex toga rossa, era stato il consigliere del Csm Marco Mancinetti: «Chiedi tu a Maria Casola se prende la Golfieri? Sta veramente incasinata». Il 26 aprile 2018 Palamara dice alla dg di aver «parlato con Betta» e che «non c'è nessuna preclusione contro la Golfieri». A novembre, però, i due si lamentano della beneficiata che lavora nell'Unità di staff del ministero ed è responsabile del reparto Disciplina 2. La goccia che fa traboccare il vaso è un post che la donna ha pubblicato su Internet. «Ti rendi conto di che matta si tratta?», commenta Palamara. La Casola replica: «Luca io sono disperata. Non hai idea sul disciplinare che kz (sic, ndr) combina». E aggiunge: «È un pericolo pubblico. È disturbata». Il 14 giugno 2018, mentre è in via di formazione la struttura del ministro Bonafede, Palamara afferma: «Dato tuo nome». La donna chiede chi siano i «competitor» e «il vostro tramite con lui», verosimilmente il Guardasigilli. «Duplice», è la risposta. A quanto risulta alla Verità, i due canali sarebbero Leonardo Pucci (vicecapo di gabinetto di Bonafede) e un magistrato legato al premier Giuseppe Conte, Fabrizio Di Marzio. La donna sembra dubbiosa: «Pare che lunedì sarà pronta tutta la squadra degli apicali. Quindi tutto già definito per altre vie». Palamara: «Ma i nomi girano?». Casola: «Fulvio Baldi... Andrea Nocera... sento dire questi». La dg il 18 giugno propone ghiotte anticipazioni: «Pare Baldi capo (di gabinetto, ndr)». Dopo pochi minuti offre la certezza: «Sì, Baldi confermato». Palamara chiede notizie di Fazzi. Casola: «Vice ispettorato. Però Luca non lo divulgare ancora ti prego». La donna va a caccia di informazioni: «Luca, mastro Fulvio Baldi com'è veramente?». Palamara: «Un bravo ragazzo». Casola: «Quanto conta?». Palamara: «Penso non tanto, nel senso che non avrà potere decisionale». Il 20 giugno la situazione si ribalta ed è l'ex presidente dell'Anm a informare la Casola: «Basentini al Dap […] Corasaniti al Dag […] Di Matteo? Niente». La Casola si lamenta: «Siete stati cattivi però con me a preferire Baldi. Sono arrabbiata […] C'è qualcuno che ha fatto una scelta tra noi di Unicost. E voglio capire chi è». Palamara si assolve: «Unicost è fuori da questo gioco e io in prima persona». La dirigente, il 21 giugno, sostiene di aver compreso le dinamiche che hanno portato alle nomine: «Ho capito tanti giochi compreso quello di Baldi e sinceramente ho pensato che Carrelli Palombi (Roberto, segretario di Unicost, ndr) un po' più di autorità dovrebbe esercitarla per il bene di tutti». Palamara: «Ma in questa vicenda l'unico che poteva realmente aiutarti era uno solo. E io te lo avevo anche detto. Le correnti sono state tagliate fuori. Diba (Alessandro Di Battista, ndr) era l'unico. Come hanno fatto (probabilmente hanno fatto, ndr) i 5s che hanno sostenuto Baldi e Basentini». La Casola pare avere le idee chiare sul nuovo capo di gabinetto: «Io ora mi dovrò fare il mazzo nell'ombra per parargli il sedere e starò a vedere i vari apicali che si pavoneggiano in prima fila». In un altro messaggio domanda: «Basentini di che corrente è?». Palamara: «È del nostro concorso, vicino a noi, bravo ragazzo cugino di Speranza di Leu (Roberto, attuale ministro della Salute, ndr) molto amico di Pucci. Che lo ha voluto». Il 22 giugno la Casola non ha sbollito la rabbia: «Senti pensavo di non venire nel codazzo col ministro mercoledì vista anche la sua scortesia istituzionale». Quasi un anno dopo, nell'aprile 2019, apprende di essere stata promossa a capo del Dag. Palamara le scrive: «Mi dai una bellissima notizia sono contento perché te lo meriti sei la più brava lo sai. Ti voglio bene». «Io ti adoro», è la risposta della donna. Il 29 maggio escono le prime notizie sulle indagini che riguardano Palamara e lei si deprime: «Che dispiacere immenso».
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Varato in nome della «sovranità monetaria» (ora è un valore?), il nuovo sistema nasce già vecchio. E c’è l’incognita privacy.
Ad un portale dedicato alla fornitura di energia green era collegato uno schema Ponzi, che prometteva forniture da impianti fantasma collocati all'estero. Circa 6.000 i clienti truffati. 95 i conti correnti sequestrati oltre a criptovalute e beni di lusso.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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2025-10-31
«The Traitors Italia», il gioco del sospetto sbarca su Prime Video con Alessia Marcuzzi
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«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)
Dopo il successo internazionale, arriva anche in Italia The Traitors. Nel cast quattordici vip e Alessia Marcuzzi alla conduzione, per un reality che rinuncia al gossip e punta tutto su logica, tensione e inganni all’interno di un castello misterioso.






